dalla Regione Marche

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2018-12-17

OGGI LA FIRMA DELL’ACCORDO TRA REGIONE MARCHE E CORPO NAZIONALE SOCCORSO ALPINO E SPELEOLOGICO

Sottoscritto questa mattina il nuovo Accordo tra la Regione Marche e il Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico – Servizio Regionale Marche (C.N.S.A.S. – S.R. Marche) in continuità con i servizi resi nel corso degli anni in materia di soccorso ed elisoccorso.

“Le Marche – ha detto il presidente della Regione Luca Ceriscioli al momento della firma – hanno bellissime montagne e paesaggi straordinari, ma anche luoghi impervi da raggiungere. Chi supporta il servizio sanitario per dare soccorso a chi si dovesse trovare in difficoltà in un bosco o in una situazione lontana dalla viabilità principale, grazie a questo accordo quinquennale potrà avvalersi dell’intervento del soccorso alpino coordinato in genere con  l’elisoccorso a seconda del livello di gravità.  La firma di oggi dà qualità e struttura ad un rapporto che siamo pronti a rafforzare  quando partirà il servizio di elisoccorso h24 e dovrà crescere la reattività dell’intero  sistema. Sono  130 i volontari C.N.S.A.S. che si adoperano fortemente per la salute dei marchigiani. L’accordo vale complessivamente 1,350 milioni di euro, ma ci darà serenità quando dovremo muoverci nelle parti più interne del territorio o quando un turista, venendoci a trovare, potrà contare su servizi di qualità”.

 

“Ringrazio la Regione – ha proseguito la presidente del C.N.S.A.S. Marche Paola Riccio – per questa attenzione per il territorio, per questa forma di  amore anche a sostegno delle zone colpite dal sisma che ci impegniamo tutti insieme a far rivivere. Il soccorso alpino nelle Marche in questi anni è cresciuto molto, perché molte sono le esigenze delle popolazioni soprattutto quelle che vivono all’interno e che si spera rimangano.  Accanto al rilancio dell’economia è necessaria l’assistenza alla popolazione e da parte nostra c’è la massima attenzione negli interventi. Lavoriamo quotidianamente per migliorare e implementare i servizi. Andare in montagna e un’attività da fare con scrupolo e coscienza e responsabilità e per questo ci concentriamo anche sulla prevenzione diffondendo informazioni e  norme di cautela e buon senso”.

Gli interventi per il 50%  solo legati al turismo e al tempo libero, ma non mancano chiamate anche da parte delle attività produttive. Sul territorio marchigiano sono presenti 5 stazioni alpine ed una speleologica.

L’Accordo riconferma il valore del supporto tecnico di soccorso alpino e speleologico garantito dal C.N.S.A.S. – S.R. Marche ai professionisti del Servizio di Emergenza sanitaria della Regione Marche, per l’attuazione in ambiente impervio degli interventi di soccorso sanitario e non, di recupero e di trasporto, mediante l’impiego di tecniche e attrezzature specifiche ed idonee.
Attraverso una stretta collaborazione con le Centrali Operative territoriali 118, il CNSAS è presente sull’intero territorio regionale con stazioni di soccorso e personale specializzato, con competenze tecniche per la vigilanza e la prevenzione degli infortuni nell’esercizio delle attività alpinistiche, escursionistiche e speleologiche, per il soccorso degli infortunati o dei pericolanti e per il recupero dei caduti.
Il CNSAS, nell’espletamento delle sue funzioni istituzionali, si interfaccia e si coordina con l’Azienda Ospedaliera Universitaria Ospedali Riuniti di Ancona, titolare del Servizio di Elisoccorso h24, e con l’ASUR per quanto attiene alle CO118 che detengono la gestione degli interventi sanitari di urgenza ed emergenza su tutto il territorio regionale.
L’attività garantita dal CNSAS, che si coordina con le strutture competenti del Sistema di Emergenza Sanitaria regionale, rappresenta un tassello importante che arricchisce il quadro delle risposte assistenziali nel settore sanitario della Regione Marche, oltreché nei diversi contesti emergenziali che riguardano aspetti di Protezione Civile.

Numero unico di richiesta Soccorso 118.

Collegamento ciclopedonale sul fiume Tronto, il Provveditorato di Ancona nuovo soggetto attuatore

Casini: “Incarico condiviso con l’Abruzzo per accelerare la realizzazione dell’opera”

Il provveditorato interregionale Opere pubbliche di Ancona è il nuovo soggetto attuatore del collegamento ciclopedonale sul fiume Tronto. Subentrerà alla provincia di Teramo. Le Regioni Marche e Abruzzo hanno concordato di assegnare l’incarico all’Ufficio periferico del ministero delle infrastrutture e dei Trasporti del capoluogo marchigiano “per accelerare le procedure amministrative di rilascio delle autorizzazioni, concessioni, permessi e nulla osta necessari alla realizzazione dell’opera”. La Giunta regionale ha approvato oggi lo schema di accordo istituzionale che andrà sottoscritto tra Provveditorato e le due Regioni. In una fase avanzata dell’intervento, verrà rinnovato il protocollo del 2016 tra Marche, Abruzzo, Province di Ascoli Piceno e Teramo, Comuni di San Benedetto del Tronto e Martinsicuro, che incaricava la Provincia di Teramo. Il progetto di fattibilità utilizzato dal Provveditorato rimarrà quello predisposto da Teramo che stima un costo complessivo di 2,2 milioni di euro: 1,1 a carico di ciascuna Regione. “A seguito di incontri tra i sottoscrittori dell’intesa e di approfondimenti tecnici, si è ritenuto opportuno individuare la sede di Ancona come soggetto responsabile dell’attuazione del progetto, che rientra nell’ambito della Ciclovia nazionale Adriatica e di cui le Marche sono capofila delle sei Regioni interessate – spiega la vicepresidente Anna Casini – La scelta ha motivazioni esclusivamente amministrative, condivise tra tutti i sottoscrittori dell’accordo, con l’obiettivo di concludere l’intervento nel più breve tempo tecnico possibile”. Ancona è sede del coordinamento del Provveditorato Opere pubbliche Toscana, Marche Umbria. Come soggetto attuatore, curerà le funzioni di Centrale di committenza e di Committenza ausiliare per la progettazione, realizzazione e collaudo del ponte ciclopedonale sul Tronto. Una infrastruttura strategica di collegamento tra le piste ciclabili di Marche e Abruzzo che rientra nella Ciclovia Adriatica, lunga 1.300 chilometri, da Chioggia (Veneto) al Gargano (Puglia).

 

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