San Benedetto del Tronto, 2020-02-05 – Riceviamo dal Comitato “Salviamo il Madonna del Soccorso” e pubblichiamo integralmente
La politica regionale, mai così seguita come negli ultimi tempi (e di questo dovrebbero ringraziarci), ha dato ampio spettacolo di sé in occasione del consiglio regionale del 4 febbraio, che ha discusso e approvato il contestato Piano Socio Sanitario Regionale.
A partire dalle giuste precisazioni della cons. Leonardi, il cui emendamento, per come formulato, era stato da noi contestato: la consigliera ha evidenziato che il termine “Unico”, inizialmente usato nella bozza di Piano Sanitario, era stato poi (diremmo furbescamente) trasformato in “Nuovo”, e che dunque l’emendamento non si riferiva ad un futuro investimento della Regione in una nuova struttura necessaria nel Piceno, ma esclusivamente all’ospedale di Spinetoli/Pagliare, ritenuto non confacente alle esigenze del territorio e alle caratteristiche dei due bacini di utenza degli attuali ospedali.
Nonostante questo chiarimento, l’emendamento così modificato è stato fatto oggetto di dura critica da parte del cons. Urbinati, che ha accusato la cons. Leonardi di voler privare l’AV5 di un nuovo ospedale all’avanguardia: a nostro avviso e chiaramente una scappatoia per non tagliare le gambe all’ancora tanto amato progetto di Pagliare…
Infatti nel suo intervento ha appuntato tutto il suo fervore espositivo sul mantenimento come ospedali di base dei nosocomi di Ascoli e San Benedetto, riproponendoci la pappardella dei tre ospedali, che presuppongono una popolazione totale di 310.000 persone, mentre invece il mantenimento di due nosocomi, uno di primo livello ed uno di base, come richiesto da mesi sia dal comitato che da molti sindaci costieri, implica una popolazione di 230.000 abitanti, 300.000 in caso di due primi livelli. Numeri in ogni caso inferiori a quelli necessari per la realizzazione del sogno di Urbinati e della Casini.
La vicepresidente Casini ha affermato invece: “Se arriva un infarto al PS di San Benedetto del Tronto cosa gli fate? Lo mandate ad Ascoli! Se arriva un ictus al Pronto Soccorso di Ascoli, cosa gli fate? Lo mandate a San Benedetto! Invece a Pagliare si farà tutto”.
Noi alla signora rispondiamo che quando arriverà un trauma cranico al Pronto Soccorso di Pagliare lo manderanno ad Ancona! E quando arriverà un trauma toracico, lo manderanno comunque ad Ancona, non cambierà pressoché nulla! Un ospedale di eccellenza che continua a far volare gli elicotteri, perché ha in realtà le stesse strutture che ci sono adesso, non può definirsi di eccellenza.
Ha continuato la Casini: “San Benedetto del Tronto avrà anche la chirurgia d’urgenza perché d’estate ci sono molte persone in più”.
Peccato che, secondo il DM 70, non esista una chirurgia d’urgenza, ma solo la MURG, la cui esatta definizione è “Medicina e chirurgia d’accettazione e d’urgenza”. Nelle Marche la Chirurgia d’Urgenza si trova in effetti solo ad Ancona, dispone di un’equipe di otto chirurghi ed è il punto di riferimento regionale. Citiamo dal sito: “Facendo parte del Dipartimento di Emergenza ed Accettazione, collabora in stretto contatto sia con il Pronto Soccorso sia con la Rianimazione”. Ci chiediamo dove li troverà mai la vicepresidente otto chirurghi già formati per fare turni e sala operatoria. Quindi ci dovrà essere anche la rianimazione!? E dove sarà la sala operatoria? Ed i relativi necessari posti letto ed infermieri? E se il riferimento regionale è il Trauma Center di Ancona, avremo quindi anche un secondo Trauma Center… però ci hanno negato la Neurochirurgia, prevista dal PSR già dal 2012… Si può quindi facilmente supporre sin da ora che questa chirurgia d’urgenza subirà la stessa sorte.
