Assemblea elettorale del Pd provinciale con i candidati D’Erasmo e Casini

Assemblea elettorale del Pd provinciale con i candidati D’Erasmo e Casini

2020-07-22 – Presentazione di due dei candidati del PD (circoscrizione Prov Ascoli Piceno) in appoggio del candidato Maurizio Mangialardi alla Regione Marche e precisamente Anna Casini e Paolo D’Erasmo . Erano presenti il segretario del PD Provinciale Matteo Terrani, di San Benedetto Pier Giorgio Giorgi e di zona Claudio BenigniAlessandro MariniRoberto Giobbi

 

Paolo D’Erasmo: “La voglia di partecipazione dei sostenitori del PD di San Benedetto e Grottammare incontrati ieri mi ha trasmesso gioia e senso di responsabilità. È solo l’inizio di un percorso di confronto e crescita in comune per il nostro territorio, ripartiamo insieme!”
#marcheterritorioincomune
#insiememarche

 

San Benedetto del Tronto, 2020-07-26 – Riceviamo e pubblichiamo

 

RIDARE RESPIRO ALLA POLITICA DELLA REGIONE MARCHE

Mercoledì sera sono stato all’assemblea elettorale all’aperto promossa dal Pd provinciale presso l’associazione dei pescatori in piazza Caduti del mare per incontrare i candidati alle prossime elezioni regionali Anna Casini e Paolo D’Erasmo.

La vicepresidente Anna Casini ha fatto una panoramica di quello che è stato fatto di buono dall’attuale governo regionale, dichiarando che si deve fare di più e meglio nella prossima legislatura regionale. L’ex sindaco di Ripatransone e ex presidente della provincia di Ascoli Piceno Paolo D’Erasmo, invece, ha sollecitato i partecipanti a intervenire numerosi per rendersi conto dei pareri e le sollecitazioni dei partecipanti. Si è parlato di tutto: ambiente, futuro, lavoro, scuola, turismo, organizzazione del partito e sanità. Però il pezzo forte è stato la sanità. Come realizzare il nuovo ospedale, e come ristrutturale i due ospedali già esistenti. Insomma si è ripetuto, anche con un po’ di animosità, quello che sapevamo. Niente di più. Purtroppo non si è parlato né di programma, né di visione, né di radicalità di cambiamento per immaginare la Regione Marche fra dieci, ventri, trent’anni. 

Dopo questa assemblea all’aperto mi sono chiesto: che cos’è la polis? Una creazione umana? voluta ed esperita nei millenni? O luogo dell’umanizzazione per eccellenza. È nella polis che sono fioriti il pensiero, la civiltà, l’arte; è nella polis che gli uomini e le donne hanno accresciuto la loro soggettività e l’hanno intrecciata in vita comune, dando origine alle istituzioni necessarie per ordinare e difendere la vita, strutturando la democrazia.

Compito, quest’ultimo, mai esaurito una volta per tutte, ma sempre bisognoso di ridefinirsi, di pari passo con il cammino di umanizzazione, che deve affinarsi, mostrandosi capace di resistere a ogni tentazione di barbarie, ossia di regressione verso l’animale da cui proveniamo.

Ecco perché dove diciamo “polis” diciamo “politica”, responsabilità che nasce dall’appartenenza alla polis intesa innanzitutto come societas e come communitas.

Politica: parola che oggi purtroppo, soprattutto per le nuove generazioni, non è più significativa, perché intaccata nella sua natura di vocazione e servizio; parola che patisce disaffezione, anzi suscita veri e propri sospetti. Se l’antropologo Marc Augé denuncia la società attuale come quella contrassegnata dai “non luoghi”, potremmo parafrasare così la sua famosa intuizione: oggi la grande tentazione antropologica è quella di sostare dove non vi sono legame né impegno.

