Le Grotte Campana tra tutela e valorizzazione

Le Grotte Campana tra tutela e valorizzazione

ISTITUTO CAMPANA E UNIVERSITà POLITECNICA DELLE MARCHE INSIEME PER LA TUTELA E LA VALORIZZAZIONE DELLE GROTTE DI PALAZZO CAMPANA

Osimo – Si è svolto oggi martedì 9 aprile presso l’Aula Magna di Palazzo Campana di Osimo il convegno “LE GROTTE CAMPANA TRA TUTELA E VALORIZZAZIONE”, nell’ambito del quale sono stati presentati i risultati della ricerca scientifica commissionati dall’Istituto Campana per l’Istruzione Permanente di Osimo ad un gruppo di ricerca del Dipartimento di Ingegneria Civile Edile e Architettura (DICEA), Università Politecnica delle Marche: attività di studio e indagine per comprendere le possibili modalità di tutela e valorizzazione degli spazi ipogei posti al di sotto di Palazzo Campana, scavati nella pietra arenaria e caratterizzati da altorilievi di significativo valore storico e artistico, scolpiti sulle superfici delle grotte stesse.

I lavori del gruppo di ricerca dell’Università Politecnica delle Marche sono stati coordinati dal prof. Marco D’Orazio, Preside della Facoltà di Ingegneria, in collaborazione con colleghi dello stesso ateneo ed in particolare con il prof. Enrico Quagliarini, il prof. Costanzo Di Perna e il prof. Paolo Clini, nonché con dottorandi e assegnisti di ricerca del DICEA.

Dopo i saluti istituzionali del Presidente dell’Istituto Campana Matteo Biscarini, del Vicensindaco Mauro Pellegrini e del Rettore della Politecnica delle Marche Sauro Longhi, e l’introduzione dell’architetto Manuela Panini, consigliere d’amministrazione del Campana, è intervenuto il prof. Marco D’Orazio che ha illustrato le attività di ricerca svolte dal 2016, indirizzate a valutare le modalità utili a garantire conservazione del bene per le generazioni future e allo stesso tempo renderlo fruibile alle generazioni attuali: “Attualmente le grotte non risultano visitabili anche per evitare un peggioramento del livello di degrado degli altorilievi, sottoposti nel tempo a un processo di sgretolamento dell’arenaria per attacco di agenti biologici (batteri) e per le condizioni dell’ambiente interno. Infatti, la presenza di batteri combinata ad escursioni termiche ed igrometriche nell’ambiente può provocare stress inducendo un’accelerazione del processo di polverizzazione dei materiali lapidei. La presenza di visitatori nell’ambiente può apportare una variazione significativa nelle temperature interne di una grotta, causando quindi una reazione negativa sulla conservazione dei materiali.”

Il gruppo di ricerca ha pertanto monitorato le condizioni ambientali durante l’arco di un anno, sia in condizioni di chiusura al pubblico che durante visite con modalità programmate, sviluppando un sistema di monitoraggio ad hoc per le Grotte Campana. Allo stesso tempo, si sono svolte prove per caratterizzare i parametri propri dei materiali lapidei che influiscono sulla velocità del processo di degrado. I risultati della ricerca evidenziano come la permanenza di poche persone anche per brevi visite sia in grado di alterare significativamente le condizioni dell’ambiente (temperatura) portando a valori non accettabili per la conservazione del bene stesso sul lungo periodo. L’utilizzo di prodotti per il consolidamento delle superfici

sembra poter ridurre la velocità dei processi di degrado ma non impedirli.  Solo combinando l’impiego di questi prodotti con modalità di controllo degli accessi, al fine di far rimanere il più possibili costanti nel tempo le condizioni dell’ipogeo (e, in particolare, la temperatura), le grotte potrebbero ritornare fruibili. Tuttavia appare evidente come il processo di degrado non sia oggi arrestabile.

E’ stato necessario pertanto considerare possibili modalità alternative di fruizione. Per questo l’Istituto Campana ha commissionato l’acquisizione digitale degli ambienti al gruppo di ricerca DiStoRi Heritage, diretto dal Prof. Paolo Clini dell’Università Politecnica delle Marche, che durante il suo intervento ha mostrato per la prima volta al pubblico i dati di rilievo ottenuti dalle scansioni laser e fotogrammetria che hanno permesso di ottenere un modello 3D ad altissima risoluzione delle grotte e dei loro enigmatici bassorilievi: “un perfetto facsimile digitale che ne descrive con precisione millimetrica la geometria e, tramite apposito visore, offre la possibilità di esplorarne a 360° le suggestive gallerie”.

Numerose le difficoltà affrontate nell’esecuzione di questo lavoro; gli spazi molto stretti, l’assenza di adeguate condizioni d’illuminazione e l’elevato grado di dettaglio ricercato hanno permesso di testare diverse metodologie di lavoro e verificare l’attuale livello di maturità raggiunto dalla tecnologia applicata a questo settore.

Ha concluso il convegno l’architetto Alessandra Pacheco, funzionaria della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio delle Marche, che elogiando il lavoro dell’Istituto Campana e della Politecnica delle Marche, ha proposto di proseguire le indagini sulle Grotte attraverso l’intervento dell’Istituto Centrale del Restauro, già coinvolto dal Campana nel 2002.

Al termine della giornata odierna è stata presentata per la prima volta ‘virtual room’ dove i visitatori indossando un occhiale hanno potuto “camminare virtualmente” dentro le grotte: una prima anticipazione molto efficace di una possibile futura fruizione virtuale del complesso ipogeo.

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