dalla Regione Marche

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2016-02-10

Valorizzazione della funzione sociale dello sport:

la Giunta regionale chiede all’Assemblea legislativa di inviare alle Camera una proposta di legge costituzionale di modifica dell’articolo 33 della Costituzione

Valorizzare la funzione sociale dello sport: un’esigenza avvertita e diffusa, che non trova però riscontro nella Costituzione italiana, mentre le Carte costituzionali di altre Nazioni riconoscono l’importanza dell’educazione sportiva da parte dello Stato. La Regione Marche intende promuovere una modifica dell’articolo 33 della Costituzione, prevedendo anche la promozione sportiva tra le disposizioni costituzionali che già sanciscono la libertà della scienza, dell’arte e il pluralismo educativo. La Giunta regionale ha presentato all’Assemblea legislativa una deliberazione che chiede l’approvazione di una proposta di legge costituzionale da inviare alle Camere. Viene indicato di aggiungere all’articolo 33 della Costituzione i seguenti commi: “La Repubblica promuove lo sport nella varietà delle sue discipline e manifestazioni e ne sostiene la funzione civile, sociale, educativa e di tutela della salute. Valorizza l’associazionismo sportivo, in particolare nelle forme del volontariato”. L’iniziativa delle Marche si inserisce in un contesto nazionale che vede il coordinamento delle Regioni e varie iniziative legislative parlamentari orientate a promuovere lo sport attraverso una revisione costituzionale. “Lo sport, in tutte le sue forme, praticato a livello agonistico e dilettantistico, rappresenta un importante strumento formativo d’integrazione sociale e di dialogo culturale – evidenzia il presidente della Regione, Luca Ceriscioli – Una concezione largamente diffusa , soprattutto nei Paesi con maggiori tradizioni sportive, mentre la Costituzione italiana non riporta alcun riferimento allo sport. Molto spazio, invece, viene dedicato allo sport dall’Unione europea. Le Marche chiedono alle Camera di recepire quanto sancito dallo stesso Trattato di Lisbona”.

 

PORTI: INCONTRO IN REGIONE

 

Anna Casini
Anna Casini

Questo pomeriggio a palazzo Raffaello si è tenuto un incontro tra il presidente della Regione Luca Ceriscioli, l’assessore alle Infrastrutture Anna Casini, il presidente dell’Autorità portuale Rodolfo Giampieri e gli amministratori di San Benedetto del Tronto e Pesaro, i due porti statali che con il decreto legislativo di ridefinizione del sistema portuale entrano a far parte dell’autorità portuale.

“Sta nascendo un nuovo soggetto – spiega il presidente della Regione – l’autorità di sistema del medio adriatico. Un’opportunità straordinaria che può solo portare sviluppo al nostro territorio, per crescere nella massima sinergia tra le varie realtà territoriali e provare insieme a vincere una sfida che dobbiamo giocare tutti da protagonisti”.

Occasione importante anche per il sindaco di Pesaro e di San Benedetto: “Un percorso che permetterà di incrociare la singola infrastruttura e le singole vocazioni spesso frammentate con un’attività sinergica gestita dall’autorità portuale. Una visione strategica che permetterà inoltre di affrontare i tanti problemi delle singole realtà che spesso era complicato gestire con realtà lontane dalle logiche dei nostri territori. Una gestione che darà anche a tutti gli operatori la possibilità di lavorare bene e in sicurezza (dragaggi ciclici e programmati e di sistema) contribuendo anche ad implementare le attività della cantieristica”.

“Da oggi – aggiunge l’assessore Casini – dunque si apre un tavolo permanente con tutte le realtà per costruire insieme questo lavoro nella massima sinergia tra i diversi porti nella logica di integrazione con aeroporto e interporto”.

A concludere il presidente dell’autorità portuale Giampieri: “La partita vera sta nella filosofia della riforma : trasformare i porti in imprese, e le imprese non conoscono i campanili ma vogliono efficienza e velocità decisionale. Nostro compito è rendere la vita più semplice possibile alle imprese che insistono sui porti”.