Perciò la politica soffre di astenia, non potendo trovare fondamento in uno spazio che sia veramente una polis. Per questa mancanza di fondamento nel tessuto delle città, delle provincie, delle regioni, la politica evade sovente dalla realtà; non è più esercitata calandosi nel faticoso terreno delle realtà concrete vissute dai cittadini; non riesce più a compiere azioni che siano coerenti con le ispirazioni e gli ideali (i grandi principi!) e, insieme, compatibili con la dura realtà.

Se la polis è una società, occorre dunque anzitutto, da parte dei cittadini, mettersi alla ricerca di un orizzonte comune, anche a caro prezzo, e intraprendere un’azione responsabile conseguente, perché nella società siano praticati cammini di umanizzazione. Si tratta di armonizzare autorità e libertà, iniziativa personale e solidarietà di tutto il corpo sociale, necessaria convivenza e feconda e legittima diversità.

Ciò che si deve fare in politica va fatto non per convenienza ma per una convinzione assunta e per una responsabilità democratica. Dag Hammarskjöld, grande uomo politico e segretario generale dell’Onu, scriveva nel suo diario: «Merita il potere chi ogni giorno lo rende giusto!». Oggi, di fronte a una polis sempre più sfilacciata, occorre ridare respiro alla politica, occorre rinnovare il coinvolgimento di ogni cittadino, fino a rifondare una cultura dell’impegno e del servizio politico. In altre parole, siamo chiamati a esercitarci alla diversità, alla complessità, al dialogo, per delineare un orizzonte comune: un orientamento che sappia radunare le forze per la resistenza alle barbarie e per un rinnovato slancio verso una democrazia più che mai da ripensare con intelligente creatività.

Dopo questa riflessione mi sono chiesto quale politica regionale? Dobbiamo voltare pagina, serve un collettivo forte altrimenti la Regione Marche è persa dopo le elezioni 2020 a favore di una destra pericolosa e dichiaratamente fascista.

Per queste ragioni propongo quattro quesiti.

Primo: trasformare le città a misura d’automobile in città a misura di minori e adolescenti.  Riqualificazione di aree degradate, le quali, attraverso i loro occhi possiamo vedere città migliori.  Ascoltare i bambini significa dare voce alle esigenze di chi è stato “sottovalutato” nell’ideazione delle città, significa aprire un punto di vista innovativo per rifondare su logiche ed equilibri diversi le città nuove. Insomma, ripensare un contesto urbano che sia più adeguato a loro e a tutti i cittadini. Tutto ciò, dovrà essere possibile, grazie ai laboratori svolti con bambine, bambini e adolescenti delle scuole, i quali, propongono di creare parchi ricreativi dove i bambini e adolescenti possano:

incontrarsi;

relazionarsi e comunicare; 

sperimentare;

immaginare;

pensare;

sviluppare e consolidare il proprio rapporto con la natura, in una parola CRESCERE. Il tutto, in piena SICUREZZA rispetto alla propria incolumità.

Secondo: costruire un gruppo di lavoro forte in sintonia con le logiche regionali, da formare un programma elettorale regionale attraverso un percorso aperto e svincolato da appartenenze correntizie.

Terzo: riunire tutte le forze democratiche e di sinistra, le quali, devono tornare a essere popolari, collegate ai cittadini, senza avere la presunzione che tutto si esaurisca nel Pd.

Quarto: fare rete. Mettere insieme gli eletti dei Comuni, delle Provincie e della Regione. Non abbiamo più niente da spartirci per dividerci in gabbie contrapposte. È tempo di cambiare. L’astensionismo ha colpito in modo pesante anche il nostro partito, incapace di intercettare gli scontenti del centrodestra perché ai loro occhi non rappresentiamo un’alternativa credibile, l’emorragia è stata molto più copiosa rispetto agli anni passati, pur avendo governato molti comuni, provincie e la regione per molti anni. Il recupero di chi si astiene è la nostra arma vincente. Coraggio!!!

Tonino Armata

Uno dei fondatori e militante

Del Pd sanbenedettese

 

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