Antonella Baiocchi, “La Violenza non ha Sesso”

Antonella Baiocchi, “La Violenza non ha Sesso”

Al Circolo Nautico Sambenedettese Baiocchi presenta il saggio che stravolge la cultura sulla violenza

AL CIRCOLO NAUTICO LA PRIMA NAZIONALE DEL SAGGIO “LA VIOLENZA NON HA SESSO”
ANTONELLA BAIOCCHI PROMUOVE UNA NUOVA INTERPRETAZIONE DELLA VIOLENZA: IL DEBOLICIDIO

San Benedetto del Tronto – Il 29 agosto ore 21,15, al Circolo Nautico Sambenedettese, si terrà la prima Nazionale della presentazione del Saggio LA VIOLENZA NON HA SESSO, un contributo alla crimino-genesi della violenza nella relazione affettiva, che propone una interpretazione innovativa che sconvolge l’ordinaria interpretazione della Violenza, vista universalmente come Unidirezionale (dell’Uomo verso la donna) e proposta invece come dinamica BIDIREZIONALE: stravolge i rassicuranti confini tra il bene e il male, il giusto e l’ingiusto, la normalità e la devianza ed impedisce di banalizzare questi atti cruenti come esiti di raptus, follia o violenza di genere. Un Saggio presentato dall’associazione I Luoghi della Scrittura, che la Alpes Italia Eitori (nota casa Editrice di pubblicazioni scientifiche del mondo della psiche) non si è lasciato sfuggire e che ha pubblicato in tutta Italia il 25 luglio scorso. Presentato da Mimmo Minuto, Moderato dal Consigliere Comunale avvocato Gianni Balloni, all’evento interverranno anche due prestigiosi professori: Gilberto Mosconi dell’Università di Camerino (UNICAM) e Ninfa Contigiani dell’Iniversità di Macerata (UNIMC). Antonella Baiocchi, affermata psicoterapeuta e specialista in criminologia, ritiene che il nucleo del problema sia nell’Analfabetismo Psicologico ( piaga da sempre presente e non ancora debellata nel terzo millennio e che riguarda ogni Persona, indipendentemente dal genere), che tra le gravose conseguenze, induce alla Gestione Dicotomica delle Divergenze, “un vero e proprio programma infetto”, che prevede la prevaricazione di uno dei poli della relazione e il conseguente fallimento del Reciproco Rispetto: “Chiunque gestisce le divergenze in modo dicotomico (indipendentemente dal sesso, dall’età e dallo stato di salute), quando si troverà nella posizione di Forza (fisica, economica, di ruolo, psicologica), tenderà a prevaricare l’interlocutore in posizione di Debolezza: donne ed uomini ‘fragili’, bambini, anziani, animali”. L’Analfabetismo espone chiunque, quindi al pericolo di diventare Vittima o Carnefice. Affermare che la Violenza non è unilaterale «Uomo verso Donna» non è un atto ostile verso la Donna! E’ innegabile che le Donne siano socialmente svantaggiate e più esposte alla vittimizzazione anche criminale! Ma per debellare la Violenza, è necessario capire che il problema non è il Maschio ma l’Analfabetismo Psicologico di cui sono Vittima sia gli Uomini che le Donne! L’autrice afferma che la Violenza non ha sesso, né età, né cultura, né razza e suggerisce di sostituire la miriade di neologismi che si coniano per specificare i diversi tipi di vittime (femminicidio, femicidio, infanticidio, uxoricidio, etc.) con un neologismo unico rappresentativo di ogni tipologia di vittima: il termine Debolicidio, inteso come prevaricazione/uccisione di chi si trova in situazione di debolezza. Il saggio punta l’attenzione anche su un aspetto oggi ignorato dalla nostra società: l’uomo che subisce violenza relazionale è attualmente tra gli esseri viventi meno tutelati in quanto, a causa dei retaggi culturali ha enorme difficoltà ad emergere dal silenzio e lo Stato non ha investito un euro per tutelarlo

 

 

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