Macerata – Brescia, un asse di ricerca per fare luce sugli Anni di Piombo

Macerata – Brescia, un asse di ricerca per fare luce sugli Anni di Piombo
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Firmato oggi un accordo di collaborazione scientifica tra gli Atenei di Macerata e Brescia e la Casa della Memoria volto a promuovere una ricerca pluriennale sugli eventi terroristici che hanno colpito il nostro Paese nel corso degli anni ’70 e ’80.

 

Macerata – Una stagione in Italia ha visto vittime 135 persone, 546 feriti in una serie di attentati – piazza Fontana, piazza Loggia, stazione di Bologna per citare solo i più noti – che rappresentano un caso unico tra i grandi paesi dell’Europa occidentale. E’ per fare luce sugli anni di piombo, per trasformare la memoria in storia, che il rettore dell’Università di Macerata Francesco Adornato, dell’Università di Brescia Maurizio Tira e il presidente della Casa della Memoria di Brescia Manlio Milani hanno firmato oggi un accordo di collaborazione scientifica volto a promuovere una ricerca pluriennale sugli eventi terroristici che hanno colpito il nostro Paese nel corso degli anni ’70 e ’80. L’obiettivo è quello di contribuire a dissipare le tante ombre che ancora caratterizzano questo periodo. I tre enti sono impegnati da anni sui fenomeni della violenza politica, dell’eversione e del terrorismo. Unimc, attraverso il suo Centro di documentazione sui partiti politici diretto da Angelo Ventrone, e la Casa della Memoria di Brescia, costituita per mantenere viva la memoria sui tragici fatti di Piazza della Loggia, aderiscono alla rete degli “Archivi per non dimenticare”

La ricerca sarà condotta a partire dall’imponente materiale documentario relativo ai processi giudiziari, con l’obiettivo di favorire la diffusione nelle scuole e, più in generale, presso l’opinione pubblica nazionale, dei risultati raggiunti.

La Casa della memoria ha consegnato all’Ateneo maceratese la digitalizzazione di verbali di interrogatori, intercettazioni, riviste e volantini che raccontano gli anni più bui della storia recente del nostro Paese. Il progetto prevede anche la digitalizzazione di documenti che interessano la provincia di Macerata, come quelli relativi al processo per l’omicidio di Roberto Peci e sul ritrovamento a Fiungo di un deposito di armi utilizzato dai terroristi di destra come depistaggio ai danni di quelli di sinistra.

La firma dell’accordo è avvenuta nell’ambito del convegno “La verità accessibile” in corso oggi e mercoledì all’Università di Macerata, che, dopo i saluti dei rettori Adornato e Tira e della presidente del consiglio comunale di Brescia Laura Parenza, coordinati dal professor Ventrone, ha visto la partecipazione oggi di Carlo Alberto Romano dell’Università di Brescia, Ilaria Moroni della rete degli Archivi per non dimenticare, Maurizio Petrocchi, che ha studiato gli atti del processo maceratese sull’omicidio Peci, Manlio Milani e Pippo Jannacci della Casa della memoria di Brescia. Mercoledì interverranno due magistrati che indagarono su quelle stragi: l’ex procuratore di Venezia Pietro Calogero, che denunciò i legami tra Autonomia Operaia Organizzata e Br, e il procuratore della Repubblica di Rovigo Carmelo Ruberto con il presidente della Corte di Appello di Ancona Carmelo Marino e con il procuratore della Repubblica di Macerata Giovanni Giorgio.

“Oltre al desideri di verità e giustizia – ha spiegato il professor Ventrone – il nostro progetto ha lo scopo di dimostrare che la democrazia, pur tra mille contraddizioni, ha vinto restando se stessa. Una prova è che i nemici della democrazia hanno continuato, dopo aver pagato il loro debito con la giustizia, ad essere parte della nostra società e ad avere diritto di parola. Ma bisogna saper raccontare la democrazia, perché è importante non solo partecipare, ma sentirsene parte”.

 

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