dall’Amat

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2019-03-04

MAIOLATI, TEATRO SPONTINI MERCOLEDÌ 6 MARZO

SEI PERSONAGGI IN CERCA D’AUTORE DI VICOQUARTOMAZZINI

 

Mercoledì 6 marzo prosegue la stagione di prosa del Teatro Spontini di Maiolati Spontini – nata dalla rinnovata collaborazione tra Fondazione Pergolesi SpontiniComune di Maiolati SpontiniAMAT e con il contributo di BANCA GENERALI (main sponsor), SO.GE.NU.S, Annibaldi e Pandolfi Casa del Commiato, C.P.M. Gestioni Termiche – con uno dei più grandi testi del teatro italiano,Sei personaggi in cerca d’autore di Luigi Pirandello nell’allestimento di VicoQuartoMazzini con Associazione Teatro Giovani – Teatro Pirata per la regia di Gabriele Paoloca?.

Lo spettacolo – in scena anche al Teatro Alfieri di Montemarciano il 7 marzo alle ore 21.15 – offre una visione non scontata dei classici temi pirandelliani, rendendo omaggio all’opera attraverso una chiave interpretativa che aiuta lo spettatore a riflettere su questi temi con un nuovo spirito e un rinnovato interesse.

Un ex teatrante, dopo una lunga giornata passata in giro a dare volantini per promuovere la paninoteca per cui lavora, torna nel teatro dove vive: un teatro chiuso, dove non si dà più spettacolo, dove l’uomo non fa altro che dormire e ubriacarsi per non pensare a un passato che lo tormenta a tal punto da fargli decidere di farla finita. In quel momento degli strani individui irrompono nel suo teatro. Dicono di essere dei personaggi abbandonati dal loro autore e di portare con se? un dramma doloroso, macchiato di sangue e vergogna.

Scrive Gabriele Paoloca? nelle note di regia: “Quando una compagnia del ventunesimo secolo, con le sue difficolta? e le sue gioie, le sue ambizioni e le sue amputazioni si mette di fronte a un classico di tale portata, la prima cosa che salta agli occhi e? l’abissale distanza che c’e? tra la sua condizione e quella della compagnia degli attori con cui si relazionano i sei personaggi nel testo originale. Attraverso la noia e il cinismo con cui fa parlare gli attori, Pirandello mette alla berlina un sistema tronfio di vizi e scarno di virtù, dove il suggeritore e? incapace di suggerire, gli attori di recitare e il regista di imporre il proprio pensiero, dove l’uomo di teatro e? paragonabile a un impiegato statale in attesa di finire il proprio turno di lavoro. No, noi (per fortuna e purtroppo) non siamo questo. Noi la compagnia degli attori la simboleggiamo attraverso un uomo solo, prigioniero dei ricordi, intrappolato in un passato decisamente più interessante del suo presente; un uomo che non ha più una compagnia, che ha smesso di fare teatro (perché si deve pur mangiare) ma che al teatro non riesce a smettere di pensare e l’ossessione di questo ricordo lo porta a compiere una sciocchezza: puntarsi una pistola alla tempia. Questo spettacolo potrebbe durare un istante, quell’istante, quando il freddo del ferro ti preme sulla tempia e il futuro, dall’altra parte, da dentro le cervella, aspetta in silenzio. È a quest’uomo che i personaggi chiedono di essere ascoltati, e? a lui che chiedono di poter rappresentare la propria storia. È a lui che offrono una chance”.

Gli attori in scena sono Michele AltamuraAlice ContiSimonetta Damato, Filippo Paolasini, Gabriele Paolocà. La produzione dello spettacolo è realizzata con il sostegno di Asini Bardasci.

Per informazioni: biglietteria Teatro Pergolesi 0731 206888. Inizio spettacolo ore 21.

 

 

 

MERCOLEDÌ 6 MARZO A MONDAVIO PER TEATRI D’AUTORE

INTORNO AL MONDO IN 72 GIORNI. IL VIAGGIO DI NELLIE BLY

Mercoledì 6 marzo Teatri d’Autorestagione di prosa nei teatri storici della provincia di Pesaro e Urbino organizzata da AMAT con il sostegno della Regione Marche e dei Comuni dellaRete, torna al Teatro Apollo di Mondavio con Intorno al mondo in 72 giorni. Il viaggio di Nellie Bly liberamente tratto dal diario di viaggio di Nellie Bly di Elizabeth Cochrane, con Diana Forlani e Lorenzo Acquaviva, allestimento e regia di Paola Sarcina.

