Film da (ri)vedere in quarantena: “Paterson”

Film da (ri)vedere in quarantena: “Paterson”

Per chi ama il minimalismo estetico di Jim Jarmusch, la sua poetica delle piccole cose, i tempi rallentati, la camminata dinoccolata dei protagonisti, Paterson è una sorta di ideale summa del suo cinema.


Adam Driver
 interpreta un giovane autista di autobus che vive e lavora nella cittadina di Paterson, New Jersey, la stessa del poeta William Carlos Williams. Gli elementi citati non sono secondari perché il protagonista si chiama Paterson come la sua città e, proprio come il suo illustre concittadino, è un poeta. I suoi versi slegati dall’obbligo della rima, attenti a piccoli insignificanti briciole di normalità, figli di attimi rubati alla ruotine del lavoro, accompagnano il film dall’inizio alla fine, dettandone ritmi e toni. Paterson si sveglia ogni mattina tra le 6.10 e le 6.30, va a lavorare a piedi, scrive qualche verso sul suo taccuino prima di partire con l’autobus, torna a casa, si siede sul divano e racconta la sua giornata alla compagna, porta fuori il dispettoso bulldog di famiglia e si ferma a bere una birra al solito bar. Questa è la storia, ripetuta e uguale a se stessa dal lunedì al venerdì. Questa è la velocità di crociera, che non ammette accelerazioni improvvise né brusche frenate. Per alcuni è il modo più poetico per accompagnare il girare delle lancette, accogliendo sfumature ma nessuna rottura: per Paterson è così.

La quotidianità con il suo passo metodico e le sue piccole variazioni sul tema disegnano un’idea di cinema solo apparentemente immobile, ricca invece di tanti obliqui e preziosi punti di vista sulla vita e il suo infinito ripetersi. Quello di Paterson è un cinema aneddotico dislocato nel mezzo di una mappa sentimentale dal retrogusto malinconico, con una patina di tristezza mai veramente manifesta, reso vincente da inquadrature mai meno che perfette, da una coppia di protagonisti teneri e lunari (accanto ad Adam Driver c’è l’attrice iraniana Goldshifteh Farahani), dalla musica stranamente carica di suggestioni emotive firmata dagli Sqürl (la band dello stesso Jarmusch).

Un piccolo gioiello di armonia e delicatezza, in cui i versi di Paterson sono affluenti cristallini di quel fievole rumore di fondo che è la vita vera.

 

 

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