Infortuni sul Lavoro in aumento

Infortuni sul Lavoro in aumento

GLI INFORTUNI SUL LAVORO NELLE MARCHE NEL PERIODO – GENNAIO OTTOBRE 2018

 

Ascoli Piceno 28/11/2018 – Nei primi 10 mesi del 2018 in Italia, i casi di infortunio denunciati all’INAIL sono stati 534.605, (+0,2% rispetto all’analogo periodo del 2017).

Quelli con esito mortale hanno fatto registrare un saldo molto pesante con un +9,4%: 945 morti sul lavoro (+81 casi sullo stesso periodo dell’anno precedete)

Nel solo mese di ottobre le morti segnalate sono state 68, ovvero 1 in più rispetto alle 67 dello stesso mese del 2017.

Circa la situazione della nostra Regione, sempre nel periodo in esame, gli infortuni sono stati 15.622 più 32 casi rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (+0,2%).

Gli incidenti sono stati 12.249 nell’industria e servizi, 1.118 in agricoltura e 2.255 nello stato.

13.088 sono infortuni di lavoratori italiani (-102 casi rispetto all’analogo momento dell’anno precedente); 613 di lavoratori con cittadinanza europea (+24); 1.921 di lavoratori extra europei (-110).

5.279 sono infortuni di donne e 10.343 di uomini.

Circa l’età la fasce più interessate sono: 35/39 anni (1414); 40/44 (1949); 50/54 (1939); 55/59 (1771); 60/64 (945); 65/69 (311).

Disaggregando i dati a livello provinciale abbiamo:

Ancona 5.497 (- 112 casi rispetto all’analogo periodo dell’anno precedente); Ascoli Piceno 2.006 (+12); Fermo 1.213 (-2); Macerata 3.131 (+69); Pesaro Urbino 3.775 (+65).

Gli infortuni mortali, sempre nel periodo in esame, sono stati 16 (-14 ovvero – 97%); 14 casi nel settore industria e servizi e 2 in agricoltura.

13 sono cittadini italiani e 3 di quelli extra UE; 14 uomini e 2 donne.

Circa l’età la fasce più interessate sono: 35/39 anni (1); 40/44 (1); 50/54 (2); 55/59 (5); 60/64 (2).

Disaggregando i dati a livello provinciale abbiamo:

Ancona 3 (- 4 casi rispetto all’analogo periodo dell’anno precedente); Ascoli Piceno 2 (-2); Fermo 1 (1); Macerata 6 (+2); Pesaro Urbino 4 (-10).

L’analisi riguarda anche l’andamento delle malattie professionali che sono state 5.093 (+647 casi); 4.255 nel settore industriale (+728); 814 in agricoltura (-77); 34 nello stato (-4).

4.476 casi di lavoratori italiani, 106 di lavoratori UE e 211 extra.

Disaggregando i dati a livello provinciale abbiamo:

Ancona 1.041(+280 casi rispetto all’analogo periodo dell’anno precedente); Ascoli Piceno 759 (+162); Fermo 641 (-32); Macerata 1.300 (+55); Pesaro Urbino 1.352 (+182).

Circa la tipologia delle maggiori malattie professionali in regione abbiamo 79 casi da tumore (+31 rispetto all’analogo periodo dell’anno precedente); sistema nervoso 979 (+159); orecchio 305 (+14); osteo – muscolare 3.383 (+440).

Che cosa dire:

Nel Paese c’è un drammatico crescendo, nel periodo in esame, di tanti ‘incidenti plurimi nei settori più a rischio”.

Colpisce la crescita delle morti sul lavoro dei lavoratori under 34 e gli over 65: a pagare i costi umani più pesanti sono i giovani, vittime di un sistema lavoro sempre più precario ed insicuro, e gli anziani che, dopo lunghi decenni di lavori pesanti ed usuranti, vedono ancora lontano il traguardo pensionistico, risulta evidente che con l’avanzare dell’età certi lavori non possono essere più esercitati.

I dati statistici mostrano un aumento contenuto (+0,2%), ma è un’inversione di tendenza rispetto ai mesi precedenti.

Questi sono numeri che ci impongono di rivolgere il massimo impegno alla diffusione della cultura della sicurezza e alla formazione professionale, soprattutto ai giovani e ai meno giovani ma non dovrebbe trattarsi di una formazione solo normativa, poiché occorre un nuovo metodo con analisi innovative sul rischio rispondenti ad un mondo del lavoro in perpetua modifica.

Sbigottimento e dolore esprimiamo ad ogni accadimento sia per i casi eclatanti (dal crollo del ponte Morandi a Genova:15 lavoratori morti oltre i molti civili; agli incidenti stradali in Puglia con 16 braccianti extracomunitari morti), sia per quelli che quotidianamente accadono nelle nostre aziende. Qualsiasi dato è inaccettabile per un Paese civile.

Occorre più prevenzione se vogliamo garantire la sicurezza sul lavoro, più controlli ed ispezioni che oggi sono effettuate solo nel 5% delle imprese. Per queste ragioni è necessario un ruolo attivo sia del Governo, sia delle regioni.

Anche le imprese devono investire per migliorare le condizioni di lavoro.

Nelle Marche bisogna aumentare la spesa pubblica per la prevenzione sulla sicurezza sul lavoro che rappresenta il 3,5% del bilancio della sanità.

Bisogna infine combattere l’indifferenza che spesso abbiamo di fronte a queste tragedie.

Di Guido Bianchini esperto sicurezza lavoro UIL

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