A Macerata la seconda assemblea nazionale degli Istituti Confucio

A Macerata la seconda assemblea nazionale degli Istituti Confucio

 

Si è trattato di un incontro operativo molto importante. Presente anche il vicedirettore dell’Hanban.

 

Macerata, 2016-06-25 – Si è svolta stamattina a Macerata a Villa Cola la seconda assemblea nazionale degli Istituti Confucio e delle cinque Classi Confucio indipendenti di Italia e della Repubblica di San Marino. Per quest’anno è stata scelta la città natale di Padre Matteo Ricci, la cui figura, simbolo della possibilità di fondere, non solo unire, due culture tanto diverse, è stata evocata più volte durante la riunione generale. Si è trattato di un incontro operativo molto importante, a cui hanno preso parte i rappresentanti degli undici Istituti italiani, di quello di San Marino e delle cinque Classi indipendenti. A sottolineare la centralità dell’incontro è stata la partecipazione di una delegazione dell’Hanban, l’Ufficio per la diffusione della lingua cinese all’estero, guidata dal vicedirettore Ma Jianfei. “Spero di poter visitare la casa di Matteo Ricci”, ha detto quest’ultimo durante i saluti iniziali. Erano presenti anche il consigliere per l’istruzione dell’Ambasciata cinese Luo Ping e il console generale cinese a Firenze Wang Fuguo. A dare loro il benvenuto, il rettore dell’Ateneo e presidente dell’Istituto Confucio maceratese Luigi Lacchè insieme ai direttori Giorgio Trentin e Yan Chunyou.

“Il fatto che Macerata sia stata scelta come sede per un’assemblea tanto importante a solo cinque anni dalla nascita del nostro Istituto è un segnale di attenzione per il lavoro che abbiamo svolto – ha commentato Lacchè -. Una crescita così repentina è stata accompagnata da un grande lavoro per far sviluppare ulteriormente l’Istituto dal punto di vista qualitativo, proponendo modelli sempre più efficaci per l’insegnamento della lingua e della cultura cinesi in Italia”.

Tanti i temi al centro dell’incontro, protrattosi fin nel pomeriggio, imperniati principalmente sul miglioramento della didattica e sull’armonizzazione delle strategie dei singoli istituti in una logica sinergica. Come ha sottolineato il vicedirettore dell’Hanban Ma Jianfei, tre sono i principali fronti di manovra individuati dal governo cinese. Il primo riguarda la formazione di insegnanti italiani di cinese per le scuole e le università, viste le difficoltà spesso affrontate dagli insegnanti cinesi che non parlano l’italiano. Altro punto importante è lo sviluppo di progetti di ricerca comuni incentrati su personaggi simbolo del dialogo tra Italia e Cina come, appunto, Padre Matteo Ricci. Infine, si ritiene necessario migliorare il coordinamento delle risorse insieme alla creazione di una piattaforma nazionale e di un modello comune tra gli Istituti Confucio italiani.

In questo senso – come ha ricordato il consigliere per l’istruzione dell’Ambasciata cinese Luo Ping – sono stati accolti molto positivamente alcuni recenti passi in avanti, come l’istituzione, per la prima volta, da parte del ministero dell’istruzione italiana, di tredici cattedre per la lingua cinese e l’accordo firmato lo scorso anno tra i governi dei due Paesi per il mutuo riconoscimento dei titoli di studio.

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