La “biopsia che venne dal freddo”

La “biopsia che venne dal freddo”

La Pneumologia dell’Ospedale di Ascoli Piceno all’avanguardia nelle tecniche di biopsia polmonare.

Ascoli Piceno – Recentemente è stata messa a punto (in particolare dal gruppo del dott. Venerino Poletti della Unità Operativa di Pneumologia dell’Ospedale di Forlì) una metodica di prelievo che sfrutta l’effetto delle basse temperature per eseguire biopsie polmonari. Si tratta di una tecnica, disponibile a tutt’oggi in pochi Centri Pneumoloigici in Italia, che ha rivoluzionato il modo di eseguire la biopsia polmonare.

Il campionamento di tessuto polmonare, soprattutto per la diagnosi di alcune malattie che interessano diffusamente il polmone (cosiddette pneumopatie infiltrative diffuse), è stato sempre in bilico fra piccoli prelievi, eseguiti in modo miniinvasivo (le biopsie transbronchiali eseguite con il fibro- o il video-endoscopico), e grandi prelievi, eseguiti però con tecniche chirurgiche (biopsie a cielo aperto o in toracoscopia video assistita).

I prelievi con questa nuova tecnica, vengono eseguiti in sedazione profonda o in anestesia generale, introducendo attraverso le vie aeree un broncoscopio ed una sonda che congela i tessuti, la “criosonda”. Questa viene spinta fino ad arrivare alla zona di tessuto da campionare che viene congelato e poi estratto per l’analisi.

La criobiopsia, rispetto alle due tecniche precedenti sopra descritte, presenta il vantaggio di ottenere campioni di tessuto di dimensioni e conservazione adeguati a consentire una migliore analisi da parte dell’anatomo-patologo, con una percentuale di eventi avversi molto contenuta.

La criobiopsia è particolarmente utile in un gruppo di patologie polmonari chiamate pneumopatie infiltrative diffuse, ossia patologie che riguardano la trama del tessuto polmonare. Tra queste, ad esempio, la fibrosi polmonare idiopatica, una patologia che causa alterazioni di tipo fibrotico con un andamento progressivo e irreversibile e per la quale sono attualmente disponibili due farmaci anti-fibrotici in grado di rallentare il decorso della malattia. Per questi pazienti, in caso di dubbio diagnostico, la biopsia polmonare è necessaria per valutare la possibilità di accesso al trattamento.

L’Unità Operativa di Pneumologia dell’Ospedale di Ascoli Piceno è uno dei Centri Prescrittori dei due farmaci anti-fibrotici attualmente disponibili in Italia (pirfenidone e nintedanib). La disponibilità quindi della tecnologia e dell’esperienza per eseguire criobiopsie polmonari è un traguardo importante che vede l’UOC di Pneumologia dell’AV5- Direttore Dr. Riccardo Pela – al passo con gli standard internazionali nella diagnostica e nella terapia delle malattie polmonari, in questo caso, nel campo delle pneumopatie infiltrative diffuse.

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