Il giro del mondo in 72 giorni… 6 ore… 11 minuti e 14 secondi… lo compì davvero, nel 1889, una giovane giornalista americana, Nellie Bly (pseudonimo di Elizabeth Cochran), sedici anni dopo l’uscita del romanzo di Jules Verne che narrava il viaggio intorno al mondo (in 80 giorni) di Mr. Phileas Fogg. All’epoca del viaggio Nellie aveva 24 anni ed era la prediletta di Joseph Pulitzer, padre del giornalismo americano, che l’aveva assunta al New York World. La sfida contro il tempo di Nellie appassionò per mesi i lettori del suo giornale. Partita da New York il 14 novembre del 1889, la reporter, viaggiando su navi, treni e cavalli, toccò Londra, Calais, Brindisi, Port Said, Ismalia, Suez, Aden, Colombo, Penang, Singapore, Hong Kong, Yokohama, San Francisco, per poi rientrare a New York il 25 gennaio 1890, accolta trionfalmente dal pubblico che aveva divorato i suoi articoli. Ne scaturisce una descrizione del mondo rapida, istantanee narrate con lo stile sensazionalistico della giornalista dell’epoca, che incontrò anche Verne, ridando fama e pubblicità al suo romanzo. Nellie Bly fu la prima donna a viaggiare attorno al mondo senza essere accompagnata ovunque da uomini e divenne un modello di emancipazione femminile.

Prima dello spettacolo, alle ore 18.30, si terrà presso la Sala Carboni – l’incontro di Scuola di Platea, progetto di introduzione al teatro per gli studenti degli istituti superiori promosso dall’AMAT – conl’attrice Diana Forlani Alla scoperta di Nellie Bly in collaborazione con Liceo Marconi e Liceo Mamiani di Pesaro.

È possibile raggiungere Mondavio (e assistere all’incontro delle 18.30 e allo spettacolo delle 21.15) prenotando un posto in bus (gratuito) al n. 0721 3592515 o 366 6305500 (tutti i giorni dalle 10.00 alle 13.00). Partenza da Pesaro, Parcheggio San Decenzio, ore 17.30, ritorno da Mondavio al termine dello spettacolo.

Lo spettacolo è prodotto da Ass. culturale Music Theatre International-MThI, i costumi sono di Rita Sorgi, luci e suoni di Giorgio Rossi, musiche di scena di Massimo Fedeli realizzate da ensemble strumentale Percento Musica: Marco Silvi (tastiere), Diego Bettazzi (fiati), Gianluca Semeoni (chitarre), il progetto video è di Federico Spirito e Alessio Raponi (Timeless Production).

Informazioni e biglietti: 0721 3592515, 366 6305500 www.amatmarche.net reteteatripu@amat.marche.it.

GIOVEDÌ 7 MARZO A GRADARA PER TEATRI D’AUTORE

UNA STANZA TUTTA PER NOI. LE CASE DI JANE ASUTEN

 

 

Giovedì 7 marzo al Teatro Comunale di Gradara prosegue Teatri d’AutoreStagione di Prosa nei Teatri Storici della provincia di Pesaro e Urbino, organizzata da AMAT con il sostegno dellaRegione Marche e dei Comuni della Rete. Alle ore 21.15 l’appuntamento è con lo spettacolo Una stanza tutta per noi. Le case di Jane Austen: divertimento teatrale con musica prodotto dalTeatro Bancherò, con la preziosa collaborazione de Il Club Sofa and Carpet di Jane Austen di Riccione, scritto da Roberto Bertinetti, diretto da Pietro Conversano e interpretato da Francesca Di Modugno, Francesca Gabucci e Francesco Falabella.

