alla Regione Marche

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2019-03-29

FIRMATO IL PROTOCOLLO D’INTESA PER LA CONSULTA PERMANENTE PER LO SVILUPPO DEL TERRITORIO DELL’UNIVERSITA’  DI CAMERINO. IL PRESIDENTE CERISCIOLI SOTTOLINEA L’IMPORTANZA STRATEGICA DELL’AGGREGAZIONE

L’Università di Camerino interpreta in maniera straordinaria una funzione catalizzatrice in quanto le Marche sono composte da tante piccole realtà che prese singolarmente sono straordinarie per le proprie bellezze, ma non per la massa critica di cogliere le opportunità che si presentano. Avere questo punto di riferimento in grado di mettere insieme la frammentazione aiutando i territori è strategicamente fondamentale. La Regione guarda con molto interesse a questo accordo affinché dentro i territori ci sia una governance condivisa per trovare quella capacità aggregativa. Così il presidente della Regione Marche Luca Ceriscioli, durante la presentazione del protocollo d’intesa per la “Consulta Permanente per lo Sviluppo del Territorio”.

 

 

 

L’Università di Camerino ha avviato da diversi anni la “Consulta Permanente per lo Sviluppo”, di cui fanno parte i Comuni di Camerino, Castelraimondo, Fabriano, Matelica, San Severino Marche e Tolentino, le Unioni Montane Marca di Camerino, Monti Azzurri e Potenza Esino Musone, la Fondazione Cassa di Risparmio di Macerata, con l’obiettivo principale di individuare e condividere le strategie più opportune per lo sviluppo culturale, sociale ed economico del territorio, anche attraverso l’utilizzo delle competenze e dei risultati della ricerca dell’Ateneo. Con questo protocollo d’intesa, si avvia una riconfigurazione della Consulta, che, oltre ad implementarne l’efficacia e l’efficienza, potrà renderla più riconoscibile sul territorio regionale, identificandola in una struttura strategica per il territorio.

SICUREZZA SUI LUOGHI DI LAVORO: IL PRESIDENTE CERISCIOLI A CAMERINO AL CONVEGNO ORGANIZZATO DALL’INAIL SOTTOLINEA L’IMPORTANZA DELLA PREVENZIONE E DELLA FORMAZIONE DEGLI OPERATORI

 

L’importanza di una adeguata e continua formazione degli operatori al fine di prevenire i rischi sul posto di lavoro, che a partire dalla scuola sin dai primi anni, crei cultura della sicurezza. Questo è quanto ha sottolineato il presidente della Regione Marche Luca Ceriscioli durante la partecipazione a Camerino del convegno “Cantieri post sisma. Aspetti di salute e sicurezza”, organizzato dalla Direzione regionale Marche dell’Inail per fronteggiare al meglio, sotto il profilo della prevenzione, la ricostruzione e la ristrutturazione degli edifici del Centro Italia colpiti dagli eventi sismici del 2016. Con l’Inail ha ricordato Ceriscioli, la Regione ha già realizzato sei accordi che hanno avuto come oggetto la condivisione di una ampia visione in termini di sicurezza, necessaria per tutelare i lavoratori. Il presidente ha proseguito il suo intervento sottolineando anche l’importanza dell’informazione nel rendere disponibile il più possibile i contenuti che riguardano gli strumenti per sviluppare le attività di sicurezza. E’ doveroso, ha concluso, fare in modo che tutti i rischi prevedibili, governabili e gestibili abbiano una corretta disciplina di applicazione.

A introdurre e coordinare i lavori del convegno è stato il direttore regionale Inail Marche, Anna Maria Pollichieni. Presenti il rettore dell’Università di Camerino, Claudio Pettinari e il direttore centrale pianificazione e comunicazione dell’Inail, Giovanni Paura. L’incontro ha posto l’attenzione sugli aspetti di salute e sicurezza nei cantieri, anche attraverso la divulgazione del volume “Cantieri post sisma – Raccomandazioni di salute e sicurezza”. Il testo, frutto della collaborazione tra istituzioni pubbliche e private, rappresenta un contributo per tutti coloro che, a vario titolo, sono chiamati a individuare e ad applicare misure idonee di tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori, in un contesto lavorativo compromesso sotto dal punto di vista della prevenzione. Le raccomandazioni contenute nella pubblicazione non hanno alcun valore vincolante, ma traggono origine dalle norme vigenti per adattarle alla specificità degli interventi e alle peculiarità del contesto ambientale.

