Alta moda, “Vittorio Camaiani a Marrakech”

Alta moda, “Vittorio Camaiani a Marrakech”

 

VITTORIO CAMAIANI atelier
“VITTORIO CAMAIANI A MARRAKECH”
COLLEZIONE AUTUNNO-INVERNO 2017

 

Roma – Marina Ripa di Meana presenta nel suo giardino esotico la nuova capsule collection di Vittorio Camaiani “Vittorio Camaiani a Marrakech” come se fossimo ai giardini Majorelle.
Un viaggio in Marocco è stato l’occasione che ha ispirato la nuova collezione dello stilista e lo ha portato a confrontarsi con l’universo misterioso del Magherb, in un sapiente omaggio a questa terra di spezie e di mosaici, di luci abbaglianti e di ombre.
É una collezione che riporta in vita la Marrakech di Yves Saint Laurent, un viaggio creativo tra passato e presente che avrebbe certamente affascinato anche Talitha Getty, la fashion icon degli anni Sessanta che importò per prima l’estetica etno-chic dal Marocco a Roma.

Vittorio Camaiani sorprende sempre con le sue collezioni, che sono fatte di sottili citazioni, di
suggestioni che toccano il tema principale in modo mai scontato e anche questa volta è un gioco
raffinato di rimandi ad evocare il “suo” Marocco. Il viaggio reale diventa per Camaiani viaggio
mentale, creando una collezione di forte impatto scenografico, sospesa tra sartorialitá e originali
impennate creative.
Per la parte giorno, il giallo, il rosso, l’ocra delle spezie, si trasformano per magia negli intarsi delle
bluse in cachemire color carta da zucchero, che cita la latta dei barattoli delle botteghe del souk di
Marrakech. Le spezie tornano poi nei riquadri sartoriali in cachemire, lane bouclé, tweed dei
cappotti a vestaglia e nei ponchos. Il blu indaco dei mosaici della Madrasa Ben Youssef compare
nelle tessere di lana bouclè appoggiate alla silhouette dei pantaloni o nelle tasche delle gonne in
flanella grigia, in un gioco suggestivo e quasi futurista che compone e ricompone i disegni tipici
dell’arte marocchina.
Per la parte sera, le bluse di organza di seta si colorano delle maxi tessere spruzzate di cristalli di
un mosaico scomposto, e sono abbinate a pantaloni neri decorati con tessere multicolore. Le tute
caftano e gli abiti da sera alternano sapientemente i batik dipinti a mano su disegno dello stilista
alle lane ricamate. Il metallo lavorato a mano di placche decorative che provengono dal souk di
Marrakech si appoggia sulle spalle di giacche in flanella grigia e chiffon.
Le calzature realizzate da Lella Baldi si muovono trasversalmente nella palette della collezione in
stiletti e stringate che citano le babouches, mentre i cappelli che accompagnano molti dei capi
richiamano in versione femminile il tipico fez marocchino.

Vittorio Camaiani – Marina Ripa di Meana

 

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