Della vita di Jane Austen sappiamo poco perché la sorella Cassandra bruciò gran parte delle lettere che aveva inviato, ma almeno un dato è certo: per lei la casa fu sempre un problema. Nella canonica di Steventon, dove nacque, rimase sino a quando il padre non decise di trasferire la famiglia a Bath, poi dopo la morte del reverendo cambiò molti alloggi per approdare infine a Chatwon grazie alla generosità di un fratello che mise un cottage a disposizione di Jane, della madre e di Cassandra. Forse è per questo che nei suoi romanzi le protagoniste parlano senza sosta di case amate, perdute o desiderate. Nelle diverse sistemazioni, più o meno precarie, Austen aspira spesso a un’abitazione nella quale poter scrivere in pace, senza venire disturbata e, attraverso le parole delle sue eroine, mostra quanto sia stato difficile per una donna nubile nel Regno Unito all’inizio dell’Ottocento poter disporre di uno spazio da non condividere con altri. Attingendo esclusivamente all’epistolario, lo spettacolo ricostruisce in dettaglio la vita di Jane Austen, le sue speranze e i suoi timori, offre spazio alla sua breve carriera pubblica sempre protetta dall’anonimato (le opere uscirono firmate “by a Lady”), alle abitudini domestiche di epoca Regency. Jane Austen è riuscita a sottrarre la penna dalla mano agli uomini e l’ha utilizzata per offrire il punto di vista delle donne in romanzi che Edward Morgan Forster giudicava macchine narrative perfette. È grazie a lei se per la letteratura di lingua inglese si apre una nuova fase in cui molti stereotipi in merito ai rapporti tra i sessi iniziano, sia pure con esasperante lentezza, a esser messi da parte, garantendo così alle donne quella stanza tutta per loro di cui in seguito Virginia Woolf parla in un celebre saggio.

Prima dello spettacolo, alle ore 18.30, si terrà presso Palazzo Rubini Vesin – l’incontro di Scuola di Platea, progetto di introduzione al teatro per gli studenti degli istituti superiori promosso dall’AMAT -con Giuseppe Lerolli (My sweet Lady Jane Austen), in memoria di Roberto Bertinetti in collaborazione con il Liceo Nolfi-Apolloni di Fano e il Liceo Mamiani di Pesaro.

È possibile raggiungere Gradara (ed assistere all’incontro delle 18.30 e allo spettacolo delle 21.15) prenotando un posto in bus (gratuito) al n. 0721 3592515 o 366 630550 (tutti i giorni dalle 10.00 alle 13.00).

 

FERMO, TEATRO DELL’AQUILA

GIOVEDÌ 7 MARZO CON LA TERRA TREMANO DI GIORGIO FELICETTI

PROSEGUE CLASSICO CONTEMPORANEO

 

Giovedì 7 marzo con La terra tremano di Giorgio Felicetti prosegue al Teatro dell’Aquila di Fermo Classico contemporaneo, la stagione dedicata alle esperienze più contemporanee promossa dal Comune di Fermo e dall’AMAT in collaborazione con la Regione Marche e il MiBAC. Con Classico Contemporaneo torna anche Scuola di platea, seguitissimo progetto di introduzione al teatro per gli studenti degli istituti superiori di Fermo promosso dall’AMAT e dal Comune di Fermo. La partecipazione allo spettacolo è solo il momento centrale di un programma che prevede incontri propedeutici e confronti con la compagnia.

 