Tutti possono ben capire con quanta leggerezza, approssimazione e incompetenza venga affrontato il delicato tema della sanità pubblica dai nostri Amministratori, il tutto aggravato dalla persistente e reiterata bugia della signora Casini nell’affermare che la proposta di un’area per il nuovo ospedale, pur se richiesta al Comune di San Benedetto, non sia mai pervenuta alla Regione. Falsità che a suo tempo, e da mesi, è stata completamente demolita, con la dimostrazione che la nostra città non figurava tra i destinatari della famosa richiesta.
Condivisibilissime sono state le argomentazioni del cons. Giorgini, il quale ha fatto rilevare che esiste una delibera regionale, la 1554/2018, con la quale la Regione ha comunicato al Ministero della Salute la presenza nell’AV5 di un ospedale unico su due strutture di primo livello, all’unico scopo, a quanto pare, di ottenere il 3% di finanziamenti premiali in più, sconfessando nella pratica quanto formalizzato, in spregio alla fedeltà delle comunicazioni effettuate al Ministero di riferimento. Infatti la proposta del consigliere di rendere effettiva tale decisione, che avrebbe pienamente rispettato il criterio di equità in rapporto alle altre aree regionali, non è stata minimamente valutata né presa in considerazione: tutti schierati a difesa non del territorio ma dell’Affare Pagliare, in nome del quale si sono udite promesse inenarrabili negli ultimi mesi.
Oltretutto la Vicepresidente ha enumerato alcune specialistiche, tra cui emodinamica, radiologia interventistica, ematologia, pneumologia, presenti in AV5, senza però rilevare che tutti i servizi specialistici introdotti nella nostra provincia, anziché essere portati, almeno alcuni, in dotazione all’ospedale situato nella zona più popolata e a maggior afflusso turistico, quindi votata all’emergenza, sono state messe tutte nel Mazzoni: quale è la logica di queste scelte tutte solo politiche se non depauperare, svalutare e ridurre il Madonna del Soccorso ad un ospedale di base? Non ci venissero a parlare più di buona fede né di correttezza, né lei né i suoi sostenitori.
Dulcis in fundo, l’intervento del Presidente Ceriscioli ci ha lasciati interdetti. Egli ha avuto ad affermare: “Non ci scordiamo che tra Ascoli e Fermo ci sono 4 signore cliniche private!!!”, definendole “strutture ospedaliere”, quasi a giustificare con tale circostanza che ci si può togliere l’ospedale perché tanto abbiamo delle ottime strutture private.
Ora, pur concordando sulla bontà e il pregio di tali strutture e sulla loro opera sul territorio, ci sembra alquanto grave che un amministratore pubblico, che dovrebbe curare e perseguire il potenziamento e l’efficienza dei servizi pubblici, faccia leva su una questione del genere pur di non mettere in discussione i piani ultradecennali del PD piceno.
Infatti non vi è chi non capisca che, lungi dal fare la guerra ad una sanità privata che deve appoggiare e supportare la struttura pubblica, la stessa non può avere né Pronto Soccorso né rianimazione, dunque non può sostituire alcune importantissime prestazioni di un ospedale, né far fronte a tutte le necessità del nostro bacino di utenza, in considerazione del periodico e massiccio afflusso turistico, dei fattori di rischio presenti, della mobilità attiva.
Non vi è chi non capisca come siano vergognose tali affermazioni da parte del presidente di una Regione e titolare dell’assessorato alla sanità, che definisce strutture ospedaliere, quindi intercambiabili con gli ospedali pubblici, le cliniche private: questo è contrastante sia con il suo ruolo che con i suoi doveri d’ufficio.
Senza considerare che nessuno dei sostenitori di Pagliare ha fatto il minimo accenno all’enormità dei costi prospettati, variabili di settimana in settimana, alle loro motivazioni in termini di servizi, dotazioni e strutture relative al nuovo futuristico, ultramoderno ospedale di cui non è dato ancora conoscere nemmeno la superficie.
In definitiva, una triste amara conferma che la sanità negli ultimi 10 anni è stata governata da centri di affari, non da una politica responsabile. È ora di invertire la marcia cominciando naturalmente da un reale riequilibrio e dalla sinergia tra pubblico e privato, che devono operare in tandem e non l’un contro l’altro armati, come certa politica vorrebbe.
Comitato “Salviamo il Madonna del Soccorso”
Nicola Baiocchi
Rosaria Falco