L’Inrca c’è! Va potenziato e non destrutturato

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Le proposte dell’associazione “Amici del Geriatrico-Inrca” presentate in un confronto con la Regione, i vertici dell’Istituto e dell’Asur, sindacati e volontariato

Il presidente Tesei, ad Ancona sud le acuzie e il pronto soccorso, alla Montagnola la Cittadella dell’anziano, coinvolgere le Università

Ancona – Il progetto nuovo per l’Inrca per assistere i non autosufficienti, che nelle Marche superano le 15 mila persone nelle case protette, di riposo, Rsa, deve poter contare su un preciso riferimento che sono le attività di ricerca e che fanno dell’Istituto una valida struttura insieme all’opera che svolgono i medici di famiglia e le cooperative per l’assistenza domiciliare. La lunga discussione sul progetto  si  è sviluppata nel convegno “L’Inrca c’è!”, che ha visto coinvolti, insieme ai vertici della nuova squadra sanitaria regionale, anche le organizzazioni sindacali dei lavoratori e dei sanitari e di volontariato, che, tutti insieme, hanno condiviso la proposta che è nata dal territorio con l’associazione “Amici dell’Inrca”. L’iniziativa, che è stata organizzata con il patrocinio dell’Inrca stesso, è stata promossa “affinché tutto il personale conoscesse il progetto – ha detto il presidente dell’associazione, Aldo Tesei -, la cui realizzazione dipende dalle scelte politiche ma anche dalla qualità del prodotto che si vuole valorizzare. Uniti e orgogliosi di essere un ‘Inrca’”. Quale unico Irccs-Istituto di ricovero e cura a carattere scientifico, ha aggiunto Tesei, “che opera in Italia nel campo della geriatria, ma anche della comunità internazionale, quale partner e coordinatore di numerosi progetti di ricerca europei, l’Inrca rappresenta un valore per tutta la società, per il suo ruolo in campo sanitario, assistenziale e scientifico”. Per gli “Amici del Geriatrico”, occorre partire dalle peculiarità dell’Inrca, di prevenzione, ricerca e longevità attiva, per definire il compito vitale dell’Inrca all’interno del sistema sanitario delle Marche, per potenziare quelle che sono le due specializzazioni “parallele convergenti”: l’Istituto di assistenza sanitaria e ricerca e l’assistenza socio-sanitaria sul territorio marchigiano in cui l’Istituto ha un compito di innovazione per migliorare la qualità della vita dell’anziano. Un’azione, questa, da continuare a costruire con la preziosa collaborazione del sistema dei medici di famiglia e dell’assistenza domiciliare, da migliorare con la formazione delle badanti. Per perseguire questi due obiettivi è indispensabile chiarire la funzionalità del nuovo ospedale di Ancona sud che, ha detto Tesei, “al momento attuale non è progettato per un nuovo Inrca perché non ci sono spazi sufficienti per tutte le specialità e per le attività di ricerca. Bisogna pensare alle modifiche possibili per integrare i due volti dell’Inrca e, soprattutto, bisogna riprendere i lavori al più presto”. Per l’associazione, è necessario ipotizzare due plessi: quello di Ancona sud per le acuzie, il pronto soccorso geriatrico, la direzione generale, l’ufficio tecnico, l’amministrazione, e quello della Montagnola dove creare la “Cittadella dell’anziano”. Nella sede storica, ristrutturata, dovrebbero trovare spazio le attività di ricerca, palestra e fisioterapia, il centro Alzheimer, l’ex Tambroni, il Centro di primo intervento, coordinamento e assistenza. L’Inrca, poi, dovrebbe portare avanti il coordinamento con i medici di famiglia per queste attività, elaborare le linee guida per l’assistenza nelle Case protette, nelle residenze sanitarie assistite, per l’assistenza domiciliare integrata e per le badanti. All’Inrca, secondo l’associazione, dovrebbero essere anche affidati la responsabilità e il coordinamento della gestione delle Case della comunità. “Dobbiamo tutti impegnarci per valorizzare il ruolo dell’Inrca all’interno del sistema sanitario regionale ma anche come eccellenza di carattere nazionale e internazionale – ha detto il direttore Gianni Genga -, per la quale dobbiamo lavorare in maniera sinergica”, concetto condiviso anche da Andrea Gioacchini, Comitato indirizzo e verifica Inrca. Un ruolo per il quale, per Alessandro Marini, direttore generale Asur Marche, ‘’sono fondamentali le reti di relazioni, professionali e cliniche da integrare in una strategia di insieme, senza più vedere strutture autonome e autoreferenziali” così come le complesse attività di ricerca dell’Inrca, descritte dal direttore scientifico Fabrizia Lattanzio. Per Michele Caporossi, direttore generale dell’Azienda Ospedali Riuniti di Ancona, “in attesa delle opere, com’è già successo per il Lancisi, è importante continuare ad investire nei processi assistenziali” e, soprattutto, “trasformare la nostra visione di operatori, spesso autoreferenziale, per ascoltare sempre più le necessità dei cittadini”. Pensiero condiviso da Fabio Sturani, responsabile segreteria del presidente della Giunta regionale. “Anche in un sistema di valore come quello delle Marche – ha detto -, occorre ragionare per condividere, non per competere ma per essere complementari sapendo che le risorse non sono infinite e che questo ci impone ancora una maggiore responsabilità nell’offerta dei servizi ai cittadini”.  Un miglioramento che, per l’Inrca, passando dalla riorganizzazione generale, secondo l’associazione, “permetterà la liberalizzazione del patrimonio immobiliare che comprende Villa Monte Domini a Castelferretti (An), il Birarelli e Villa Gusso ad Ancona. Per il futuro dell’Inrca, inoltre, è necessario coinvolgere i Comuni interessati, Ancona, Fermo, Appignano e Treia, in provincia di Macerata, e le quattro Università marchigiane per favorire lo sviluppo della ricerca, dei progetti e dei rapporti scientifici con Italia e Europa. Al presidente della Regione Marche, Luca Ceriscioli, l’associazione chiede di nominare i rappresentanti degli atenei di Ancona, Camerino, Macerata, Urbino in Italia Longeva, l’agenzia nazionale per la longevità attiva promossa da ministero della Salute, Regione Marche e Inrca.

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