Inail, sono 43.399 i contagi da Coronavirus di origine professionale denunciati al 15 maggio

Inail, sono 43.399 i contagi da Coronavirus di origine professionale denunciati al 15 maggio

PUBBLICATO IL NUOVO RAPPORTO INAIL SUGLI INFORTUNI SUL LAVORO DA COVID-19 AL 15 MAGGIO.

DI GUIDO BIANCHINI ESPERTO UIL ASCOLI PICENO SICUREZZA SUL LAVORO

Sono 43.399 i contagi da Coronavirus di origine professionale denunciati all’Inail tra la fine di febbraio e il 15 maggio 2020: circa seimila in più rispetto ai 37.352 della rilevazione del 4 maggio.

morti sono stati 171: 42 in più rispetto al monitoraggio precedente.

Circa la metà riguarda il personale sanitario e socio-assistenziale (i tecnici della salute e i medici i più colpiti).

L’età media di lavoratori e lavoratrici che hanno contratto il virus è di 47 anni che sale a 59 anni (58 per le donne e 59 per gli uomini) per i casi mortali.

Nove decessi su 10 sono concentrati nelle fasce di età 50-64 anni (70,8%) e over 64 anni (19,3%). Il 71,7% dei lavoratori contagiati sono donne e il 28,3% uomini, ma il rapporto tra i generi s’inverte nei casi mortali: i decessi degli uomini sono l’82,5% del totale.

L’analisi territoriale conferma il primato negativo del Nord-Ovest, con oltre la metà delle denunce complessive (55,2%) e il 57,9% dei casi mortali. Il 34,9% degli infortuni e il 43,9% dei decessi sono avvenuti in Lombardia.

Il 14,0% nel Nord-Est (Emilia Romagna 8,2%), l’11,1% nel Centro (Marche 3,0% ovvero 1.779 casi), del 15,2% al Sud (Campania 7,6%) e dell’1,8% nelle Isole (Sicilia 1,8%).

Circa i decessi nelle Marche abbiamo avuto il 4,1% del totale (ovvero 5.1 casi su 171), del 15,2% al Sud (Campania 7,6%).

Ricordo che nel report INAIL al 4 maggio i seguenti dati per le Marche:

  • Denunce 1.200 pari al 3.3% del totale (37.352);

  • Decessi 4 ovvero il 3.2% del totale (129).

È possibile scaricare qui il Rapporto completo Inail al 15 maggio 2020 (formato pdf).

DENUNCE

DECESSI

I dati confermano, al di là delle polemiche di questi giorni, sulla cd responsabilità, la problematicità di questa situazione.

I mesi analizzati sono quelli di marzo e aprile.

Siamo in piena Fase 2, tantissime attività sono ripartite ma il problema e gli effetti di questo rischio per i lavoratori sono evidenti.

CGIL CISL UIL con il Governo e le Parti imprenditoriali hanno sottoscritto il Protocollo del 14 marzo innovato 24 aprile e incluso nel Dpcm 26 aprile.

Abbiamo individuato gli aspetti più conformi per tutelare e prevenire la diffusione dei contagi nei luoghi di lavoro.

In questo quadro un ruolo attivo è svolto in azienda dalle nostre strutture (RSU/RLS) nel definire i protocolli aziendali propri di gestione specie negli aspetti riguardanti l’organizzazione del lavoro, il distanziamento sociale e uso mascherine.

È pertanto importante e urgente attivare una sorta di monitoraggio, una banca dati, delle aziende che hanno concepito, attivato e concordato i protocolli aziendali di gestione.

In caso contrario bisognerà vedere che cosa fare, mentre per il settore artigiano urge attivare i comitati provinciali attraverso l’Opta e previsti dalla specifica intesa regionale.

Solo così possiamo garantire le misure e la sicurezza sul lavoro.

Ovvero dove ognuno, per il suo ruolo e le sue competenze, sia soggetto attivo nel garantire e applicare le ricordate norme.

Certo in che in questo contesto basilare è il ruolo di controllo dell’ASUR Marche (con gli SPSAL) e Ispettorato del Lavoro anche se occorre rilevare la modesta entità di queste forze in campo fortemente falcidiate in questi ultimi anni sia in uomini, sia in mezzi (in 10 anni si sono ridotti della metà oggi sono 2.200 i dipendenti Asur, 200 ispettori tutti questi ultimi dedicati ai cantieri edili .

Occorrono nuovi ispettori, un reclutamento straordinario, magari utilizzando procedure snelle come alcune viste in questa fase d’urgenza.

Altrimenti la vigilanza rischia di essere una pia illusione.

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