Basta seghe!

Basta seghe!

I TAGLIATORI DELLA PERLA

 

     Grottammare, pinetina di Piazza Kursaal: i tagliatori di pini colpiscono ancora, stavolta con ben 7 (sette!) esecuzioni in contemporanea.

     Niente di nuovo da ‘ste parti, un profiler si annoierebbe a morte: sempre uguale il movente, la fatwa contro i pini lanciata e attuata con cadenza seriale dagli amministratori della Perla; sempre uguale la tipologia delle vittime: pini sani e belli, senza colpa se non l’imperdonabile aver un po’ alzato, con le radici, l’adiacente manto stradale (ma i serial piner ne han fatto fuori anche uno al centro della pineta, gli sarà sfuggita la motosega).

E dire che c’avevano pensato proprio loro, i pini sul bordo, a fornire dei rallentatori naturali (e gratuiti) alla smania di velocità dei nostrani selvaggi-al-volante, in quel breve tratto quasi in curva all’inizio di via Roma.

Certo non ha rivali, la Perla, nell’accanimento contro il verde cittadino (le contende il primato solo San Benedetto col suo imbattuto club-della-motosega presieduto da assessori… verdi) e i pini che non sega li ingabbia dentro le strutture degli chalet, gli appende addosso lampade, fari, cartelli, chilometri di fili elettrici… cose così.

Niente, però, come questa pinetina del Kursaal è da sempre oggetto di vessazioni e torture: pini coi tronchi verniciati di bianco (la vernice si scioglierà presto con le piogge, dissero…); pini affumicati dagli arrosti di santipatroni e santimartini al grido di dio-lo-vuole; pini soffocati dalla giostrona estiva per grandi un po’ deficienti e piccini a loro vicini; pini tormentati e strattonati dai TIR di installazione-disinstallazione dei marchingegni giostraioli.

Dunque perché non la finite del tutto? Tagliatevi… quell’ultima trentina di pini superstiti e godetevi contenti i nuovi spazi. Vi si potranno installare più giostre, più girarrosti, più tavoli e panche per l’abbuffata, la cittadinanza avrà il panem e i circenses che reclama e che merita.

Per il momento, è certo, sventolerete arroganti e offesi la “campagna storica di sistemazione del verde”, l’intramontabile solfa della sicurezza che tutto sdogana, il parere del pensoso agronomo, dei pensosi tecnici, del pensoso sindaco, la barzelletta delle “procedure previste per legge”; la grancassa della stampa locale chiuderà in trionfo il corteo degli sbandieratori.

E continuerete a piazzar palme dall’inutile spettacolarità, mezzi di distrazione di massa dal diffuso degrado cittadino – e piatto ricco per il punteruolo rosso a venire – su lungomari sudici e piste ciclabili per aspiranti suicidi.

Perché dev’essere così che si diventa uno dei “borghi più belli d’Italia”. E noi che non l’avevamo capito!

 

     3 aprile 2016                              Sara Di Giuseppe

i tagliatori di pini
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