Lo spettacolo percorre una storia potente come la natura, importante come la vita. Una storia del sottosuolo, come la faglia. Una storia di luoghi bellissimi come i borghi tra gli Appennini. Una storia di persone, donne, uomini, vecchi, bambini. Una storia di abbracci, di sogni, di sorrisi, di pianti. Una storia di spaesati. È un racconto teatrale epico e poetico, tra cronaca e mitologia, tra scienza e geologia. “Se c’è una vera storia comune del nostro Paese – scrive Giorgio Felicetti nelle note di regia -, è storia di terremotati. Una storia potente come la natura, importante come la vita. Una storia del sottosuolo, come la faglia. Una storia di luoghi bellissimi, come i borghi tra gli Appennini. Una storia di persone, donne, uomini, vecchi, bambini. Una storia di abbracci, di sogni, di sorrisi, di pianti. Una storia di spaesati. Una storia epica, tra mito e cronaca, che diventa rito magico, catarsi. Certo che si sa! L’Italia è terra in moto, da sempre, da sud a nord: Belice, Friuli, Irpinia, Marche, Umbria, Molise, L’Aquila, Emilia Romagna. Ma poi, viene quella botta tremenda del 2016, la più forte della storia recente. Un trauma gigantesco. Ancor più oggi nel cratere sismico, dove si resta nel forte scontento, e nefasti sono gli effetti nella vita delle persone. Vite cambiate, per sempre. Destini e luoghi stravolti. Personaggi a testa in giù: i pastori sotto le stelle che vedono implodere Amatrice, gli uomini e le donne in disperata fuga dai loro paesi, i bambini di Pescara del Tronto, e gli sradicati, gli spaesati, le tante, troppe voci strappate da Visso o Arquata, fanno de La terra tremano un urlo, una testimonianza, un punto di memoria, un’invocazione, una preghiera, una lettera aperta, scritta proprio con le lacrime e la forza di chi, nonostante tutto, resta ancora aggrappato alla sua terra. C’è forte, la voglia di andare avanti, oltre le macerie. Oltre la rabbia. Nel centro dell’Italia, in mezzo e sopra la natura, si può vivere, perché è bellissimo. Ma è urgente e necessario scegliere come farlo. È il tempo di raccontare questa storia. Perché riguarda tutti noi. Nessuno escluso”.

Lo spettacolo – prodotto da Esteuropaovest – è scritto, diretto e interpretato da Giorgio Felicetti, scene e costumi sono di Giorgia Basili, il disegno luci di Roberto Butani.

Informazioni e biglietti 0734 284295. Inizio spettacolo ore 21.

 

 

 

 

VENERDÌ 8 MARZO AL TEATRO NUOVO DI CAPODARCO PER KLANG I LEDA IN CONCERTO

KLANG altri suoni, altri spazi, rassegna musicale regionale nata con lo scopo di valorizzare esperienze musicali di qualità nazionali e internazionali che si contraddistinguono per un significativo tasso di sperimentazione e una forte autorialità, giunta alla quarta edizione su iniziativa dell’AMAT, del Loop Live Club, con la Regione Marche, il MiBAC e i Comuni del territorio giunge venerdì 8 marzo al Teatro Nuovo di Capodarco di Fermo con I Leda in concerto.

I Leda nascono nell’inverno del 2017 dall’incontro dei musicisti Enrico Vitali, Serena Abrami, Fabrizio Baioni e Mirko Fermani, attivi da anni nei rispettivi progetti nel panorama italiano underground. La loro estetica ha nel DNA l’overdrive, la wave, il trip rock e l’alternative rock, nel contrasto emotivo tra il velluto del timbro vocale e l’abrasività dei suoni. Dopo aver trascorso diverso tempo insieme in sala prove, nell’agosto 2018 decidono di registrare presso l’Indipendente Recording Studio di Matelica le undici tracce che compongono il loro album di esordio come band. I testi sono frutto della collaborazione con lo scrittore fermano Francesco Ferracuti, quinto elemento del gruppo con cui prendono vita storie e riflessioni. Il 12 aprile 2019 uscirà Memorie dal futuro.

Diciannove appuntamenti compongono il cartellone di Klang per una proposta artistica resa più affascinante dalle location particolarmente suggestive che ne potenziano l’impatto emotivo. Non a caso, infatti, lo slogan scelto per la rassegna è altri suoni, altri spazi proprio a sottolineare come ad essere protagonista non sia solo la musica in quanto tale, ma il connubio creativamente esplosivo con i preziosi spazi del territorio. Programma completo su www.amatmarche.net.

Per informazioni e biglietti (posto unico non numerato 7 euro, ridotto 5 euro) 0734 284295 – 071 2072439 – 071 2133600. Biglietteria Teatro Nuovo la sera del concerto dalle ore 20.30, 347 5706509.

Inizio concerto ore 21.30.

