Infortuni e Malattie Professionali 1° semestre 2020

Infortuni e Malattie Professionali 1° semestre 2020

DI GUIDO BIANCHINI ESPERTO UIL ASCOLI PICENO SICUREZZA SUL LAVORO

Ascoli Piceno – Secondo i dati INAIL le denunce di infortunio sul lavoro, nel primo semestre del corrente anno, sono state 244.896 (-24,4% rispetto allo stesso periodo del 2019), 570 delle quali con esito mortale (+18,3%).

In diminuzione anche le Malattie professionali denunciate, che sono state 20.337 (-37,6%).

Negli infortuni la flessione, di 79mila casi, riguarda soprattutto gli uomini  (-30,7% da 206.010 a 142.774 denunce), mentre per le donne è del -13,3% da 117.821 a 102.122).

La riduzione ha interessato sia i lavoratori italiani (-25,4%), sia quelli comunitari (-14,0%) ed extracomunitari (-20,8%).

Dall’analisi per classi di età emergono decrementi generalizzati in tutte le fasce, ma più contenute per i lavoratori tra i 45-64 anni.

CASI MORTALI 

Le denunce di infortunio con esito mortale, anch’essi provvisori, evidenziano un aumento di 88 casi rispetto ai 482 registrati nello stesso periodo del 2019 (+18,3%). L’incremento è influenzato dal numero dei decessi avvenuti e protocollati al 30 giugno 2020 a causa dell’infezione da Covid-19 in ambito lavorativo.

L’aumento rilevato è legato soprattutto alla componente maschile; i casi mortali denunciati sono passati da 441 a 510 (+69 decessi), mentre quella femminile ha fatto registrare 19 casi in più, da 41 a 60.

In aumento gli infortuni mortali dei lavoratori italiani (da 391 a 485), in calo quelli dei lavoratori extracomunitari (da 58 a 53) e comunitari (da 33 a 32).

L’analisi per fasce d’età evidenzia un aumento dei decessi quelle over 55, rispetto alla diminuzione registrata nelle altre.

DENUNCE DI MALATTIA PROFESSIONALE 

Le denunce di malattia professionale, nel primo semestre 2020, sono state 20.337, 12.238 in meno rispetto allo stesso periodo del 2019 (-37,6%).

Anche in questo caso a influenzare la flessione, che riguarda tutti i comparti e le aree territoriali, è il numero ridotto delle denunce presentate.

In ottica di genere si rilevano 8.791 denunce di malattia professionale in meno per gli uomini, da 23.710 a 14.919 (-37,1%), e 3.447 in meno per le donne, da 8.865 a 5.418 (-38,9%).

Risulta evidente che le rilevazioni di quest’anno sono fortemente influenzate dall’emergenza Coronavirus.

Vediamo la situazione nella NOSTRA REGIONE partendo dalle MALATTIE PROFESSIONALI del 1° semestre 2020 comparato con l’anno precedente.

Le malattie professionali sono 2.124 ( – 1.166 casi) di cui 1.533 uomini.

Il settore industriale presenta 1.829 denunce (- 864); dimezzati i casi in agricoltura e nello Stato.

Provincia  1°semestre 2019  1°semestre 2020  delta 

riduzione 

Ancona 688 401 287
Ascoli Piceno 405  253  152 
Fermo 422 253 169
Macerata 940 667 273
Pesaro Urbino 835 580 255
Totale  3.290 2.124 1.166

I lavoratori interessati sono prevalentemente italiani con 1.974 casi; in calo, anche le denunce dei lavoratori di provenienza U.E. e extra.

Le prime tre malattie professionali denunciate nel 1°semestre di quest’anno continuano a essere, nell’ordine, le patologie del sistema osteo-muscolare e del tessuto connettivo, del sistema nervoso e quelle dell’orecchio, seguite dalle malattie del sistema respiratorio e dai tumori. Tutte registrano diminuzioni nei periodi in esame.

Circa gli INFORTUNI SUL LAVORO ci troviamo difronte anche qui ad una diminuzione nel periodo in esame poiché si è passati da 9.438 a 7.109 (- 2.329 casi nel periodo analizzato).

La riduzione riguarda tutti i settori e comparti economici; sia i lavoratori italiani che quelli della U.E. e extra UE.

Le fasce d’età di maggiore criticità sono i lavoratori tra i 45 e i 49 anni e quelli oltre i 50 anni. Circa le differenze di genere 4.191 sono uomini e il resto donne.

