dalla Cna Ap

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2017-04-13

TERREMOTO, LA CNA DI ASCOLI ESPRIME SODDISFAZIONE PER L’ISTITUZIONE DELLE ZONE FRANCHE URBANE NEI COMUNI DANNEGGIATI.
ESENZIONE IRES E IRPEF BANNALE FINO A 100MILA EURO, IRAP FINO A 300MILA EURO E IMU. BALLONI, DIRETTORE DELLA CNA PICENA: “ABBIAMO LOTTATO FINO ALL’ULTIMO GIORNO – GRAZIE AL SUPPORTO DEL SISTEMA NAZIONALE DELLA CNA – PER LA SUA INTRODUZIONE NELLA LEGGE SULLA RICOSTRUZIONE”

La Cna esprime soddisfazione per la decisione del Governo di istituire zone franche urbane in tutti i comuni dell’Italia centrale colpiti dai recenti terremoti. Sono state finalmente accolte le richieste arrivate dagli artigiani e dalle piccole imprese delle aree terremotate che la Cna ha sostenuto in tutte le sedi istituzionali. Un aiuto per favorire concretamente il ritorno alla normalità di questi territori e per riattivare un tessuto economico composto in prevalenza da artigiani e piccole e piccolissime imprese.

COSA SONO LE ZONE FRANCHE URBANE. Le imprese possono beneficiare, in relazione ai redditi e al valore della produzione netta derivanti dalla prosecuzione dell’attività nei Comuni colpiti, di una esenzione biennale Ires e Irpef (fino a 100 mila euro di reddito), Irap (fino a 300 mila euro di valore della produzione netta) e Imu, nel rispetto dei limiti e delle condizioni stabiliti dai regolamenti ‘de minimis’. Per i dettagli occorrerà attendere la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, ma intanto è confermato il fondo specifico di un miliardo di euro l’anno per tre anni (2017-2019) finalizzato a consentire l’accelerazione delle attività di ricostruzione.

I DATI DELLA CNA SULLA CRISI SOCIALE NEL PICENO.

NEL 2016 RADDOPPIATE LE RICHIESTE DI SOSTEGNO AL REDDITO. GIUSEPPE BRUTTI, RICONFERMATO PRESIDENTE DEI PENSIONATI DELLA CNA DI ASCOLI: “LE NUOVE RICHIESTE SONO QUASI TUTTE AD APPANNAGGIO DI NUCLEI FAMILIARI COMPOSTI DA GIOVANI COPPIE O DA SINGLE CON FIGLI A CARICO”

Cresce la richiesta di sostegno ai redditi familiari, diminuisce l’età media di chi ha bisogno di un aiuto per i bisogni primari della propria vita e della propria famiglia. E’ questo il quadro del Piceno che emerge dall’analisi che la Cna di Ascoli ha effettuato monitorando i primi nove mesi di attività dei propri sportelli dell’Area sociale, ovvero Epasa, Caf e Cna Pensionati. “Un disagio economico e sociale – spiega Anna Rita Pignoloni, direttrice del Patronato Epasa della Cna Picena – che per noi si traduce nel numero e nella tipologia di pratiche che l’utenza ci richiede. Oltre a questo come Cna pensionati continuiamo a prodigarci sul territorio per l’integrazione a pieno titolo degli anziani nella società. Fra le ultime cose da segnalare il corso organizzato con la Croce Rossa di Ascoli per aiutare i nonni a prendersi meglio cura dei propri nipoti”.

Ed eccoli i dati. Raddoppiate, ovvero da 240 del 2015 a 400 le richieste dei nuclei familiari che, avendo un reddito inferiore a 8mila Euro – si sono rivolti in Cna nel 2016 per le domande relative ai vari bonus previsti da Governo, Regione e comuni. E di questi richiedenti nel 2015, 30 hanno dichiarato di essere disoccupati. Nel 2016 i richiedenti disoccupati sono invece saliti a 110.

“Sono dati drammatici – precisa Giuseppe Brutti, presidente provinciale di Cna Pensionati – che contengono al loro interno un altro dato molto preoccupante e che nel 2017 noi come Cna e tutti coloro che operano nell’area del sociale dovranno valutare con grande attenzione e affrontare con determinazione. Non dimentichiamo infatti che nel nostro territorio oltre il 50 per cento delle spese per la cura di persone con difficoltà, anziani e no, è a quasi completo carico delle famiglie”. Il dato cui fa riferimento il presidente regionale di Cna Pensionati è relativo all’età di chi chiede interventi di sostegno al proprio reddito. Sempre in base alle pratiche espletate negli uffici della Cna provinciale di Ascoli e San Benedetto, da gennaio a ottobre 2016, rispetto allo stesso periodo del 2015, l’età media dei richiedenti di pratiche di sostegno (utenze domestiche, libri di testo, rette asili) si è drammaticamente abbassata. Nel 2015 62 richiedenti su 100 risultavano con anno di nascita precedente al 1960. Nel 2016 la proporzione si è quasi totalmente ribaltata: il 34 per cento dei richiedenti è risultato avere più di 54 anni, il 66 per cento meno. E con l’ingresso – che era invece in percentuale irrisoria negli anni precedenti – di una nuova categoria a rischio povertà: uno su tre richiedenti ha infatti meno di 35 anni, con uno o più figli a carico e monoreddito. Ovvero con un solo genitore occupato o in quanto genitore single.