MASSIMO RANIERI NE IL GABBIANO IN TOURNÉE NELLE MARCHE:

DALL’8 AL 17 MARZO A JESI, MACERATA, ASCOLI PICENO E PESARO

Un affascinante incontro fra due protagonisti assoluti del teatro italiano, Massimo Ranieri e Giancarlo Sepe, per la prima volta insieme mettono in scena uno dei testi teatrali tra i più noti e rappresentati di sempre, Il Gabbiano di Anton C?echov in scena nei teatri marchigiani per le stagioni curate da AMAT con i Comuni del territorio: l’8 marzo al Teatro Pergolesi di Jesi in collaborazione con la Fondazione Pergolesi Spontini (ore 21), il 9 e 10 marzo al Teatro Lauro Rossi di Macerata (ore 21), il 12 e 13 marzo al Teatro Ventidio Basso di Ascoli Piceno (ore 20.30) e dal 14 al 17 marzo al Rossini di Pesaro (da giovedì a sabato ore 21, domenica ore 17).

In occasione dello spettacolo a Jesi l’agenzia di comunicazione KRYES di Ancona, specializzata nel settore agroalimentare e beverage, in collaborazione con il Consorzio dei Vini Piceni offrirà al pubblico nel foyer del teatro un calice di Passerina Spumante Brut. A Pesaro sabato 16 marzo alle ore 18 alla Sala della Repubblica del Teatro Rossini la compagnia incontrerà il pubblico.

La storia di Treplev, scrittore incompreso, del suo amore per Nina, il suo rapporto di odio/amore con la madre Irina, un’anziana e famosa attrice, e poi tutti gli altri splendidi personaggi con le loro intense storie scritte magistralmente dal giovane C?echov rivivono in questo originale spettacolo che attraversa una pietra miliare del teatro mondiale in un’inedita grande edizione

 

“Alla prima uscita de Il Gabbiano – scrive Giancarlo Sepe nelle note di regia – l’insuccesso fu pieno. L’autore già reduce da un altro tonfo alla prima di Ivanov (che si tramutò in un successo in un’altra città), era incredulo, stentava a capire cosa fosse successo. La sua precoce affermazione con i suoi racconti (amati da Tolstoj) pubblicati in riviste letterarie e no gli aveva alienato le simpatie della critica che lo tacciava di arroganza e iattanza: Anton faceva una vita ritirata, non frequentava i salotti e faceva il medico, aiutando la povera gente. Amava più di ogni altra cosa la sua solitudine, arrivò a dire: vorrei incontrare una donna nella mia vita, bella come la luna, e come la luna che si affacci di tanto in tanto, anzi sarebbe meglio che vivesse in un’altra città. Cechov voleva capire il perché dell’insuccesso de Il Gabbiano e chiama l’unica persona affidabile, un critico musicale di origine francese che non aveva di che essere geloso e rivendicativo, un uomo dalla cultura imperante nella Russia del secolo, la cultura francese, un uomo che conosceva l’eterna armonia dei sentimenti, anche di quelli apparentemente contrastanti, Marcel, questo il suo nome, legge davanti a C?echov il suo testo e alla fine si sprigiona in un’esegesi, un’analisi spregiudicata del testo e la messinscena parte come una emanazione spontanea dalle sue parole che diventano battute del testo e frasi di canzoni meravigliose di cui lui solo ne possiede il segreto interpretativo. Musica e C?echov un connubio che sa di favola e di miracolo, la commedia arriva a toccare il suo cuore come quando l’aveva scritta.

Accanto a Massimo Ranieri in scena ci sono Caterina Vertova, Pino Tufillaro, Federica Stefanelli, Martina Grilli, Francesco Jacopo Provenzano. Le scene e i costumi dello spettacolo – prodotto da Diana Or.i.s. srl e Rama 2000 International – sono di Uberto Bertacca, il disegno luci di Maurizio Fabretti, le musiche sono a cura di Davide Mastrogiovanni e Harmonia Team.

Informazioni: 071 2072439, www.amatmarche.net.

