Premio Bizzarri, ‘Il lungo viaggio di Joyce Lussu’ visto con gli occhi della regista Marcella Piccinini

Premio Bizzarri, ‘Il lungo viaggio di Joyce Lussu’ visto con gli occhi della regista Marcella Piccinini

 

di Rosita Spinozzi

 

 

San Benedetto del Tronto, 2016-07-14 – Il Premio Bizzarri (1-27 luglio) incontra la poesia e lo fa nel migliore dei modi dedicando la serata di venerdì 15 luglio alla potente figura di Joyce Lussu, scrittrice, poetessa, partigiana, traduttrice di tanti poeti tra cui il turco Nazim Hikmeth, ed il primo presidente dell’Angola Agostinho Neto. Donna di grande intelligenza e di straordinario carisma, Joyce Lussu ha vissuto nelle Marche, a Fermo, ed ha avuto il grande pregio di non ‘fermarsi mai’ riuscendo ad avere una vita autonoma importante anche quando sarebbe stato più facile adattarsi ai salotti romani, protetta dalla ‘grande ombra’ del marito Emilio Lussu, politico e scrittore. L’omaggio alla scrittrice inizierà, domani alle ore 19 presso la Sala Smeraldo dell’Hotel Calabresi’, con ‘AperitivoInDoc -Inventario delle cose certe’, durante il quale verranno proposte poesie della Lussu a cura di Alfredo Luzi (Università di Macerata) con letture di Flavia Mandrelli (vicepresidente Fondazione Bizzarri). La serata, condotta dal docente universitario e critico cinematografico Andrea Fioravanti, proseguirà alle ore 21 con la proiezione dei documentari di ItaliaCortoDoc, per poi dare ampio spazio all’incontro con la regista Marcella Piccinini e conferire il Premio ItaliaDoc ‘Miglior Soggetto’ alla sua opera filmica ‘La mia casa e i miei coinquilini. Il lungo viaggio di Joyce Lussu’ (59’), un viaggio tra fronti e frontiere, tra l’antifascismo militante e la lotta anticolonialista, attraverso suggestivi materiali d’archivio. Un lavoro che trae spunti di riflessione dall’intervista che Marco Bellocchio ha fatto a Joyce Lussu nel 1994, sottolineando il suo atteggiamento privo di sogni ed illusioni nei confronti della vita, ma estremamente attivo. «La prima volta che ho visto l’intervista di Marco Bellocchio a Joyce Lussu sono rimasta impressionata dal loro rapporto. Joyce Lussu mi ha conquistato per la sua immediatezza e il suo essere senza barriere: una donna anziana bellissima, perché quello che ha vissuto si riflette nei suoi occhi. Il giorno dopo ho cercato ovunque i suoi libri. Mi hanno lasciato senza fiato, probabilmente perché avevo proprio bisogno di sentirmi dire tante cose di cui Joyce parla e soprattutto nel modo in cui lei ne parla» spiega Marcella Piccinini, sottolineando che in seguito Bellocchio le ha detto che avrebbe potuto realizzare un documentario partendo proprio dalla sua intervista. Cosa che ha subito fatto, seguendo come filo conduttore la lotta di Joyce per ottenere la propria realizzazione personale, ricostruendo la sua vita e gli incontri avuti con Nazim Hikmet, Agostinho Neto e i poeti rivoluzionari. « Abbiamo cercato, tramite il montaggio, di far risaltare la sua personalità, che emerge molto bene dalle domande di Marco Bellocchio. Se guardo questa intervista per intero, mi rendo conto di quanti altri spunti e di quanti argomenti avrei potuto parlare e ne capisco di nuovo la complessità, ma ho deciso di dare rilievo a quello che più mi ha colpito: la sua storia con Emilio Lussu, il rapporto con la sua femminilità e il periodo partigiano».

Biografia regista

Marcella Piccinini, nata a Montichiari (Bs) nel 1974, vive da diversi anni a Bologna, dove ha anche studiato. Diplomata all’Istituto d’Arte e all’Accademia di Belle Arti. In seguito, sempre con l’aiuto di borse di studio, ha frequentato una serie di scuole, tra cui la scuola di fotografia di Vevey. Si è successivamente laureata al Dams di Bologna. Ha partecipato al corso di regia tenuto da Marco Bellocchio nel 2007-2008, quindi la FAMU di Praga. Al Dams-Cinema si è laureata con un documentario che è stato il primo di una serie di ‘corti’ che sono stati selezionati e premiati in più festival. Uno di essi, La luna di Kiev, è stato anche proiettato in molti cinema dell’Emilia Romagna. Racconta la vita delle badanti ucraine in Italia ed è stato girato compiendo insieme a un gruppo di loro il viaggio in pullman da Bologna a Kiev e ritorno nel periodo delle feste di fine anno. Ha realizzato altri corti tra i quali Il mondo capovolto, che tratta il tema della dislessia , Aneta, e Petra.  Ha collaborato come costumista e scenografa a vari lavori cinematografici tra cui Sorelle Mai di Marco Bellocchio.

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