Le paure più ancestrali dell’uomo in Otello

Le paure più ancestrali dell’uomo in Otello

 

L’opera di Giuseppe Verdi è messa in scena dal regista spagnolo Paco Azorín

 

Macerata, 8 luglio – Una celebrazione dei tre geni che si celano dietro Otello: Giuseppe Verdi, il librettista Arrigo Boito e il poeta inglese William Shakespeare. Si presenta in questo modo lo spettacolo diretto da Paco Azorín che, considerando l’opera come comunione tra parola e musica – dunque tra Shakespeare e Verdi – cerca di essere il più invisibile, così da lasciare spazio ai tre talenti che hanno firmato Otello. In quest’ottica, il regista spagnolo parte proprio dall’opera originale di Shakespeare, anzitutto riprendendo il primo dei cinque atti, completamente soppresso da Boito nel suo libretto, che fa da prologo esplicativo e mette in luce il particolare rapporto di Otello con l’amata Desdemona. Con questa scelta, il metteur en scène spagnolo offre al pubblico una chiave di lettura per comprendere la gelosia di Otello, che scaturisce dalla sua paura di perdere l’amata. Azorín spiega anche un’altra sua nota di regia, quella di identificare Jago come protagonista. Verdi stesso aveva inizialmente voluto intitolare la sua opera Jago, proprio perché è lui che tira le fila, che controlla tutti i personaggi per poterli mettere a servizio dei suoi piani.  

Quello di Paco Azorín si prospetta come uno spettacolo volto a una lettura fedele dell’opera di Verdi e Shakespeare, senza semplificazioni e con scelte di regia che permettono al pubblico di non vedere nell’Otello solo una storia di gelosia, ma qualcosa di più complicato, vicino alle paure più ancestrali dell’uomo.

Lo spettacolo debutta sul palcoscenico dello Sferisterio il 22 luglio e inaugura la 52ª edizione del Macerata Opera Festival. È realizzato in collaborazione con il Festival Castell di Peralada, a Girona in Spagna. Il regista spagnolo, vincitore del premio Campoamor “miglior spettacolo del 2015” con questa coproduzione, cura anche le scene, i costumi sono disegnati da Ana Garay, Carlos Martos è il coreografo, il disegno luci è di Alvert Faura, i video di Pedro Chamizo. La bacchetta del Maestro Riccardo Frizza, grande esperto di repertorio italiano, presenza costante nei principali teatri del mondo, dirige l’esecuzione musicale affidata all’Orchestra Filarmonica Marchigiana, al Coro Lirico Marchigiano “V. Bellini”, al Coro di voci bianche Pueri Cantores “D. Zamberletti” e al Complesso di palcoscenico Banda “Salvadei”.

Tra le voci più attese, quella del tenore americano Stuart Neill nel ruolo di Otello e di Roberto Frontali in quello di Jago. Per la prima volta nel ruolo di Desdemona è il soprano Jessica  Nuccio, mentre con Cassio debutta allo Sferisterio il giovane tenore marchigiano Davide Giusti. Completano il cast Tamta Tarieli (Emilia), Manuel  Pierattelli (Roderigo),  Seung Pil Choi (Lodovico), Giacomo Medici (Montano) e Franco Di Girolamo (Un araldo).

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