Ecco i numeri del primo anno della Rete Lirica delle Marche

Ecco i numeri del primo anno della Rete Lirica delle Marche
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Le buone pratiche esistono

 

Ancona, 8 febbraio – Un progetto unico in Italia e l’esempio concreto di come possa funzionare efficacemente una rete che metta insieme in maniera strategica anche soggetti con caratteristiche diverse.

Nel 2015 la Rete Lirica delle Marche si è distinta per la qualità artistica delle produzioni, riuscendo a coordinare l’attività dei Teatri di lirica ordinaria di Ascoli Piceno, Fano e Fermo, con il supporto dell’Associazione Arena Sferisterio (Teatro di tradizione), del Rossini Opera Festival e della Form (Istituzione concertistico-orchestrale), oltre che del Consorzio Marche Spettacolo. L’attività è stata presentata questa mattina dal presidente del Consorzio Marche Spettacolo Carlo Pesaresi, dal Sovrintendente dello Sferisterio di Macerata Luciano Messi, in qualità di coordinatore, dal direttore artistico Alessio Vlad e dall’assessore regionale alla Cultura Moreno Pieroni, con la partecipazione dei rappresentanti di tutti gli enti musicali coinvolti e dei sindaci. “In un solo anno – ha aperto Pesaresi – sono stati ottenuti dei risultati che vanno al di là di ogni aspettativa: per la qualità offerta, per il successo di critica e di pubblico, per l’integrazione delle maestranze artistiche e per l’ottimizzazione delle risorse”.

il tavolo della presentazione odierna con al centro Luciano Messi e Alessio Vlad di fianco, Carlo Pesaresi tra i sindaci Guido Castelli e Romano Carancini, l'assessore regionale Moreno Pieroni
il tavolo della presentazione odierna con al centro Luciano Messi e Alessio Vlad di fianco, Carlo Pesaresi tra i sindaci Guido Castelli e Romano Carancini, l’assessore regionale Moreno Pieroni

Sono stati realizzati tre titoli in coproduzione, con alternanza di tutti nel ruolo di capofila:  L’elisir d’amore, Il barbiere di Siviglia e Madama Butterfly hanno dato vita a 12 serate di spettacolo, con 6.343 spettatori, di cui quasi un terzo composto da giovani. A questo valore culturale corrisponde anche un valore lavoro, perché la Rete Lirica delle Marche ha coinvolto nella produzione 400 persone (per il 90% marchigiani) tra artisti e tecnici, di cui 1/3 di giovani under 35, generando 4.700 giornate di lavoro. Tutto questo senza contare l’attività amministrativa e gestionale dei teatri coinvolti. In questo modo vengono valorizzati tutti i complessi artistici e le maestranze tecniche dei tre Teatri, reperendo nel territorio regionale la quasi totalità delle componenti produttive.

Altro punto di forza della Rete è stato quello di far lavorare da subito assieme gli staff dei soggetti coinvolti, senza nessuna sovrastruttura, favorendo lo sviluppo di standard lavorativi omogenei e la condivisione delle buone pratiche, garantendo a tutti una pari dignità nell’ambito del progetto artistico e del processo produttivo.

In tutti i territori coinvolti, che attraversano le Marche da nord a sud, il progetto sta permettendo di aprire il teatro al nuovo pubblico, sfruttando al massimo la potenzialità della fase in cui lo spettacolo viene creato e non solo quella della rappresentazione: la presenza prolungata su piazza di artisti e tecnici rende possibili incontri mirati, in particolare con le scuole. Anche le politiche di biglietteria hanno favorito l’accesso dei giovani alle recite, un modo intelligente per costruire e formare il pubblico di domani.

“In termini economici – ha affermato Messi – il valore complessivo della produzione 2015 è stato pari a 870mila euro, con un costo medio a recita di 72,5mila euro, molto competitivo sia in termini assoluti che rispetto alla qualità degli spettacoli”. Inoltre, l’attività della Rete Lirica delle Marche ha permesso di accedere al contributo FUS per 150mila euro. Importante il riconoscimento da parte della Regione Marche la quale, oltre a sostenere il progetto presso il MiBACT, ha erogato contributi ai tre teatri per 134mila euro. Pure gli incassi sono già rilevanti, con 144mila euro di biglietteria. Tutti dati che segnano il più rispetto all’attività dei tre Teatri nel 2014: il Fus è cresciuto del 25%, il contributo regionale del 23% e la biglietteria del 12%. “E, dato da non sottovalutare – ha proseguito Messi – questa Rete permette di risparmiare circa il 25% rispetto al costo medio delle produzioni della stessa qualità”.

Sul valore produttivo e artistico si soffermano anche Pieroni e Vlad. “Ribadisco l’impegno della Regione al progetto – ha dichiarato l’assessore -, con l’intento di coinvolgere tutti gli attori delle Marche che producono lirica”. Per il direttore artistico si tratta di “un miracolo economico: qui siamo di fronte a dei valori di una vera e propria industria. Posso dire che questa esperienza segna il coronamento della mia attività in questi 12 anni nelle Marche”.

E tra un mese si torna nuovamente in scena con Il barbiere di Siviglia. In programma 4 date: il 10 e 12 marzo al Teatro della Fortuna di Fano, il 18 e 20 marzo al Teatro Ventidio Basso di Ascoli Piceno. Il cartellone 2016 si completa poi con Il Flauto Magico, ad ottobre al Teatro dell’Aquila di Fermo, e con Nabucco da novembre a dicembre, sempre ad Ascoli Piceno, Fermo e Fano.

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