Jesi (AN), 31 maggio 2016 – La Fondazione Pergolesi Spontini al Théâtre des Champs-Élysées di Parigi e al Concertgebouw di Amsterdam con l’Olympie di Gaspare Spontini.
Importante collaborazione internazionale per la Fondazione Pergolesi Spontini con il Palazzetto Bru Zane-Centre de musique romantique française, per l’esecuzione al Théâtre des Champs-Élysées di Parigi della tragédie lyrique Olympie (1819) di Gaspare Spontini nella nuova edizione critica realizzata dall’azienda culturale di Jesi.
L’opera verrà eseguita nel prestigioso teatro parigino sotto forma di concerto il 3 giugno, con la direzione di Jérémie Rhorer alla guida dell’orchestra Le Cercle de l’Harmonie e del Vlaams Radio Koor; nella compagnia di canto, interpreti di primo piano tra cui Karina Gauvin nel ruolo di Olympie, Charles Castronovo nel ruolo di Cassandre, Kate Aldrich (Statira), Josef Wagner (Antigone), Patrick Bolleire (Le hiérophante) e Conor Biggs (Hermas, un Prêtre). Il concerto verrà seguito e trasmesso da Radio France ed è segnalato tra gli appuntamenti “da non perdere” dalle principali testate e siti di informazione culturale per l’alto valore musicologico dell’operazione. Il 29 ottobre, l’opera sarà replicata al Concertgebouw di Amsterdam e trasmessa anch’essa dalla radiotelevisione pubblica nazionale (la Nederlandse Publieke Omroep).
L’edizione critica dell’Olympie di Spontini è stata condotta da Federico Agostinelli, per le Edizioni Fondazione Pergolesi Spontini, sulla partitura a stampa edita da Erard nella versione originale in francese pubblicata a Parigi nel 1826, con il concorso di altre fonti originali, quali il manoscritto autografo e riduzioni canto e piano dell’epoca, e riflette l’ultima stesura dell’opera. L’operazione della Fondazione Pergolesi Spontini è stata realizzata nel quadro delle attività di valorizzazione delle opere dei compositori cui è dedicata e nell’ambito della rete di collaborazioni sviluppate nel tempo, in questo caso in felice connubio col Palazzetto Bru Zane di Venezia.
Un lavoro molto impegnativo quello di Federico Agostinelli, uno dei massimi esperti in fatto di edizioni critiche spontiniane – si cita tra le altre la Vestale utilizzata da Riccardo Muti alla Scala nel 1993, o più recentemente La Fuga in maschera, l’opera ritenuta perduta e poi ritrovata dal conservatore della Casa-Museo-Archivio Spontini di Maiolati) – che ha “partorito” quasi 900 pagine di partitura, con una riduzione per canto e pianoforte di 500 pagine.
Olimpie venne rappresentata per la prima volta a Parigi, al Théâtre de l’Académie Royale de Musique, il 22 Dicembre del 1819. Rileggendo Berlioz, si capisce che secondo lui Spontini fu, dopo Gluck, il più grande genio della musica francese che aprì la strada al secolo romantico. E forse la poco conosciuta Olympie, che Spontini mise in scena nel 1819 con la direzione di Rodolphe Kreutzer in persona, ha segnato più di quanto ancora non si creda il vero e proprio sconvolgimento lirico che avvierà l’opera francese verso la modernità del grand opéra. Questa partitura, cesellata da un’orchestrazione stupefacente, è infarcita dall’inizio alla fine di effetti spettacolari che prefigurano chiaramente Les Troyens di Berlioz. L’onnipresenza di un coro sovrabbondante, l’ardimento degli interventi di Antigone, il pathos del ruolo di Statira (concepito per Caroline Branchu, allora all’apice della carriera): tutto contribuisce a impressionare lo spettatore, tanto che lo stesso Berlioz ne fu commosso fino alle lacrime. Ci troviamo sicuramente di fronte a uno dei primi esempi ottocenteschi del genere peplum.
La vicenda, tratta dall’omonima tragedia di Voltaire, è ambientata ad Ephesus alcuni anni dopo il presunto assassinio di Alessandro Magno. I sospetti del crimine gravano principalmente sul Re Antigone e il Re Cassandre pretendenti del potere assoluto ed entrambi innamorati di Olimpie. Statira, madre di Olimpie e moglie di Alessandro Magno, è un personaggio di forte caratterizzazione drammatica. Olimpie durante lo svolgimento dell’azione vive il lacerante conflitto tra l’amore verso Cassandre e quello verso la madre Statira che accusa pubblicamente il suo amato di essere l’assassino di suo padre Alessandro Magno.
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