L’integrazione felice

L’integrazione felice
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Giovani under 30, operatori dell’Accoglienza e politici dialogano sul tema delle migrazioni

 

MACERATA, 05/09/2017 – “Diritti, opportunità, confronto. Le tre parole emerse dalla discussione di oggi sono le più importanti per affrontare il discorso sulle dinamiche migratorie e l’integrazione. Confronto è la parola fondamentale, perché solo attraverso il confronto le persone riescono ad integrarsi. Però devono esserci anche opportunità e diritti”. Il coordinatore nazionale del GUS Giovanni Lattanzi tira le fila della giornata di discussione partita dai risultati del sondaggio condotto in questi mesi dal GUS sul tema delle migrazioni, e destinato a giovani under 30 nell’ambito del progetto “Asylum: promuovi una terra accogliente”, finanziato dall’Unione europea attraverso il programma “Erasmus+ KA3 – Dialogo strutturato con i decisori politici”.

Al sondaggio online “You Decide” che ruotava intorno ai temi della partecipazione giovanile, dell’accoglienza e dell’inclusione sociale, hanno partecipato 469 ragazzi tra i 18 e i 30 anni, con un’istruzione medio alta. Di questi il 12,2% sono stranieri e il 72% di genere femminile. Il dato più significativo di questa componente giovanile indagata è l’alta partecipazione ad attività di volontariato: il 66,12% del campione.

Dal report curato da Claudia Santoni dell’Osservatorio di Genere ed esposto da Silvia Casilio l’Italia viene considerato un paese accogliente, “ma poco inclusivo”. Per questo i giovani partecipanti al progetto che si sono riuniti in questi mesi in diversi momenti di confronto hanno elaborato una sorta di “guida minima per un’integrazione felice” per giovani italiani e stranieri che vogliono diventare attori protagonisti di integrazione: “in particolare negli spazi pubblici, che devono ritornare ad essere teatro di interazione calda, di reciprocità diffusa tra i più giovani”, come afferma Beatrice Leone, facilitatrice del progetto.

“Vai a vedere le partite al bar; frequenta gli spazi pubblici; vai in biblioteca; rispetta le regole e le leggi; vai nelle scuole e racconta la tua storia”, sono solo alcuni dei punti della guida elaborata dai ragazzi, che elenca concetti e azioni semplici ma efficaci, e che proprio grazie alla loro semplicità riescono a destrutturare molte delle assurde polemiche sui migranti che girano sul web in modo sempre più prepotente.

La pensa così l’Onorevole Irene Manzi, deputato del Pd, che sottolinea i ritardi dell’Italia sulla consapevolezza del fenomeno migratorio. “dobbiamo partire dalle scuole e dall’integrazione tra donne immigrate per attivare un buon processo di integrazione”, aggiunge Manzi, che sottolinea l’importanza del ruolo che riveste la stampa e l’informazione, anzi “la pessima informazione”, come la definisce il deputato del Pd. “Pessima perché figlia della mancata conoscenza di quelle che sono le singole realtà e i progetti che associazioni come il GUS fanno quotidianamente. Penso che un rapporto di ascolto, di conoscenza e di interazione siano importanti per chi ha la responsabilità di comunicare queste tematiche”.

L’immigrazione non deve essere considerata un problema, ma un’opportunità. Sembra ormai un luogo comune, ma al tavolo predisposto dal GUS gli attori protagonisti dell’accoglienza: politici, operatori, beneficiari e volontari, devono ribadirlo con forza, “con l’auspicio che questo dialogo partito grazie al progetto ‘Asylum: Promuovi una terra accogliente’ sia solo l’inizio di una collaborazione, e che l’integrazione sia il futuro della nostra città e dell’Italia”, aggiunge l’assessore ai Servizi sociali del comune di Macerata Marika Marcolini.

“L’immigrazione è una crescita per il nostro paese e per tutti noi, perché insieme possiamo costruire una società più bella. Io sono convinto di questo”, conclude Lattanzi, che chiede il supporto degli attori politici per fare in modo che il lavoro di chi si occupa di accoglienza sia sempre più qualificato: “Non è un lavoro di semplice accoglienza come purtroppo fanno alcune associazioni e cooperative che si mettono a fare ospitalità. Noi siamo un’associazione che crede molto nell’integrazione. Chiedo quindi ai decisori politici di aiutarci in questa piccola battaglia che stiamo facendo per istituire un Albo delle associazioni e delle organizzazioni, che possono fare accoglienza perché annoverano al loro interno professionisti veri, come quelli che lavorano all’interno del GUS. Solo così riusciamo a realizzare un’integrazione felice”.

 

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