Università, motore di sviluppo per l’intero Paese

Università, motore di sviluppo per l’intero Paese

 

La Ministra Valeria Fedeli all’Università di Macerata fa il punto sulle scelte governative e rassicura l’ateneo: pronto il prima possibile l’accordo di programma per il finanziamento straordinario post-sisma.

 

Macerata, 2017-06-26 – La necessità di rilanciare il sistema universitario come fattore di sviluppo per l’intero Paese è stato il tema al centro del convegno organizzato oggi dall’Università di Macerata e da Nens – Nuova Economia Nuova Società – a partire dal volume “Università in declino. Un’indagine sugli atenei da Nord a Sud” a cura dell’economista Gianfranco Viesti. Ospite speciale è stata la ministra dell’istruzione, dell’università e della ricerca Valeria Fedeli, ricevuta in tarda mattinata dal rettore Francesco Adornato insieme alla prefetto Roberta Preziotti, al direttore generale Mauro Giustozzi e ai direttori dei Dipartimenti.

Per l’occasione, sono state fornite rassicurazioni circa l’effettiva assegnazione dei cinque milioni di finanziamento straordinario promessi lo scorso febbraio dall’allora ministra Stefania Giannini per riparare i danni inflitti dal sisma all’Università di Macerata.  Il rettore ha evidenziato, infatti, come, per mantenere la caratteristica dimensione di campus urbano, l’Unimc abbia dovuto affittare nuovi spazi, che rappresentano un costo, mentre un altro nodo basilare è rappresentato dalla residenzialità, che vede sia la necessità di uno studentato per iscritti e docenti internazionali, sempre più numerosi in ateneo, sia una soluzione per il problema degli alloggi, vista l’inagibilità di molti appartamenti del centro storico. “I nostri uffici – ha rassicurato la ministra Fedeli – stanno completando l’accordo di programma in tempi rapidi per permettere all’Università di Macerata di svolgere appieno il proprio ruolo nel rapporto con il territorio in un’ottica globale e locale insieme. Un territorio, che fa fatica a vedere la conoscenza come motore anche dell’economia”.

Dallo studio di Viesti, al centro del successivo convegno, è emersa l’immagine di un’università in declino, con un peso e un ruolo fortemente ridimensionati rispetto a quanto accade nel resto dei paesi avanzati. In controtendenza rispetto agli altri contesti nazionali, in particolare in Europa, l’Italia ha visto sensibilmente calare gli studenti iscritti e i laureati. “Con la Romania, siamo il paese con meno laureati giovani. E la situazione nel Mezzogiorno è catastrofica”, ha sottolineato Viesti. Si è, inoltre, ridotto il numero dei docenti ed è diminuito vistosamente l’impegno finanziario pubblico. Una serie di fenomeni preoccupanti si concentra maggiormente al Sud, dove si acuiscono le distanze rispetto al Nord del paese.

“Io non farò riforme – ha dichiarato Fedeli – perché preferisco che si inizi un confronto tra i soggetti che fanno l’università”. “Il sistema universitario – ha proseguito – non può essere considerato a sé stante, ma come parte del sistema formativo in generale”. Ed è su questo che, secondo la ministra, bisogna lavorare per superare le lacune evidenziate da Viesti, rivedendo il contenuto dei cicli formativi e potenziando l’orientamento nelle scuole per ridurre l’abbandono. Per quanto riguarda l’università nello specifico, questioni centrali sono state quelle del costo standard studente, per il quale “sono stati introdotti elementi che fungono da riequilibrio per le zone più svantaggiate” e del diritto allo studio, “non esiste che ci siano idonei senza borsa – ha rimarcato Fedeli – e su questo punto abbiamo avviato un terreno di confronto con la conferenza Stato-regioni”. Centrale anche il tema dei criteri di valutazione per l’assegnazione delle risorse agli atenei, che non sono di per sé neutrali – è stato detto – ma che orientano le scelte politiche. Introdotti e coordinati da Gianluca Busilacchi, direttore scientifico Nens, si sono confrontati con l’autore, oltre alla ministra Valeria Fedeli, anche il rettore Francesco Adornato, il presidente dell’Istituto Confucio di Macerata Luigi Lacchè, la delegata del rettore ai progetti europei Francesca Spigarelli, il docente Emmanuele Pavolini, che ha collaborato al volume, e la rappresentante degli studenti Beatrice Bianconi.

 

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