Il “Madonna del Soccorso” e il ritorno al futuro: il Comitato non molla la presa

Il “Madonna del Soccorso” e il ritorno al futuro: il Comitato non molla la presa

San Benedetto del Tronto, 2020-05-16 – Riceviamo e pubblichiamo

“In data 13 maggio la Direzione dell’Asur Av 5 ha firmato un documento dal titolo: “EMERGENZA EPIDEMIA COVID FASE 2 – REGOLAMENTO OSPEDALIERO AV5 ACCESSI”. In questo documento si possono leggere le seguenti parole relative ai due PS: “il paziente viene invitato ad entrare nella sala dedicata … viene eseguito il tampone … viene posto in osservazione in attesa del risultato”. Già per questa situazione si nota una gravissima discrepanza: mentre il paziente di Ascoli ha il laboratorio che esamina il tampone a pochi metri, il paziente di San Benedetto deve attendere che il tampone, inviato a 30 km di distanza, venga esaminato e venga inviata la risposta dopo un tempo molto maggiore. Questo perché a San Benedetto la dirigenza ascolana ha deciso che non deve esserci nessun apparecchio per l’esame dei tamponi. Nessuno ancora ce ne spiega il motivo. Salvo poi concludere convenzioni con i laboratori privati. Leggiamo ancora: “se il paziente deve essere ricoverato viene trasportato nella sede regionale di riferimento, al momento San Benedetto del Tronto e, appena possibile l’attivazione, nella sede ex malattie infettive di Ascoli Piceno. Resta fermo il riferimento all’UOC di malattie infettive di Fermo per il territorio Marche SUD”. Poiché nello stesso documento, a pagina 8, è riportato quanto espresso della DGR 532/2020: “Solo dopo saturazione dei posti letto per pazienti COVID 19 positivi presso le strutture di cui al punto a) e b) [ossia Civitanova e Fermo, per noi dell’AV5] saranno riorganizzati i percorsi dedicati nelle seguenti strutture … Ascoli e San Benedetto”, due domande vanno poste con fermezza.

Prima: il direttore Milani ha affermato che dal 16 marzo sarebbero stati disponibili 21 posti per pazienti COVID, con letti forniti di respiratori (quelli che ad Ascoli non hanno usato né li hanno fatti usare al Madonna del Soccorso). Quindi non ci sarebbe bisogno di nessuna attivazione, poiché i posti sono pronti e disponibili.

Seconda domanda: per quale ragione la Direzione non ha voluto indicare che i pazienti positivi, da ricoverare prioritariamente a Civitanova o Fermo, in mancanza di posti letto in questi due ospedali va ad Ascoli, dove sono già pronti 21 posti?

Ma c’è molto di più: infatti al punto 3.1.3 di pagina 9 del medesimo documento, “percorso infarto miocardico acuto con necessità di angioplastica in paziente Covid positivo”, troviamo l’ennesima chicca: “L’ambulanza porta il paziente in sala dove l’equipe effettua l’angioplastica primaria. Successivamente il paziente viene seguito in sala fino a: —trasferimento in rianimazione, se intubato, a San Benedetto; — trasferimento in UTIC, Box a pressione negativa, a San Benedetto”. Queste decisioni meritano invece tre domande. Prima: ammesso che nella prima fase dell’epidemia tutti siano stati presi alla sprovvista, per quale ragione, nella seconda fase, almeno in una stanza della Rianimazione di Ascoli non viene attivata la pressione negativa? Forse per non avere pazienti COVID. Improvvisamente si afferma che al Madonna del Soccorso c’è l’UTIC, dunque non è più una ‘semi-intensiva’ perché il coronavirus ha compiuto il miracolo. Alla dirigenza di AV5, nonché alla signora Casini, chiediamo di decidersi con un documento ufficiale sulla reale natura di questo reparto, secondo logica e non secondo le loro comodità, volte a non ricoverare pazienti COVID ad Ascoli. Si consideri anche che nella famigerata determina 742 del 31/12/2019, poi sospesa per le proteste dei medici, la signora Storti aveva indicato a San Benedetto la presenza della sola Cardiologia riabilitativa, senza UTIC.

Terza domanda: non ci risulta nessun ‘Box a pressione negativa’ a San Benedetto, mentre ci risulta una stanza singola nell’UTIC di Ascoli. Ci si domanda ovviamente per quale strano motivo non venga predisposta la pressione negativa in tale sede. Risposta ovvia: per non avere pazienti COVID ad Ascoli.

Dovrebbe essere chiaro ai cittadini, ma soprattutto ai politici nostrani, che la dirigenza dell’AV5 sta facendo di tutto per non avere pazienti COVID ad Ascoli, e per mandarli in Riviera. E magari per poi dire che non è possibile tenere a San Benedetto, ospedale infetto dai pazienti COVID, reparti delicati come il punto nascite e la pediatria, che verrebbero quindi riportati, per la sicurezza delle madri e dei bambini, ad Ascoli. Allora risolviamola così: al primo paziente COVID che verrà mandato qui, pur avendo Fermo e Civitanova ancora posti liberi, e senza ricoveri ad Ascoli nei 21 posti letto già pronti, senza posti letto in Rianimazione e nell’UTIC per pazienti Covid al Mazzoni, perché come affermato dalla delibera 523/20 della Giunta anche l’ospedale di Ascoli ha “già sviluppato specifiche competenze nella gestione di pazienti Covid-19 durante la prima fase dell’epidemia” (e se la Regione dice che al Mazzoni sono competenti avendoli già gestiti, allora possono ricoverare i pazienti COVID), faremo partire una bella denuncia nei confronti della Direzione di Area Vasta in quanto agirebbero in spregio agli atti. Basta prese per i fondelli ai cittadini e agli operatori.”

Dott. Nicola Baiocchi

Cons. Rosaria Falco

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