8 MARZO: NON SOLO MIMOSE, GRAZIE!
di Gaia Di Bonaventura e Matteo Di Girolamo dell’I.I.S. “A. Capriotti” *
San Benedetto del Tronto, 2017-03-08 – Ogni anno l’8 Marzo si celebra la giornata internazionale della donna. È stata istituita per ricordare non solo le conquiste politiche, sociali ed economiche raggiunte dalle donne, ma anche le violenze, le discriminazioni, di cui le donne sono vittime ancora oggi.
Per molto tempo, questa giornata è stata fatta risalire ad una presunta strage avvenuta nel 1908 in una fabbrica tessile di New York, dove avrebbero perso la vita delle operaie, a causa di un incendio provocato appositamente dal proprietario, in seguito ad uno sciopero delle dipendenti: in realtà sembra si tratti di una leggenda metropolitana. La festa ha, infatti, origini più complesse, legate ad anni di lotta e di rivendicazioni che, a partire dagli Stati Uniti, si sono diffuse in tutto il mondo grazie alle associazioni femministe, contribuendo progressivamente a focalizzare l’attenzione sulla condizione femminile.
Anche in Italia tanti sono stati gli obiettivi raggiunti dalle donne nel corso degli anni nei vari fronti, dal diritto al voto del ’46 alla parità salariale, alla legge sul divorzio, alla tutela della maternità. Nonostante questo lungo cammino antropologico, culturale, sociologico e legislativo, i media riferiscono ogni giorno storie di violenza, di follia, di aggressività e di donne che perdono la vita per mano dei loro compagni o che sono costrette a sopportare violenze domestiche.
Per questo motivo, l’ultimo 8 Marzo è stato particolarmente sentito dalla popolazione femminile, che ha cercato di spostare l’attenzione su quelle donne ancora vittime di mentalità grette e maschiliste: non a caso, i tipici eventi celebrativi, ornati di mimose e cioccolatini, hanno lasciato il posto quest’anno a momenti di protesta, con manifestazioni e scioperi, organizzati in 40 Paesi di tutto il mondo.
La festa delle donne appena trascorsa è stata definita la più politica degli ultimi anni, lontana da frivolezze e superficialità, con la chiara volontà di riaffermare la dignità e il valore della condizione femminile, perché una fragile mimosa diventi il simbolo di una rivoluzione culturale da intraprendere.
* I.I.S. “A. Capriotti” di San Benedetto del Tronto
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