Richieste sempre più articolate e diffuse che arrivano all’area sociale della Cna di Ascoli che ha appena rinnovato i propri organismi di rappresentanza. Confermato come presidente provinciale Giuseppe Brutti, e il suo vice Enrico Ciaffardoni, fanno altresì parte del direttivo: Italo Brandimarti, Alvaro Cafini, Mauro Vigiani, Luigina Sorbi, Giuliano Carosi, Domenico De Simone, Luciano Costantini, Giuseppe Lattanzi, Roberto Olivieri, Dino Coccia, Federico Scarpa.

“Anziani e famiglie giovani – conclude Francesco Balloni, direttore della Cna di Ascoli Piceno – condividono, dalle analisi fatte dai nostri operatori che sono al contatto con il pubblico, problematiche sempre più simili. Questo è lo specchio di una crisi sempre più grave e diffusa ma anche un segnale preciso per noi per proseguire in un’azione di sostegno al reddito dei nuclei più svantaggiati. Ancor di più in questo momento delicatissimo per il Piceno, visti i targici fatti legati al terremoto”

Balloni

 

Cna: “Green Job nel fashion, progettare, produrre e vendere la moda sostenibile”

 

la neoportavoce federmoda Cna, Arianna Trillini, con il vice presidente Massimo Mancini, la funzionaria cna Irene Cicchiello e la presidente regionale Cna Federmoda Doriana Marini

 

SUCCESSO DI PUBBLICO PER IL CONVEGNO DELLA CNA PICENA SULLA MODA SOSTENIBILE. ARIANNA TRILLINI E’ LA NEOPORTAVOCE PROVINCIALE DI CNA FEDERMODA. DORIANA MARINI, PRESIDENTE REGIONALE DI CNA FEDERMODA: “TUTELA DEL MADE IN ITALY PER SALVAGUARDARE CHI CONSUMA E CHI PRODUCE MENTRE NEL PICENO OLTRE LA META’ DEL FATTURATO DEI FALSI RIGUARDA PROPRIO L’ABBIGLIAMENTO E IL TESSILE”.

Difendere la moda “vera”. Nelle Marche oltre la metà dei 300 milioni di fatturato del “falso” riguardano proprio abbigliamento e tessile. Teni di grande attualità che hanno portato oltre quattrocento partecipanti a San Benedetto del Tronto al “Green Job nel fashion, progettare, produrre e vendere la moda sostenibile”, il convegno organizzato dalla Cna di Ascoli Piceno, settore Federmoda, al Palariviera. Fra gli interventi più seguiti quelli del responsabile nazionale Federmoda Cna Antonio Franceschini e degli economisti Marco Richetti e Aurora Magni. Al termine del convegno l’assemblea dei soci dell’Unione Federmoda provinciale Picena hanno nominato Arianna Trillini portavoce del settore per la Cna.

“Il sistema della moda e del tessile del Piceno è fra quei comparti che ha resistito meglio al gravissimo impatto della crisi – spiegano Luigi Passaretti e Francesco Balloni, presidente e direttore della Cna di Ascoli – e attualmente ci sono in provincia ben 500 aziende che operano in questi campo. Il calo di imprese, di fatturato e di dipendenti purtroppo c’è stato, ma in misura minore rispetto ad altre realtà regionali. Probabilmente anche per una capacità che c’è stata di reinventarsi con la creatività artigiana e il saper fare che la Cna Picena si sta adoperando per mettere in rete, rendendo così più competitive le imprese, anche nei confronti dei sempre più difficili mercati esteri”.

Questi i dati elaborati, per la Cna Picena, dal Centro studi della Cna regionale delle Marche. Tra il 2009 e il 2016 il comparto moda delle Marche ha perso 2 mila addetti e 675 imprese, pari al 10 per cento delle 6.178 aziende in attività A pagare il conto più salato sono state le imprese di calzature e articoli in pelle (-574) mentre l’abbigliamento ha perso 62 aziende e il tessile 39. Un settore, quello della moda, composto da 3.863 aziende nel calzaturiero,1.891 nell’abbigliamento e 424 nel tessile. Nel Piceno, invece, le imprese sono passate da 511 nel 2009 a 497 nel 2016, con un impatto negativo più mitigato rispetto alle altre province marchigiane. In sette anni meno 14 imprese, per fare un esempio, a fronte delle quasi seicento in meno registrate nelle vicine province di Fermo e Macerata.

“Economia sostenibile, tutela del made in Italy e lotta alla contraffazione – ha detto intervenendo al convegno Doriana Marini presidente di Federmoda Cna Marche – sono al centro del nostro impegno. In particolare il commercio del falso, oltre a rappresentare un pericolo per la salute dei consumatori, sottrae all’economia legale della nostra regione più del 10 per cento del mercato per oltre 300 milioni di euro di cui la metà riguarda prodotti di abbigliamento, moda e accessori. Due prodotti contraffatti su tre provengono dalla Cina. Per il restante terzo i Paesi di partenza sono Hong Kong, Turchia, Siria, Grecia, Nepal Tunisia e Marocco.”

Arianna Trillini, neoportavoce di Cna Federmoda Ascoli ha ribadito l’importanza di “continuare al meglio tutte le attività di Federmoda relative alla formazione al promozione con sfilate e maching tra imprese organizzazione di seminari”. Massimo Mancini, designer e docente, è stato riconfermato nel ruolo di vice presidente e, ora, portavoce del mestiere Confezioni su misura. “Soddisfazione per il nuovo direttivo del settore moda con nuove entrate di imprese gestite da giovani imprenditori – aggiunge Irene Cicchiello, funzionaria Cna provinciale Ascoli Federmoda – per i quali il sistema Cna continua ad operarsi per garantire formazione e crescita”.

 

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