La Sanità che Umilia

La Sanità che Umilia
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San Benedetto del Tronto, 2017-11-11 – Non avrei mai pensato che a distanza di così poco tempo mi sarei ritrovato di nuovo ad affidarmi ad un post di Facebook per esprimere tutto il mio disappunto rispetto ad un altro caso di malasanità.
Ancora una volta purtroppo un esperienza personale, che ha investito una mia parente, una persona a me molto cara.
Ma al di là dello sconcerto di cui sarei stato preda anche se fosse capitato ad uno sconosciuto, voglio oggi gridare tutta la mia rabbia per un ennesima situazione paradossale della quale è stato teatro il nostro ospedale.
MADONNA…CHE SOCCORSO!!!!
Con questo gioco di parole mi auguro davvero che questo accada ovvero che in tanti (politici e tutti coloro che hanno ruoli apicali e/o decisionali) vengano in mio soccorso meravigliandomi.
In soccorso, più precisamente delle tante persone che soffrono e che giornalmente dovendo fare ricorso alle cure della nostra struttura ospedaliera, non intendono essere più umiliate. Naturalmente non mi fermerò a questo appello generico nel vuoto ma scriverò a tutti quelli che possono eliminare questo disservizio fin che non vedrò la sua risoluzione, e fin quando non scoprirò il nome e cognome di colui che lo ha determinato.
IL FATTO
Sappiamo tutti che nell’ambito dell’organizzazione di AREA VASTA il reparto di Oncologia é stato assegnato all’ospedale di San Benedetto del Tronto.
Ciò detto accade che ogni mattino, tante persone purtroppo, (soltanto da Ascoli ne arrivano una cinquantina) si rivolgono al detto Reparto per ricevere le consuete cure chemioterapiche nella speranza di riuscire a debellare o a fermare l’avanzata di questo “brutto male” quale è il tumore.
Bene, succede che questi pazienti già provati dal terribile male e indeboliti dalle cure impattanti, vengono parcheggiati per ore nelle sale di attesa perchè il farmaco necessario deve arrivare da Ascoli Piceno.
E allora ti chiedi come mai questi farmaci debbano essere consegnati ad Ascoli dal momento che il reparto competente è in quel di S. Benedetto.
La risposta pare stia nel fatto che il farmaco in questione deve essere trattato da uno speciale attrezzo denominato “campana”, il quale ha un moto oscillante continuo, indispensabile per garantire l’efficacia della medicina da somministrare.
E quando ti chiedi come mai questa campana sarebbe stata posizionata ad Ascoli visto che serve nel nostro Ospedale, scopri che fino a poco tempo fa questa si trovava già al Madonna del Soccorso ma che poi “qualche lungimirante”, ha disposto il suo trasferimento ad Ascoli Piceno.
Insomma, un fatto davvero grave e difficile da credere !
Grave perché non riguarda una disfunzione generata dall’assenza di personale o delle strumentazioni necessarie a causa della ristrettezza dei fondi, e incredibile perchè determinata solo da una ingiustificabile disorganizzazione del servizio.
Può darsi che ci siano motivazioni alte che non riesco a intravedere e nel caso chiedo venia sin d’ora, ma personalmente ho invece la sensazione che il problema si possa risolvere purché lo si voglia, con un impegno minimale.
In conclusione, da cittadino sanbenedettese ma sopratutto da responsabile del PD, mi rivolgo alle persone di buona volontà: #facciamolosubitofermiamoquestaindecenza#
Non sarò mai disposto a stare zitto di fronte a tali ingiustizie e mi batterò con tutti gli strumenti a mia disposizione, affinché chi di dovere intervenga nel merito. Perchè sono sempre più convinto che segnalare e cercare di migliorare il Servizio Sanitario, debba essere sentito come un dovere civico da tutti e che non debba invece essere vissuto come qualcosa contro qualcuno!

Ps: da qualche giorno anche nel reparto di Oncologia è stato collocato una sorta di “supervisore” che misura il numero di prestazioni effettuate, ovvero alla stregua del “controllore dei tempi e metodi di produzione” che si è soliti vedere nelle catene di montaggio delle industrie, dove nel tentativo di massimizzare la redditivitá contabilizzano il numero di maglie prodotte dall’operaia in un ora, determinando sulla stessa una evidente pressione psicologica. Non volendo sapere per il momento, se il personale assegnato è congruo rispetto al fabbisogno, dobbiamo concludere che nei reparti dell’Ospedale, dove l’unico indice dovrebbe essere la qualitá del servizio erogato per capire ad esempio se i malati oncologici sono soddisfatti delle prestazioni ricevute al Madonna del Soccorso, si contano i pezzi fatti????
Pronto ad essere smentito, mi aspetto da chi può risposte veloci e concrete, visto che basta molto poco per migliorare piccole cose come quelle da me vissute.
Sempre più convinto dell’idea che al nostro territorio serva un ospedale unico organizzato, con personale adeguato e ben distribuito ma sopratutto con attrezzature tecnologicamente innovative (attualmente previste in altri siti), e non un ospedale unico come semplice sommatoria dei nosocomi esistenti, per il quale diritto, sono disposto a lottare in ogni luogo; tutto ciò detto per il momento a me pare che:
“ANCOR PRIMA DELL’OSPEDALE UNICO
CI SIA BISOGNO DI CAPACITÀ ORGANIZZATIVA E BUON SENSO”!

    Il segretario
Circolo Primo Gregori
    Claudio Benigni

 

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