DA VENERDÌ 8 A DOMENICA 10 MARZO AL TEATRO DELLA FORTUNA DI FANO

I FRATELLI KARAMAZOV CON GLAUCO MAURI E ROBERTO STURNO

Da venerdì 8 a domenica 10 marzo al Teatro della Fortuna di Fano prosegue FANOTEATRO – stagione della Fondazione Teatro della Fortuna realizzata in collaborazione con AMAT e con il contributo del Comune di Fano – con Glauco Mauri e Roberto Sturno in scena con I Fratelli Karamazov, l’ultimo grandioso romanzo scritto da Fëdor Dostoevskij, uno straordinario viaggio nei massimi problemi etici. Lo spettacolo, prodotto da Compagnia Glauco Mauri Roberto Sturno e Fondazione Teatro della Toscana, sarà in scena il 29 e 30 marzo anche al Teatro Ventidio Basso di Ascoli Piceno nel cartellone promosso dal Comune di Ascoli Piceno con l’AMAT. A Fano con lo spettacolo prosegue sabato 9 marzo alle ore 18 al Teatro della Fortuna, Oltre la scena, occasione di incontro con la compagnia.

Di questo allestimento, versione teatrale di Glauco Mauri e Matteo Tarasco, frutto di un grande lavoro di smontaggio e rimontaggio dei capitoli fondamentali del romanzo, la regia è di Matteo Tarasco. Glauco Mauri, che da giovanissimo (22 anni) ottenne un grande successo personale nel ruolo del fratellastro-servo Smerdjakov diretto da Andrè Barsacq, è oggi il dissoluto e senza scrupoli Fëdor Pavlovi? Karamazov. Roberto Sturno dà voce e corpo a Ivàn Karamazov, il più intellettuale e tormentato dei fratelli. Accanto a loro: Paolo Lorimer, Laurence Mazzoni, Pavel Zelinskiy, Luca Terracciano, Giulia Galiani, Alice Giroldini. Le scene sono di Francesco Ghisu, i costumi di Chiara Aversano, le musiche di Giovanni Zappalorto, le luci di Alberto Biondi.

“Per ben due volte la nostra compagnia ha raccontato Dostoevskij. Due assoluti capolavori: L’idiota e Delitto e castigo. Dostoevskij, Shakespeare e Beckett – afferma Glauco Mauri – sono stati i tre grandi autori che mi hanno aiutato a tentare di capire la vita: la immensa tavolozza dei colori dell’animo umano di Shakespeare, la tragedia del vivere che diventa farsa e la farsa del vivere che diventa tragedia di Beckett e Dostoevskij che mi ha fatto capire la magnifica responsabilità che ha l’uomo di comprendere l’uomo. Dostoevskij non giudica mai: racconta la vita anche nei suoi aspetti più negativi con sempre una grande pietà per quell’essere meraviglioso e a volte orrendo che è l’essere umano. La famiglia Karamazov devastata da litigi, violenze, incomprensioni, da un odio che può giungere al delitto, oggi come oggi appare, purtroppo, un esempio di questa nostra società così incline all’incapacità di comprendersi e di aiutarsi. Anche il sentimento dell’amore spesso viene distorto in un desiderio insensato di violenza. Così sono i Karamazov – Così siamo noi? Ma Dostoevskij è un grande poeta dell’animo umano e anche da una terribile storia riesce a donarci bellezza e poesia.”

Dostoevskij per i suoi romanzi traeva spunto dalle cronache e dai casi giudiziari del suo tempo, ma anche dalle traumatiche esperienze personali, la morte violenta del padre, la propria condanna a morte, poi commutata ai lavori forzati in Siberia, il suo stesso tormento religioso: “Il tema principale de I Fratelli Karamazov è lo stesso di cui ho sofferto consciamente o inconsciamente per tutta la vita: l’esistenza di Dio”. La storia de I Fratelli Karamazov ruota attorno ai complessi rapporti della famiglia Karamazov, sotto l’apparenza da canovaccio di un romanzo giallo cela il dramma spirituale che scaturisce dal conflitto tra la fede e un mondo senza Dio. “L’ultimo romanzo di Fëdor Dostoevskij – scrive Matteo Tarasco nelle sue note – ha la grandezza e la forza di un inferno dantesco, è una comédie humaine alla russa, dove bestie umane si agitano sulla scena del mondo, dove il denaro, il fango e il sangue scorrono insieme. Una storia assoluta, spietata, estrema, senza margini di riscatto”.

Info: Fano botteghino del teatro tel. 0721 800750. Inizio spettacoli venerdì e sabato ore 21, domenica ore 17.

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