Occhio Amico Pda: per la sicurezza della città, essere cittadini e vicini responsabili

Occhio Amico Pda: per la sicurezza della città, essere cittadini e vicini responsabili

 

San Benedetto del Tronto, 2016-11-25 – Ispirati alla Associazione nazionale “Controllo del Vicinato” , i fondatori di questa associazione ritengono che essere un vicino responsabile è la soluzione migliore per la sicurezza di tutti. E la chiave è lo spirito di aggregazione sociale: ritrovarsi, stare insieme, comunicare sia per il bene comune che per quello individuale. La Associazione no-profit Occhio Amico PdA, membro della UNIVOL, è nata a ottobre 2015, da un gruppo di amici di Porto d’Ascoli che facevano già parte del comitato di quartiere di Porto d’Ascoli Centro.Il Presidente è Antonio Core, e coordinatori sono Pasqualino Ruggieri, Davide Speca e Ilenia Giobbi; gli iscritti sono circa 300 e hanno un gruppo su whatsapp per segnalarsi emergenze, possibili pericoli ma anche problemi stradali e di illuminazione sul territorio. Per Occhio Amico, è importante “avere occhio” per il sociale, con particolare attenzione alla sicurezza. La decisione di fondare la associazione, infatti, è nata da un allarmante dato statistico: se nell’intero 2014 erano 600 i casi totali di denunce di furti, truffe e altri crimini a Porto d’Ascoli, nel 2015 , ad ottobre, quindi in 10 mesi, erano già saliti a 1600. Occhio Amico PdA è in costante contatto con le forze dell’ordine locali e in collaborazione con la Amministrazione Comunale per aiutare e segnalare casi sospetti.


Pasqualino, parlaci del modo di operare della Associazione Occhio Amico Pda
Abbiamo sentito la necessità di fare qualcosa per la nostra città.In fin dei conti, noi facciamo quello che facevano i nostri nonni: aprire gli occhi su quello che succede nel vicinato. Ma senza fare gli eroi. Senza creare falsi allarmi: prima verifichiamo e poi chiamiamo le forze dell’ordine. Non facciamo ronde, ma ci riappropriamo dei nostri spazi come cittadini facendo delle passeggiate, portando anche a spasso il cane.
Il nostro modo di operare è creare una rete di cittadini:i nostri obiettivi si raggiungono con l’aggregazione sociale. Tra di noi le informazioni viaggiano velocemente (per esempio per segnalare finti operai del Gas o banconote false smerciate nei vari negozi)e c’è solidarietà e supporto(per esempio se io vado in vacanza chiedo al vicino di dare un occhio a casa). La nostra rete fa affidamento sui social ed in particolare su whatsapp.Il tutto in supporto alle Forze dell’ordine. Non ci sostituiamo ad esse.
Abbiamo chiesto al comune di aderire al Controllo del Vicinato. Presto faremo un incontro e speriamo che il comune aderisca, altrimenti andremo avanti noi con una rete quartiere per quartiere.

Come associazione presente sul territorio di San Benedetto e Porto d’Ascoli, ci puoi segnalare, a vantaggio dei cittadini, se ci sono posti che sconsigliate e ritenete pericolosi, soprattutto di notte?

Non ci sono luoghi che sconsigliamo, anzi il nostro scopo è adoperarci affinchè tutti gli angoli della città, dal più periferico al più centrale, tornino alla completa fruibilità dei cittadini. Per far questo è necessaria innanzitutto la presenza sul territorio delle forze dell’ordine (e già sono presenti) ma anche e soprattutto dei cittadini. Cosi facendo possiamo evitare che certe zone diventino degradate, inospitali e mal frequentate.
Detto questo, sono diversi i posti che, ad oggi, presentano grosse criticità e nessun quartiere ne è esente. Penso alle 2 stazioni ferroviarie (quella di PdA è senza Polfer nè telecamere), al sottopasso di Via Calatafimi (cosiddetto pontino lungo), a Piazza della libertà al Paese Alto, o ancora al sottopasso di via dell’Airone, che pur essendo ciclo-pedonabile è attraversato da scooter o addirittura da cavalli (i cittadini hanno paura a scendervi e i disabili sono impossibilitati a percorrerlo).
La mancanza di una illuminazione adeguata è uno dei fattori di rischio maggiore!

