Parlare Futuro al di là del bene e del male: Franco Arminio, “L’infinito senza farci caso”

Parlare Futuro al di là del bene e del male: Franco Arminio, “L’infinito senza farci caso”

PARLARE FUTURO 2020 – AL DI LÀ DEL BENE E DEL MALE

SECONDO APPUNTAMENTO

FRANCO ARMINIO – L‘INFINITO SENZA FARCI CASO

PORTO RECANATI – CASTELLO SVEVO (PIANO TERRA)

23 GENNAIO 2020 – H 21,15

Parlare Futuro 2020, dopo la straordinaria apertura con Umberto Galimberti,e l’intervento luminoso di Marcello Veneziani, continua la sua corsa provocatrice alla ricerca di ciò che può definirsi Al di là del bene e del male. Friedrich Nietzsche, autore dell’omonimo saggio filosofico e provocatore per eccellenza nell’immaginario comune, è proprio colui che propone di fare filosofia col martello, di distruggere tutto ciò che costituisce la base culturale della nostra società perché non più rappresentativo dell’identità del singolo, in nome della necessità che “i pesi di tutte le cose devono essere ristabiliti di nuovo”? Ma è qualcosa di cui tutti sono capaci, o un affare da superuomini/Übermenschen? E soprattutto quali saranno le conseguenze che, come dice lo stesso Nietzsche in Al di là del bene e del male, “ci prendono per i capelli, del tutto indifferenti al fatto che nel frattempo si sia migliorati”? Stavolta a dare una risposta a questa domanda sarà il poeta Franco Arminio che, il 23 Gennaio alle ore 21,15 a Porto Recanati presso il Castello Svevo, a piano terra, animerà una vivace serata poetica dall’emblematico titolo L’infinito senza farci caso.

Nato in Campania, a Bisaccia, nel 1960, dove tutt’ora vive, Franco Arminio é documentarista, giornalista, scrittore e soprattutto poeta, si definisce però “paesologo”, ovvero esperto delle realtà dei piccoli comuni italiani. Vocato al viaggio e alla lirica, collabora con testate come Il Manifesto e Il Mattino, con un blog dal titolo Comunità Provvisorie, e scrive raccolte di poesie dove racconta le realtà cittadine attraverso le quali viaggia, raccogliendo testimonianze anche dalle zone più disagiate, sulla vita, sulla morte, sull’amore. Dopo le intense raccolte Cartoline dai Morti e Geografia commossa dell’Italia interna, dedicate ai paesi colpiti dal sisma negli anni, si dedica ora alla riflessione sull’amore, l’infinito, il bene, il male e tutto ciò che è al di la di essi con le raccolte Resteranno i canti, Cedi la strada agli alberi e ora L’infinito senza farci caso. In quest’ultima raccolta Arminio si scaglia contro la società che cerca l’amore senza però sapere cos’è, che vede e vuole ovunque il porno e il sesso e non si sorprende di fronte al revenge porn che porta all’omicidio/suicidio, ma poi si indigna davanti ad una parola potenzialmente a doppio senso sui social network, come ferita nel profondo dei suoi labili sentimenti, una società insomma che vorrebbe mostrarsi al di là del bene e del male sul tema amore, senza però avere davvero idea di cosa esso sia, men che meno i suoi estremi. Commenta Arminio “L’amore per essere nuovamente vivo deve portare dentro l’infimo e l’immenso, non può stazionare nelle righe dell’uomo intermedio. Dobbiamo riprendere a oscillare verso gli estremi, l’amore è grande umiltà e grande arroganza.”. L’amore come lo pensa Arminio è riscoperta e medicina, è martello che abbatte vecchie convinzioni di liberazione sessuale e di schiavitù del vuoto di sentimenti, è, con le sue parole, intimità provvisoria, che risveglia nel profondo l’umanità del singolo e la fa sprigionare con delicatezza e violenza, una dolcezza vera che fa male, e da all’essere la vera coscienza di cosa voglia dire amore “al di là del bene del male”.

XXXXX, Assessore alla Cultura del Comune di Porto Recanati, ha così accolto la seconda tappa di Parlare Futuro nella propria città: 

Oriana Salvucci, direttrice artistica della rassegna, ha così definito la scelta del suo ospite per la città di Porto Recanati, e il suo apporto ontologico e fattuale allo sviluppo del fil rouge della rassegna: ” Franco Arminio è una promessa mantenuta. Dopo Cedi La strada agli alberi e Resteranno i Canti, la nuova raccolta possiede la stessa forza e la stessa energia epifanica delle opere precedenti. Una poesia buona come il pane, chiara come l’acqua, vuota e piena come i paesi con il buco, gioiosa e dolorosa come la vita, quella vita che si sente nella gola. Pochi sanno parlare d’amore, di amori lievi e dolci o amori tempestosi e tempestati. Franco Armnio ne è capace. La poesia è una sorta di terapia all’amore, al dolore, alla vita. Franco Arminio sembra urlare che la scrittura salva ed aiuta ad uscire da se stessi per incontrare l’altro, uomo, donna, paese, melo, terra, vita. La poesia è anche rivoluzione, cambiamento, mutamento e sembra che finalmente le parole abbiano un peso specifico quelle nei confronti della piccola borghesia o quelle nei confronti dei giovani e della loro atarassia senza godimento, o desiderio, o passione. E l’età evanescente di cui parla in cui , talvolta, sembra che la vita schiuda il mistero. E la mistica del corpo come riassunto dell’universo, ma vorrei svelarvi un segreto, la poesia non si commenta , ma si legge e vi auguro di poterla amare di un amore feroce ed inaddomesticato come il mio.”

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