di Raffaella Milandri
Non si vogliono creare allarmismi, è chiaro: la zona di impatto prevista è troppo grande per pensare ad evacuazioni e il preavviso reale parte da 40 minuti prima, anticipo ridottissimo con cui si saprà il luogo di impatto. Meglio quindi continuare con la vita normale, perché una cosa è sicura: se qualche persona o abitazione verranno colpite, la Cina dovrà pagare i danni. Magra consolazione. Il fatto che una vasta fetta di Italia sia a rischio di impatto è oltremodo inquietante, specialmente per chi abita nella zona tra il 43esimo parallelo dell’emisfero boreale e il 43esimo parallelo dell’emisfero australe. Il Corriere della Sera pochi giorni fa identificava la zona italiana a rischio “tra Grosseto e San Benedetto del Tronto”. Sul sito della Protezione Civile sono riportate avvertenze e precauzioni, ma questi 7500 chili che viaggiano a 28.000 chilometri all’ora potrebbero dividersi in pezzi non proprio minuscoli: qualcuno potrebbe essere anche di 100 chili, e stare a casa ai piani inferiori lontano dalle finestre non basterebbe di certo. Il problema di base però, è un altro. Sono oltre 15.000 i satelliti e le stazioni spaziali lassù sulle nostre teste. La maggior parte, in disuso. Insomma, la immondizia che abbiamo a miliardi di tonnellate, nel mare e sulla terra, non bastano: ne abbiamo anche nello spazio. I rientri incontrollati dallo spazio come quello della stazione cinese ci sono già stati, e per fortuna il nostro Pianeta ha il 70% di superficie ricoperto dal mare, quindi proporzionalmente le chance di essere colpiti sono poche. Questi rientri incontrollati accadranno di nuovo? Sicuramente sì. Non sarebbe forse possibile con un missile disintegrare questi rifiuti ad altezza di sicurezza nello spazio? Le risorse spese per la corsa allo spazio sono enormi, quindi i soldi non mancano per spedire satelliti e stazioni spaziali lassù. Perché affidarsi alla fortuna e alle statistiche? Una probabilità su 100.000 miliardi di essere colpiti da un frammento. Molte di meno che di essere colpiti da un fulmine, però ogni tanto capita. Meglio prevenire anche questo “ogni tanto”, visto che è un rischio causato dall’uomo, una delle ennesime minacce artificiali create dall’uomo. La Natura, confronto ai disastri causati dall’Uomo, rimane pur sempre una dilettante.