Un ringraziamento a Mario Logli

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Mario Logli con “I castelli della memoria” nell’estate 2018 ha esaltato la bellezza dei nostri borghi di Candelara e Novilara

La Pro Loco di Candelara e l’Accademia AIIA vogliono ricordare con queste riflessioni un grande amico del nostro territorio, Mario Logli, che ci ha lasciato sabato 30 maggio. Il primo pensiero va alla moglie Antonietta ed alle figlie Laura e Marcella, che perdono un marito ed un padre fantastico, ma tutti noi perdiamo un amico.

Nel 2017-18, quando il maestro Mario Logli accolse l’invito di esporre sulle nostre colline di Candelara e Novilara, come prima cosa aprì le porte della sua case e naturalmente della sua famiglia. La gestazione dell’esposizione durò un anno. Come prima cosa con Mario si fece un sopralluogo dei due spazi espositivi, si concordarono i dettagli e, soprattutto, visitammo il territorio. Mario, durante i viaggi in macchina, voleva conoscere la storia di quel territorio e delle persone, perché solo così era sicuro di poterlo raccontare con la sua pittura.

Mario era molto attento, sempre sorridente e salutava tutti. Tutte le volte che arrivavamo a Candelara, appena sceso, guardava nella casa di fronte all’alimentari e diceva “chi sa se c’è Mafaldo”, un abitante del paese che spesso era alla finestra, e si salutavano. Si erano conosciuti così. Durante l’inverno, spesso ci sentivamo telefonicamente e mi raccontava come nel suo laboratorio di Milano stava lavorando alacremente; diceva: “vedrai che cose belle ti ho fatto”.

Al termine dell’inaugurazione della mostra “I castelli della memoria”, con sede a Candelara, era rimasto molto contento perché la popolazione aveva partecipato ed accolto il suo invito ma, soprattutto, dopo aver visitato l’esposizione avevano capito che Logli non aveva portato in mostra i quadri più belli della sua produzione, ma aveva studiato con perizia il territorio. Non era una bella mostra esposta nel nostro territorio, ma una mostra interamente dedicata alla promozione del nostro territorio immortalato dal suo pennello magistrale. Scherzando mi diceva sempre: “quando ti ricapita una mostra così?”. Ma, altra cosa che gradi, fu l’omaggio musicale che la banda fece alla moglie Maria Antonietta che aveva festeggiato il compleanno qualche giorno prima dell’inaugurazione.

Mario non smetteva mai di sorprendermi: negli ultimi giorni del 2018 avevo ricevuto una sua chiamata e, appena risposi al ricevitore, sentii il suono di una pianola; quindi egli esordì cantando gli auguri di buon anno, e con il suo sarcasmo mi disse: “se non te li faccio io gli auguri cantati!”.

Nonostante i successi artistici e la fortunata carriera lavorativa, Logli era rimasto una persona semplice e di grande compagnia. Quando sedeva a tavola raccontava aneddoti della sua gioventù, delle sue esperienze lavorative ed artistiche. E con orgoglio, non potevano mancare ricordi delle sue imprese sui tornei di tennis. Ogni tanto inseriva qualche frase in dialetto per strappare un sorriso ai suoi uditori.

Ma nel suo cuore c’era un grande desiderio che purtroppo non è riuscito a realizzare: avrebbe voluto organizzare una grande mostra a Pesaro, in un luogo simbolo qual è la Rocca Costanza. Quando lo sentivo al telefono mi raccontava: “forse stiamo pensando ad una grande esposizione a Palazzo Ducale di Urbino, alla Rocca di Senigallia e Gradara… e forse riusciamo anche alla Rocca Costanza!”. Purtroppo anche durante la preparazione della grande mostra del 2017, con tre sedi storiche meravigliose, non è riuscita a fare tappa a Pesaro. Forse per questo l’anno successivo accettò di esporre sulle colline che circondano la città?

Nulla venne lasciato al caso; cercammo di curare tutto nel dettaglio, perché voleva che fosse una grande mostra. Per questo motivo coinvolse l’amico professore dell’università di Urbino Giorgio Nonni, curatore del testo critico realizzato per il pieghevole. Per l’inaugurazione volle invitare personalmente tutti gli amici ed estimatori.

Dobbiamo ringraziare il maestro Logli che, dopo essere stato ambasciatore della città ducale di Urbino, ha voluto cantare, immortalare e salvare dalla distruzione del mondo anche i nostri borghi di Candelara e Novilara, elevandoli da terra, ancorandoli su una massiccia zolla terrestre che si stacca e si libra nel cielo in cerca di salvezza. Logli ascende in cielo i due castelli. Intorno ai bei paesaggi dolci delle colline tipiche del territorio marchigiano incombono gli “Invasori” mostri tipici del suo linguaggio pittorico, fatti di scarti industriali, che mettere a rischio la salute del nostro ecosistema ambientale. Altri dipinti invece, mostrano discariche a cielo aperto in un paesaggio idilliaco: Logli vuol ammonirci a preservare i valori morali ed tutelare ambiente che ancora le nostre piccole comunità conservano, a non barattarli in cambio di una società cosmopolita che non ha più valori.

L’ultimo contatto che ho avuto con lui fu pochi giorni dopo il lockdown, quando telefonicamente ci salutammo per rassicurarci e mi riferì di aver scelto di trascorrere questo periodo a Pesaro; desiderava fare una nuova esperienza in estate con l’accademia AIIA, come nel 2018, quando realizzò la copertina del volume illustrato dai bambini delle scuole primarie di Santa Maria dell’Arzilla e di Sarnano. Anche in quella occasione era stato gentilissimo e una domenica mattina aveva accettato d’incontrato i bambini durante il soggiorno a Novilara ed era stato molto gentile con loro, presentando la sua grafica alla presenza del governatore Ceriscioli.

Quando nella scorsa estate il conte Alessandro Marcucci Pinoli di Valfesina gli organizzo una mostra alla sua galleria degli specchi all’Alexander Museum Palace si raccomando della mia presenza all’inaugurazione e soprattutto mi prego “preparati una bella domanda da farmi” e credo che gli sia piaciuta.

Oggi, il maestro Logli come i suoi borghi salvati del suo pennello si è staccato da terra ed è salito in cielo, lasciando un grande eredità morale da tutelare.

Grazie Mario!

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