Quali sono le primarie precauzioni che consigliate per la sicurezza?
Dai dati della Polizia si evince che quasi 3 reati su 4 possono essere evitati attuando dei semplici accorgimenti, sia quando si è in casa che quando si è fuori. Ne cito alcuni: chiudete casa o auto anche se vi allontanate per pochi minuti; cercate di non girare soli o comunque di non indossare gioielli o preziosi; camminate tenendo la borsa dal lato opposto alla strada; migliorate la difesa passiva delle vostre case (inferriate, illuminazione esterna); se potete dotatevi di un sistema di allarme, non aprite a nessun sconosciuto e, se vi sentite in pericolo, avvertite le Forze dell’ordine.
Come associazione stiamo facendo una grande opera di sensibilizzazione in tal senso, soprattutto verso gli anziani. Abbiamo stampato, grazie ad uno sponsor, un vademecum con questi consigli e lo abbiamo consegnato agli anziani in diverse zone della città. Ricordiamoci che loro sono il principale (non certo l’unico) obiettivo dei truffatori.

Quali sono i dati della criminalità su San Benedetto nel 2016? Sono più allarmanti che nel 2015?
Su questo aspetto c’è subito da dire che, forse per una mancanza di fiducia, molti non denunciano. Questo comportamento è sbagliato. Ogni reato va denunciato: solo cosi possiamo aiutare le Forze dell’ordine e quindi la nostra Città. I problemi vanno sempre evidenziati cosicchè chi ne ha responsabilità possa prenderne atto e intervenire. I dati del ministero riguardanti la nostra provincia hanno mostrato un sensibile aumento dei reati (soprattutto quelli predatori) tra il 2014 e il 2015, in particolare commessi a danno degli Over 65.
Le forze di Pubblica Sicurezza stanno facendo un gran lavoro e grazie a loro, e ad alcune attività che abbiamo posto in essere come associazione nel nostro territorio, possiamo affermare che abbiamo la sensazione che questa tipologia di reati siano in leggera diminuzione.
Avete mai sventato qualche episodio di criminalità con il vostro operato? Ce lo puoi raccontare?
Sì, abbiamo almeno un paio di casi in cui i nostri associati, grazie ad una tempestiva segnalazione, hanno permesso alle forze di Pubblica Sicurezza di cogliere sul fatto alcuni malviventi che si erano introdotti in una abitazione.
In un caso, due nostre associate hanno notato un movimento strano in un appartamento e hanno segnalato il tutto sul nostro gruppo whatsapp. Fatti i primi veloci controlli, abbiamo allertato le Forze dell’ordine, che intervenute immediatamente sul posto hanno potuto acciuffare i malviventi.
Questo episodio mi porta a evidenziare un aspetto molto particolare della nostra associazione ovvero la massiccia presenza di donne (sono oltre il 65%) su un totale di circa 300 associati. La loro presenza, molto attiva, è preziosa e dovrebbe far riflettere sull’effettiva esigenza di sicurezza nella nostra Città.
Le telecamere sono un metodo preventivo effettivo? dove sono collocate?
Si, sicuramente sono un valido deterrente. Va posta però particolare attenzione a 3 aspetti: luogo di installazione, tipologia di telecamere, tipo di supervisione. Secondo la nostra proposta alla Amministrazione, le telecamere vanno poste agli accessi della città (nord, sud, ovest) e in particolari luoghi particolarmente critici (stazioni, luoghi di movida, periferie etc.). Tali telecamere devono essere intelligenti (lettura targa, riconoscimento facciale etc) e devono essere supervisionate in tempo reale con segnalazioni immediate verso gli operatori. Abbiamo apprezzato che l’attuale Giunta Comunale ci abbia dato ascolto e abbia già stanziato i fondi per le prime 12 telecamere, che verranno poste nelle zone del centro cittadino. Il progetto ne prevede oltre 70 e saranno collocate su tutto il territorio comunale con un occhio di riguardo alle vie di accesso alla città e alle zone periferiche.

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