Salone del libro di Torino, il bilancio positivo della Regione Marche

Salone del libro di Torino, il bilancio positivo della Regione Marche

Cultura e turismo valore aggiunto delle Marche 

Pieroni: “Siamo una destinazione sempre più richiesta” 

Mastrovincenzo: “Premiati dal grande lavoro di squadra”

 

Torino – “Valorizzazione e promozione del patrimonio culturale della nostra regione anche in chiave turistica perché il cluster della cultura è una delle domande primarie che il turista, italiano e straniero, rivolge alla Marche quando decide di orientarsi verso la nostra regione”. È stata questa la chiave di lettura della partecipazione delle Marche, Regione ospite alla XXXII edizione del Salone internazionale del libro di Torino che ha chiuso ieri l’esposizione. Un metro di lettura che è emerso chiaramente dagli incontri e dalle presentazioni che si sono susseguite allo stand istituzionale, con una partecipazione di pubblico e un interesse sempre crescente. La sensazione che si è percepita tangibilmente, come ha avuto modo di sottolineare il soprintendente del Teatro Regio di Torino, William Graziosi, (di origini marchigiane, jesine, già promotore e poi direttore della Fondazione Pergolesi Spontini e coordinatore del Pergolesi Spontini Festival) è che “le Marche sono culturalmente potenti e molto note nel mondo della lirica”. D’altronde, “Salendo e mirando” lo stand istituzionale, come recitava lo slogan che accoglieva i visitatori, ci si imbatteva subito in Leopardi che, con il bicentenario del manoscritto de L’Infinito, si proponeva immediatamente come testimonial delle Marche, all’interno di un “trittico delle meraviglie” rappresentato, lo scorso anno, dal 150° della morte di Gioachino Rossini e, il prossimo, dai 500 anni dalla morte di Raffaello. Sono tre grandi personalità che hanno permeato l’identità della terra marchigiana che, a Torino, ha saputo presentare il meglio di sé stessa nel campo editoriale. “Essere stati presenti, in questi contesti culturali, in modo dinamico e attivo, è sicuramente risultata un’operazione di immagine molto forte – ha affermato l’assessore alla Cultura e Turismo, Moreno Pieroni – Lo si percepiva chiaramente curiosando nello stand, tra una presentazione e l’altra, o leggendolo nello sguardo dei relatori intervenuti per presentare i loro libri. Ora l’attesa è per una ricaduta significativa del turismo culturale sul territorio. Un’avvisaglia c’è stata già con le due puntate televisive Rai di Meraviglie d’Italia di Alberto Angela, dedicate alle Grotte di Frasassi e al Palazzo Ducale d’Urbino: il flusso di visitatori ha subito registrato un picco crescente. Dal momento che le iniziative del bicentenario leopardiano non sono terminate a Torino, ma tutto il 2019 sarà dedicato al sommo poeta recanatese, l’attesa e l’auspicio della Regione sono rivolti al turismo acculturato: quello sempre alla ricerca di conoscenze che, nelle Marche, trova una sua giusta, inedita e originale dimensione”. Grande soddisfazione è stata espressa dal presidente del Consiglio regionale, Antonio Mastrovincenzo: “A Torino è stato svolto un grande lavoro di squadra in cui abbiamo creduto e che ci ha premiato sia per quanto riguarda la presenza di pubblico ai nostri eventi e al nostro stand, sia per l’apprezzamento espresso da parte degli organizzatori del Salone. L’edizione da record di quest’anno rappresenta, poi, il miglior antidoto contro qualsiasi oscurantismo, perché le idee e la partecipazione dei cittadini lettori sono le armi più efficaci per la cultura e la democrazia”. Secondo gli organizzatori torinesi, il Salone ha registrato 150 mila visitatori. Presso lo stand delle Marche, la Regione ha alternato più di 200 relatori, con presenze significative, come quelle di Massimo Cacciari e Vittorio Sgarbi. Il desk promozionale ha raccolto oltre un migliaio di richieste, con una preferenza riscontrata per informazioni culturali e turistiche sui “cammini spirituali marchigiani”, sugli itinerari ciclabili e per organizzare tour sul territorio. Molte persone sono già state in vacanza nelle Marche e vogliono ritornarci “perché i marchigiani sono accoglienti, si mangia bene e ci sono bei posti da vedere”.

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