Il Festival Ferré è nell’aria, i criteri ispiratori di un grande evento

Il Festival Ferré è nell’aria, i criteri ispiratori di un grande evento

 

di Rosita Spinozzi

 

 

SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Il Festival Ferré è nell’aria e si sente. La sua presenza aleggia come un frizzante alito di vento per le vie della città, nei cuori appassionati dei cultori, negli animi sensibili, ed anche nelle nuove generazioni desiderose di ascoltare artisti di alto livello non usurati da eccessiva notorietà mediatica.  Il Festival Ferré è nell’aria e si vede. La  bellissima immagine realizzata da Philippe Dedeur per il manifesto della 21^edizione colora la Riviera, il sorriso del direttore operativo Maurizio Silvestri è più luminoso del solito,  mentre il sano entusiasmo del deus ex machina Giuseppe Gennari, direttore artistico e presidente del Centro Ferrè, riesce a contagiare persino chi viaggia lontano anni luce da questo mondo. C’è palpabile energia nell’aria. Signore e signori, ci siamo: il Festival Ferrè, l’evento per eccellenza della Città di San Benedetto del Tronto, apre la sua ventunesima edizione venerdì 10 e sabato 11 giugno alle ore 21,15 presso il Teatro Concordia, per poi tornare mercoledì 24 agosto con la serata speciale ‘Bon anniversaire, Léo Ferré!’, dedicata ai cento anni dell’immenso chansonnier monegasco. In scena artisti di alto profilo come Céline Pruvost, Giovanni Truppi, Pilar, Bernard Cimon,  Daniele Di Bonaventura e Giovanni Ceccarelli, Cali e Steve Nieve, Christiane Courvoisier, Michel Hermon, Annick Cisaruk.  «Più che fare una parata degli astri solari notturni che illumineranno il Festival Ferré, riteniamo opportuno esternare i criteri ispiratori di una manifestazione che quest’anno coincide con il 100° anniversario della morte del Maestro» così Gennari ha esordito durante la presentazione dell’evento alla stampa, sottolineando la presenza di prime assolute e l’intento di emozionare il pubblico attraverso la scelta di artisti non convenzionali «Il primo criterio è quello di non  tenere rinchiusa l’opera somma di Léo Ferré in una sorta di mausoleo, in cui restare a contemplarla tra privilegiati cultori accomunati da una idolatria di salvaguardia da presunte contaminazioni, ma di portarla, invece, fuori a prendere aria e veicolarla, attraverso una grande varietà di interpreti. Quindi  verso molteplici fasce di pubblico per diffonderne la ricchezza di contenuti traducibili  in poesia e musica, avvicinandola soprattutto alle giovani generazioni e a quanti hanno abitudini auditive distanti da canzonieri di classico repertorio». Il secondo criterio?  Calamitare l’attenzione del pubblico proponendo artisti di notevole qualità ma di non facile incontro, ancora caratterizzati da un certo sapore di  novità, a volte anche assoluta in Italia. Il Festival Ferré negli ultimi anni ha viaggiato in questa direzione, spalancando le porte anche a giovani e promettenti cantautori italiani che si sono rivelati un valore aggiuto per la manifestazione, senza compromettere in alcun modo la ‘sacralità’ dell’opera di Ferré, in quanto intelligente e sincero pegno d’amore nei confronti di un artista eterno. A tal proposito quest’anno la partecipazione di Giovanni Truppi, applaudito al Tenco 2015 ed attualmente  indicato dalla critica come il cantautore italiano più promettente, è un asso nella manica. Non si fa peccato, inoltre, gridare al miracolo quando saliranno sul palco del Concordia Cali, astro trainante del panorama ‘cantautorale’ francese, accompagnato da un mostro sacro del ‘tastierismo’ internazionale come Steve Nieve (Attractions di Elvis Costello, docet!).  Grande attesa anche per Pilar, ‘donna di canto e d’incanto’ dalla voce insinuante ed evocatrice come quella di una sirena, e per tutti gli altri interpreti che faranno brillare l’evento. «Per la 21^edizione del Festival Ferré siamo riusciti a comporre il cast coniugando ottimamente sia la qualità degli artisti prescelti con la novità degli stessi, sia queste due caratteristiche della qualità e della novità, con il criterio prima enunciato consistente nell’intenzione di propagare il canzoniere di Ferré verso tutte le fasce possibili di fruitori di canzoni d’autore» spiega Gennari «In barba, dunque, a qualsiasi tentativo snobistico di tenerlo in qualche modo rinchiuso, sia pure nel più magnifico dei mausolei. Meglio per la strada a prendere aria che a soffocare nel chiuso di un museo, direbbe Ferré!». Immancabile l’opuscolo di presentazione che, da sempre, accompagna il Festival con una originale presentazione degli artisti che si esibiranno durante le tre serate. Una valida guida  per ‘studiare’ gli ospiti eccelsi che ancora non conosciamo bene ma che, una volta terminato il Festival, diventeranno indimenticabili e, quindi, entreranno inevitabilmente a far parte della nostra vita. Perché è questa la vera magia del Festival Ferré: mantenere sempre accesi i riflettori sulla nostra anima, anche quando si spengono le luci di scena e cala il sipario.

conferenza Festival Ferrè
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