San Benedetto del Tronto, 2017-06-16 – La scuola è da poco terminata , tutto ciò che rimane è la speranza di essere promossi a giugno e i ricordi di un anno intero passato trai banchi. Come tante altre classi quest’anno, anche la nostra , il III F del liceo scientifico “B. Rossetti” ha intrapreso il percorso dell’alternanza Scuola-Lavoro. La nostra classe è stata impegnata, tra le altre cose, nella realizzazione di un murales nell’ambito del progetto “Scultura Viva” che , dal 1996 , ospita artisti da tutto il mondo per la realizzazione di opere nel quadro spettacolare del molo di San Benedetto.
Dopo tanto duro lavoro, ci riteniamo davvero soddisfatti del nostro “Naufragio con spettatori” . Peccato che stamattina, andando spensierati al mare, ci attendeva una triste sorpresa. Inneggia sul nostro bel murales una scritta a lettere cubitali “STOP BUSINESS IMMIGRAZIONE! PRIMA GLI ITA L IANI” autore sconosciuto, facile da immaginare tuttavia.
Nasce dunque il bisogno di spiegare come e perché è nata l’idea di questo murales; dobbiamo chiarire alcuni punti che, come classe, giudichiamo importanti, prima di cimentarci in critiche e proteste.
L’idea nasce nei primi del mese di maggio quando Fabrizio Mariani, responsabile della comunicazione visiva del comune di San Benedetto del Tronto e responsabile del “Museo d’arte sul mare”, propose alla preside del nostro liceo, Stefania Marini, di avviare una collaborazione scuola-comune. Ci hanno messo a disposizione tre massi del molo per la realizzazione di un’opera; tema libero, potevano scegliere cosa e come farlo.
Con l’aiuto del nostro professore di arte, Paolo Annibali, abbiamo iniziato a buttare giù delle idee; ci riunivamo nel pomeriggio, fuori dall’orario scolastico e, anche se ancora tutto era da definire, avevamo chiaro il punto di partenza: dovevamo approfittare di questa preziosa occasione per lanciare un messaggio alla cittadinanza di San Benedetto; dovevamo parlare di qualcosa che riguardasse tutti, dovevamo creare un’opera che inducesse i passanti a soffermarvisi . Da qui, l’idea di trattare uno dei temi più attuali : la crisi migratoria e il dramma che ne sta conseguendo. Come farlo? Ci siamo affidati al pennello di un grande, l’artista americano Edward Hopper. Abbiamo ripreso la sua opera “People in the sun” e vi abbiamo aggiunto il mare, blu come quello di San Benedetto, e un barcone, pieno zeppo di persone, in procinto di affondare. Il messaggio è chiaro : c’è un dramma in corso, quello di migliaia di persone disperate che, per guerra, fame, odio, fuggono dalle proprie terre in cerca di riparo e noi, dalle nostre sdraio, a volte per indifferenza, talaltra perché ci sentiamo troppo piccoli di fronte a questo problema , rimaniamo seduti a guardare. L’obiettivo è di lanciare un monito affinché il nostro interesse non sia limitato al cortile di casa nostra, affinché non si finga che ciò che non ci tocca direttamente, non abbia nulla a che fare con le nostre vite.
Ci siamo affidati a un murales perché l’arte è veicolo di messaggi e fonte di istruzione dalla notte dei tempi ; il luogo , peraltro, non è casuale. Il molo di San Benedetto, l’estrema propaggine che connette la nostra terra al resto del mondo. Il porto, luogo secolare di scambi; da qui deriva la ricchezza di questa terra. Il mare dove ci immergiamo per cercare un po’ di refrigerio dal caldo e dove, nello stesso momento, affogano donne e uomini, giovani, giovanissimi e vecchi. La gioia e il dramma si mischiano nelle stesse acque, a ricordarci che “nessun uomo è un’ isola” (J.Donne).
Questo il significato del nostro murales. Soffermiamoci ora sulla scritta che ce l’ha imbrattato.
“”Stop business immigrazione” . Davvero triste ridurre il fenomeno dell’immigrazione a pura mercificazione. La capacità di critica non sembra così attenta e la semplificazione che se ne fa denota , forse, scarsa conoscenza sul tema. Sarebbe interessante piuttosto instaurare un serio dibattito, parlarne, sollevando le proprie idee, proteste e proposte. Vedere cosa ne pensano tutti. Ma poi, chi sono questi ItaGL..ehm, italiani? Per oggi non ci è dato saperlo, non è reperibile alcuna firma; possiamo solo dire che questi gesto, vile, ci lascia una profonda mestizia e, dato che crediamo nella cultura come strumento di nobilitazione dell’uomo, affidiamo la nostra risposta al pennello di un altro grande, Goya, che nel 1797, dipinse un’ opera dal contenuto spaventosamente attuale : “Il sonno della ragione genera mostri”
Sperando in un dibattito più costruttivo, mandiamo i nostri saluti.
La classe III F del Liceo Scientifico B. Rossetti