Donatella di Pietrantonio, “l’Arminuta”

Donatella di Pietrantonio, “l’Arminuta”

NON A VOCE SOLA 2017

QUINTO APPUNTAMENTO

26 LUGLIO 2017 – H 21,15

SAN SEVERINO MARCHE– CORTILE DI PALAZZO GENTILI

DONATELLA DI PIETRANTONIO

San Severino Marche  –  Sarà San Severino Marche nella splendida cornice del Cortile di Palazzo Gentili, Mercoledì 26 luglio, alle ore 21,15 ad accogliere il quinto appuntamento della rassegna di poesia, filosofia, narrativa, arte e musica al femminile NON A VOCE SOLA. L’ospite talentuosa e raffinata di questa tappa sarà la scrittrice Donatella di Pietrantonio che presenterà la sua ultima e magistrale opera narrativa titolata l’Arminuta. Nata nel 1963 ad Arsita, in provincia di Teramo, la Di Pietrantonio ha studiato odontoiatria all’Università dell’Aquila. Laureatasi nel 1986, risiede a Penne, in provincia di Pescara, dove esercita la professione di dentista pediatrico.

Nel 2011 ha esordito con il romanzo Mia madre è un fiume, intenso racconto di una figlia che si trova a prendersi cura di una madre alle prese con una malattia che le consuma la memoria, e ad aiutarla, giorno dopo giorno, a ricostruirsi la sua identità, romanzo che le è valso il Premio Letterario Tropea. Nel 2013 pubblica il suo secondo romanzo, Bella mia, ambientato durante il terremoto dell’Aquila, dove una protagonista profondamente scossa dagli avvenimenti sismici si trova a doversi prendere cura del figlio della sorella scomparsa sotto le macerie, in una narrazione intensa e dolente, profonda e urlante che le è valsa la finale del Premio Srega. Nel 2017 pubblica il suo terzo romanzo, L’Arminuta, che in dialetto abruzzese vuol dire “la ritornata”, ambientato in un Abruzzo contadino, dove una ragazzina di una numerosa famiglia rurale si trova ad essere prima fortemente voluta come figlia da una ricca famiglia, e poi rifiutata e rispedita al mittente tra difficoltà economiche, ansie ed emozioni frustrate, ruggenti come la terra sfruttata e avvilita che la accoglie, la incornicia e la racconta. Il viaggio nell’Abruzzo di Donatella Di Pietrantonio, territorio fratello alle Marche per le sorti sismiche e per il doloroso vissuto delle realtà contadine, sembra essere il protagonista a prima vista del romanzo della scrittrice, ma ad una lettura più attenta non può sfuggire il nucleo profondo della narrazione. L’Arminuta è un racconto di formazione e iniziazione la cui protagonista finalmente è di genere femminile: una bambina che diventerà ragazza. Un cammino lungo e faticoso, una ricerca della propria identità che spesso non trova punti di riferimento negli adulti visti nella loro fragilità e nei loro limiti troppo umani. Una ragazzina che riesce ad affrontare i rovesci del destino e riesce a trovare la misura di sè facendo i conti con la propria esperienza e la propria storia e grazie alla capacità di costruire relazioni significative fra pari, le amicizie con la sorella, con il fratello, con l’amica di un tempo. Con uno stile essenziale e scarno , Donatella Di Pietrantonio, sa dare voce all’inesprimibile, a dinamiche quanto mai poco indagate come il rapporto madre-figlia, la relazione fra sorelle e sopra ad ogni cosa riesce ad esplorare i territori quanto mai ambigui del materno suscitando interrogativi e domande, ma anche costatazioni e riflessioni. La più emergente è che esiste una grande differenza fra far nascere e mettere al mondo. Cosa significa poi, mettere al mondo? Dare una eredità simbolica che possa far varcare l’universo con agio, non è così per L’Arminuta, non è così per le donne.

L’incontro è promosso dal Comune di San Severino Marche e dall’assessore alla cultura Francesco Rapaccioni che così commenta l’evento:

La direttrice artistica della Rassegna Oriana Salvucci illustra il senso della tappa:

“Non potevamo non attraversare San Severino nella nostra lunga peregrinatio marchigiana. Abbiamo voluto, quest’anno, fare tappa nei comuni colpiti dal sisma, lo sentivamo con l’urgenza di una necessità. Un gesto fra fratelli e sorelle di destino. I marchigiani non hanno labbra, come diceva Dolores Prato, ma l’atteggiamento e i gesti sono quelli di un popolo che non si arrende, di un popolo in cammino. L’ospite della serata non poteva che essere Donatella di Pietrantonio, abruzzese di Arsita, piccolo paese dell’entroterra. Questa piccola donna ha saputo donarci un capolavoro. L’arminuta è un’opera che indaga territori mai esplorati come la relazione di sorellanza, il rapporto madre-figlia, il materno, questo terreno ambiguo che ho sentito innumerevoli volte narrare dagli uomini, ma poco dalle donne. Finalmente una voce di donna che parla di un viaggio di iniziazione e formazione al femminile, una bambina, poi ragazza, che riesce a trovare la misura di sè attraverso la sua esperienza e la sua storia e intessendo relazioni significative con le sue simili o i suoi coetanei. Un romanzo che parla di identità, di terra e di origine visti attraverso un passaggio quello dall’infanzia alla adolescenza, ma anche di miseria, di fatica, di bisogno e privazione ad indicarci che l’essere umano può essere veramente libero solo quando non è schiacciato dall’urgenza del bisogno. Ringrazio il Comune di San Severino e l’assessore Francesco Rapaccioni per l’accoglienza entusiasta e appassionata.”

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