Certo, il terremoto è un evento drammatico.
Un evento che segna profondamente un territorio ma spetta all’uomo trasformare la distruzione e la costernazione per la perdita di tante, troppe vite umane, in un momento di rigenerazione, di crescita. Un momento nel quale possiamo riflettere sulla nostra storia e gettare le basi per il nostro futuro.
Il terremoto quindi come momento di rinascita? Sì. Lo scriveva già nel 1936 John Maynard Keynes, nella sua Teoria Generale . L’economista sosteneva che i terremoti, e perfino le guerre, possono servire per far crescere l’economia e la ricchezza di una comunità.
Abbiamo quindi l’occasione per reagire ad un evento terribilmente drammatico volgendolo in positivo.
Se la classe politica tutta farà la sua parte, senza badare ad interessi spiccioli di bottega, la ricostruzione potrà diventare qualcosa di molto importante per il nostro territorio, auspicando anche di essere inseriti nell’elenco dei comuni del cratere.
Le recentissime scosse sismiche hanno ancora una volta, ad esempio, evidenziato la fragilità delle infrastrutture viarie e dei servizi.
Più volte infatti la Salaria è rimasta bloccata a lungo.
Eppure quella statale è l’unico collegamento che abbiamo con l’entroterra e con il versante tirrenico. Un’arteria strategica per le popolazioni dell’interno e per collegamenti tra est e ovest.
Da tempo, troppo, si parla di potenziare ed ampliare la nostra rete delle infrastrutture. Ad esempio, oltre al completamento del tratto di Salaria tra Acquasanta e Trisungo, potrebbe essere l’occasione per completare la ex SS. 78 nel tratto tra Croce di Casale e Comunanza, avvicinando ancora di più i SIBILLINI al capoluogo, procedere al collegamento dell’Ascoli-Mare con l’autostrada dei parchi A24 e mettere mano finalmente alla bretella di San Benedetto.
Inoltre sarebbe opportuno rivedere la rete acquedottistica ed in particolare, le condotte adduttrici realizzate negli anni ‘50.
Non è questo il momento di pensare a opere faraoniche come il ponte sullo stretto; il governo potrebbe volare un po’ più a misura del cittadino e pensare ad un piano di investimenti per far ripartire la nostra economia e mettere in sicurezza le nostre case. Censire quindi gli edifici a rischio, predisporre un piano ventennale per finanziare i miglioramenti e gli adeguamenti sismici e un piano straordinario di promozione turistica. Le zone terremotate, inserite nella bellezza del parco dei Sibillini, traevano dal turismo la loro maggiore fonte di ricchezza.
Sta quindi a noi, alla classe politica, evitare la desertificazione dell’entroterra, sostenendo e rilanciando quelle economie con interventi mirati nel breve e medio termine.
Certo il renzismo in questo momento è alle prese con la sopravvivenza politica legata al referendum.
Ma l’Italia non è solo referendum, non è solo interessi di parte politica. E’ ben altro.
E’ coraggio, è altruismo, è voglia di rimboccarsi le maniche, di crescere, di rinascere, di dare un futuro, e migliore, ai nostri giovani.
Concentriamoci tutti per risollevare l’economia reale del nostro territorio.
L’Italia non può essere soltanto il giglio più o meno magico. Non può essere soltanto un PD lacerato da mille e una diversità ma unito nella gestione del potere.
Il Piceno così come l’Italia reale è ben altro. E merita ben altro.
Ing. PIERO CELANI
CONSIGLIERE REGIONALE FORZA ITALIA MARCHE