Terapia occupazionale per 200 mila euro per promuovere interventi di inclusione sociale attraverso la tutela del territorio

La Regione Marche e il Consorzio di bonifica regionale ripetono la positiva esperienza di terapia occupazionale rivolta alle persone con problemi di dipendenze patologiche portata a termine lo scorso anno con sette progetti che hanno coinvolto 75 persone delle cinque province, impegnate in lavori di bonifica di laghi e dighe, in opere di manutenzione dei fossi agricoli e stradali, stazioni di pompaggio, piste ciclabili extraurbane. La formula si ripeterà anche nel 2016 con un finanziamento di 200 mila euro della Regione, grazie a una delibera approvata nel corso dell’ultima riunione dell’esecutivo di palazzo Raffaello. Le attività saranno coordinate dal Consorzio di bonifica delle Marche e dagli enti accreditati dalla Regione nel settore delle dipendenze, in collaborazione con l’Asur (Dipartimento Dipendenze Patologiche) e con i Comuni eventualmente coinvolti. I progetti ergoterapici, che potranno essere presentati dagli enti accreditati, prevedranno borse lavoro del valore di circa 400 euro al mese, oltre a un training formativo per le persone coinvolte, che saranno affiancate da un tutor. I programmi di trattamento ergoterapici per gli ospiti delle strutture residenziali e semiresidenziali, fondate su borse lavoro e l’assistenza di un tutor, mostrano un’efficacia ampiamente riconosciuta. Tale efficacia risulta ancora più rilevante attraverso attività a contatto con la natura che consentano di valorizzazione del paesaggio.

 

PROPOSTA PROGETTUALE PER LA CURA E LA SALUTE PSICO FISICA DEI MIGRANTI

 

La Giunta regionale ha autorizzato il direttore dell’Agenzia Regionale Sanitaria a presentare al Ministero dell’Interno una proposta progettuale che predispone azioni per la tutela della salute psico fisica dei migranti forzati e dei minori non accompagnati presenti nel territorio. L’avviso pubblico per la presentazione dei progetti da finanziare si avvale del Fondo Asilo, Migrazione e Integrazione (FAMI) 2014-2020. Il finanziamento richiesto per attuare il progetto è di 490.000 euro. Se il progetto risulterà vincitore, l’importo sarà coperto da un cofinanziamento comunitario e uno nazionale, senza alcun impegno di spesa a carico della Regione.

La proposta progettuale prevede interventi di assistenza, trattamento e riabilitazione per rispondere ai bisogni di salute dei richiedenti e titolari di protezione internazionale in condizione di vulnerabilità psico sanitaria, attraverso il rafforzamento delle competenze istituzionali del Servizio Sanitario Regionale con specifici programmi di assistenza, trattamento e riabilitazione anche di lunga durata.

Il progetto prevede percorsi di formazione rivolti agli operatori dei centri di accoglienza, dei servizi della salute mentale e della medicina legale; individua e implementa modelli organizzativi per garantire la diagnosi corretta dei disturbi, anche attraverso l’impiego della mediazione interculturale; contempla la creazione di équipe multidisciplinari per l’accertamento olistico dell’età dei minori non accompagnati presso le strutture pubbliche del SSR Marche.

 

Alcuni dati

Da anni la Regione realizza, con il supporto dell’Osservatorio sulle Diseguaglianze nella Salute (ARS Marche), progetti finalizzati a promuovere la salute della popolazione immigrata e a garantire, su tutto il territorio regionale, l’assistenza sanitaria agli stranieri, extracomunitari e comunitari, in coerenza con la Carta costituzionale e con i principi del diritto comunitario.

Le stime attestano che nelle Marche, ad ottobre 2015, sono stati accolti 3.076 richiedenti protezione, pari a circa il 3% del totale dei richiedenti protezione internazionale accolti in Italia (28% nella provincia di Ancona, 25% Pesaro e Urbino, 23% Macerata, 13% Ascoli Piceno, 11% Fermo). La Regione Marche e le Prefetture hanno siglato il Protocollo di Intesa (DGR n.857 del 12/10/2015) in cui, nello specifico, il SSR si impegna ad attuare una appropriata accoglienza e assistenza sanitaria ai migranti forzati, tra cui i minori non accompagnati.

L’analisi dei bisogni effettuata con gli operatori del SSR e degli enti gestori ha rilevato notevoli difficoltà nella gestione della salute dei gruppi di immigrati particolarmente vulnerabili, tra cui quelli con disagio psichico, donne con mutilazione genitale, e dei minori non accompagnati, con la conseguente necessità di migliorare le competenze dei servizi sanitari e degli operatori del SSR.

 

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