 

 

 

Fondazione Rete Lirica delle Marche: scommessa vinta per la nuova istituzione culturale

 

Tre produzioni liriche e un progetto d’opera per le scuole, trecento fra artisti e tecnici coinvolti, quasi dodicimila presenze e un riconoscimento nazionale con il premio Cultura di Gestione

Si è conclusa la prima Stagione di attività della Fondazione Rete Lirica delle Marche, ente creato dall’intesa fra i comuni di Ascoli Piceno, Fermo e Macerata insieme alla Fondazione Teatro della Fortuna di Fano, l’Associazione Arena Sferisterio, il Rossini Opera Festival e l’Orchestra Regionale delle Marche, al quale hanno subito aderito anche il Conservatorio “G. B. Pergolesi” di Fermo, l’Accademia di Belle Arti di Macerata e l’Orchestra Sinfonica Rossini.

La stagione 2018/2019 ha registrato risultati significativi di produzione, pubblico e critica con la messa in scena delle opere Il trovatoreCosì fan tutte e Falstaff che hanno coinvolto più di trecento fra artisti, tecnici e collaboratori, con un valore della produzione di circa un milione di euro. A questa offerta artistica hanno risposto poco meno di dodicimila spettatori che hanno affollato i teatri di Ascoli Piceno, Fano e Fermo, riprova dell’apprezzamento della scelta artistica di affiancare affermati nomi del mondo della lirica – come Pier Luigi Pizzi – a giovani artisti emergenti come Valentina Carrasco e Roberto Catalano.

La costituzione della Fondazione, presieduta da Igor Giostra, diretta da Luciano Messi e la cui direzione artistica è affidata ad Alessio Vlad, ha permesso una grande semplificazione amministrativa – dovuta principalmente al passaggio da più soggetti ad un unico ente – alla quale ha corrisposto un immediato incremento dell’efficacia gestionale, riuscendo a ottimizzare gli investimenti e ad elevare la qualità e la quantità della proposta artistica. La Fondazione Rete Lirica delle Marche rappresenta già un eccellente esempio di governance in cui già il 40% delle risorse non provengono da fonti pubbliche, capace di fare sistema e creare network intorno ad obiettivi condivisi e reali istanze del territorio di riferimento, valorizzando i complessi artistici e le maestranze regionali impiegate in modo pressoché esclusivo.

La Fondazione ha anche ampliato il sistema di coproduzione regionale, includendo ad esempio Jesi in occasione del Trovatore, e si è proiettata nel panorama nazionale attivando rapporti virtuosi con altri circuiti (Opera Lombardia per la produzione di Falstaff) e teatri extraregionali (il Teatro Marrucino di Chieti cha ospitato tutti i titoli della Stagione).

Grande attenzione è stata rivolta al pubblico giovane con le anteprime under 30 che hanno preceduto le recite dei titoli d’opera in ogni città e con il progetto Operadomani di AsLiCo, sin da subito entrato a far parte del calendario della Fondazione in modo permanente. Dopo l’iniziativa di quest’anno con L’elisir d’amore. Una fabbrica di idee, adattamento del celebre titolo donizettiano, dalla prossima Stagione la Fondazione si unirà all’Associazione Arena Sferisterio e alla FORM nella coproduzione dei progetti AsLiCo che si svolgeranno sul territorio marchigiano.

Il valore del progetto Fondazione Rete Lirica delle Marche, che è seguito con grande attenzione anche dal MiBAC, è stato riconosciuto come formula vincente dal punto di vista gestionale da Federculture, Agis, Alleanza Cooperative Italiane Turismo e Beni Culturali, Forum Nazionale del Terzo Settore e ANCI, che hanno assegnato alla Fondazione il Premio Cultura di Gestione 2018-2019 nella categoria “Creazione di reti” del bando nazionale che premia i progetti e i modelli più innovativi nella gestione culturale. Nella motivazione del premio è stata sottolineata la capacità della Fondazione Rete Lirica delle Marche di creare nuove sinergie e produrre risultati tangibili nella crescita della produzione culturale nel territorio, di incrementare l’offerta e la qualità artistica, di stimolare il coinvolgimento della comunità, soprattutto giovanile, generando un positivo impatto culturale, economico e occupazionale?.

 

 

 

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