Muro ex carceri, al via i lavori per chiudere la breccia

Muro ex carceri, al via i lavori per chiudere la breccia

 

L’attività di recupero si concluderà nei prossimi giorni. L’inaugurazione del nuovo spazio aperto al pubblico è prevista entro ottobre.

 

Macerata – Nei prossimi giorni l’Università di Macerata concluderà i lavori di recupero del cortile delle ex carceri tra via Illuminati e vicolo Tornabuoni, che originariamente fu orto del monastero di Santa Chiara e che, nell’Ottocento, divenne spazio per i detenuti del carcere attiguo. L’inaugurazione ufficiale è prevista entro fine ottobre. Il progetto, elaborato dall’Area Tecnica dell’Ateneo, ha trasformato il muro di cinta – vincolato dalla Soprintendenza – in risorsa, permettendo di configurare e attrezzare il cortile in modo ottimale per ospitare anche eventi culturali e ludici, quali, ad esempio, convegni, manifestazioni, cinema all’aperto. Per aumentare la capacità di resistenza alle sollecitazioni sismiche, si è intervenuti sulla parte di muro che si affaccia su vicolo Tornabuoni e si interverrà, nei prossimi giorni, su quello che si affaccia su via Illuminati. La breccia, per imposizione della Soprintendenza, sarà chiusa con interventi di miglioramento sismico a tutela della sicurezza degli spazi pubblici vicini.

“La conclusione di questo progetto – sottolinea il rettore Luigi Lacchè – rappresenta un evento storico per l’Università e la città di Macerata in quanto, per la prima volta, lo spazio sarà aperto al pubblico”. All’interno del cortile, infatti, la pavimentazione, le panchine, l’illuminazione, il verde e la rete wifi gratuita contribuiranno a trasformare un’area storicamente chiusa alla città in luogo di incontro e di socializzazione, accessibile anche da parte delle persone con ridotta capacità motoria. “L’incontro e lo scambio tra la dimensione culturale dei vicini edifici universitari – prosegue Lacchè – e la dimensione ricreativa dello spazio aperto realizzeranno un innovativo e ibrido luogo pubblico, capace di attivare meccanismi sociali di identificazione e di riappropriazione di un’area centrale del tessuto storico della città di Macerata”.

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