Perturbazione “Le storie che ci raccontiamo”

Perturbazione “Le storie che ci raccontiamo”
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Etichetta: Mescal
Brani: Dipende da te / Trentenni / Una festa a sorpresa / Ti aspettavo già / Cara rubrica del cuore / Cinico / La prossima estate / Everest / Da qualche parte nel mondo / Le storie che ci raccontiamo

 

Il nuovo album dei Perturbazione è il più difficile della loro storia, il primo registrato con la nuova formazione a quattro, dopo l’abbandono di Gigi Giancursi e Elena Diana al termine del tour 2014, proprio l’anno in cui la band aveva ottenuto una visibilità mai avuta prima partecipando (e aggiudicandosi il Premio della Sala Stampa) al Festival di Sanremo. Non deve essere stato facile per Tommaso Cerasuolo (voce), Alex Baracco (basso), Cristiano Lo Mele (chitarre) e Rossano Lo Mele (batteria) reinventare un assetto di band e ridefinire un suono che oramai era un classico del pop-rock italiano. Eppure la bella notizia che “Le storie che ci raccontiamo” porta con sé è che i Perturbazione sono sopravvissuti, hanno metabolizzato la perdita, decisi ad andare dritti al punto della questione, che, nel loro caso, è sempre una questione sentimentale. E’ con l’amore e tutti gli altri sentimenti dello spettro umano che la band piemontese ha sin dall’inizio di una carriera iniziata ormai venti anni fa avuto a che fare. Con il tempo, Tommaso e gli altri sono diventati cantori d’amore dotati di una raffinatezza e di un’eleganza davvero rare in un panorama canzonettistico troppo spesso stereotipato e ripetitivo. Il punto di vista dei Perturbazione è sempre stato diverso, e fortunatamente continua ad essere splendidamente altro anche ne “Le storie che ci raccontiamo”. Il disco raccoglie dieci brani in cui spicca il gusto per un’elettronica che non assale ma che veste in maniera evidente brani come Dipende da te, La prossima estate, Everest. Il nuovo suono non ha paura di mostrare gli spigoli e cavalcare il ritmo. I Belle & Sebastian sono un faro sempre visibile ma molto più lontano, così come continuano ad intravedersi, ma sono molto più sfocati, certi paradigmi british assimilati da tempo immemore. Non mancano, ovviamente, i momenti in cui il ritmo rallenta: Cara rubrica del cuore è una ballata farcita di carillon e della voce ammaliante di Andrea Mirò; Da qualche parte nel mondo una presa di coscienza di una distanza che è, a suo modo, una forza (“insieme stiamo meglio che da soli”). In questa nuova direzione artistica non tutto funziona a dovere, certo, ma i Perurbazione sono ancora qui, invecchiati e un po’ ammaccati, con tutta la loro dignità e l’orgoglio di una storia inattaccabile.

 

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