Denunce d’infortunio per provincia 

Provincia  1°semestre 2019  1°semestre 2020  delta 

riduzione 

Ancona 3.437 2.438 999
Ascoli Piceno 1.169  829  340 
Fermo 737 587 150
Macerata 1.807 1.400 407
Pesaro Urbino 2.288 1.855 433
Totale  9.438  7.109  2.329 

Le Denunce d’infortunio con ESITO MORTALE sono in aumento poiché si sono registrati 22 casi mortali contro i 14 dell’anno precedente.  

Le cinque provincie marchigiane presentano una situazione variegata come da tabella. 

17 (circa il 90%) sono i morti di lavoratori italiani il resto di provenienza U.E. e extra.

Situazione uguale tra la differenza di genere (19 uomini e 3 donne).

Denunce d’infortunio con esito mortale per luogo di accadimento  

  1°Semestre 2019  1°Semestre 2020  Delta 
Ancona 5 6 +1
Ascoli Piceno
Fermo 1 4 +3
Macerata 4 5 +1
Pesaro Urbino 2 5 +3
Totale  14  22  +8 

Le Denunce d’infortunio con esito mortale per classe d’età dell’infortunato registrano casi nella fascia d’età 55/59 anni (7 Casi).

 

RICORDIAMO I DATI INAIL, NELLA REGIONE MARCHE, AL 31 MAGGIO, DA COVID. 

Le denunce di infortunio sul lavoro da Coronavirus pervenute all’Inail al 31 maggio (dati nazionali) sono 47.022, (+3.623 rispetto al 15 maggio). I casi mortali sono 208  (+37), pari a circa il 40% del totale dei decessi sul lavoro denunciati all’Istituto nel periodo in esame e concentrati soprattutto nei mesi di marzo (40%) e aprile (56%).

Più della metà delle denunce (55,8%) e quasi sei casi mortali su 10 (58,7%) sono nel Nord-Ovest.

I dati nella Regione Marche Covid

Circa la nostra regione abbiamo 1.366 denunce il 2.9% del dato nazionale (47.022).

I casi mortali sono 10, ovvero il 4.8% del dato nazionale (208).

Differenze di genere 

  AN  AP  FM  MC  PU  MARCHE 
Donne  290  23  75  187  402  977  71.5 
Uomini  126  48  70  136  389  28.5 
Totale  416  32  123  257  538  1.366  100.0 

L’età media dove ci sono stati più infortuni è quella della fascia 35/49 anni con il 37.1% mentre la fascia 50/64 anni registra un 44.3%.

Esito mortale v.a. 

  AN  AP  FM  MC  PU  MARCHE 
  10 

Le professioni: Il 90.6% sono infermieri; tra le professioni qualificate nei servizi e sociali il 100% sono operatori socio sanitari; il 70% sono ausiliari ospedalieri; tra le professioni qualificate nei servizi personali e assimilati il 70% sono operatori socio assistenziali.

L’attività economica: Industria e servizi presentano il 99% delle denunce, poi agricoltura , 0.5%; lo Stato 0.4%; chiude la navigazione 0.1%.

Secondo il Codice Ateco il 50% delle denunce riguarda “Sanità e assistenza sociale”. Quindi le professioni più colpite infermieri, medici, operatori socio sanitari e socio assistenziali.

I Decessi: Secondo il codice Ateco l’attività più colpita dai decessi è quello della sanità e assistenza sociale.

Il commento: 

Risulta evidente che le rilevazioni di quest’anno sono fortemente influenzate dall’emergenza Coronavirus. 

Sono dati provvisori, la loro analisi richiede cautele, in particolare l’andamento degli infortuni mortali, soggetti all’effetto distorsivo di “punte occasionali” e dei tempi di trattazione delle pratiche.  

Per valutare il reale andamento dei casi accertati positivamente dall’Istituto, occorre aspettare il consolidamento dei dati dell’intero 2020. 

Nella Regione Marche diminuiscono infortuni e malattie professionali ma aumentano gli infortuni mortali anche in questo periodo di blockdown dove c’è stato un fortissimo calo delle attività produttive. 

Come detto il confronto tra i primi sei mesi del 2020 e del 2019 è da ritenersi poco significativo, essenzialmente per due motivi:  

  1. la sospensione su tutto il territorio nazionale, a partire da marzo, di ogni attività produttiva considerata non necessaria, è elemento determinante per il calo delle denunce d’infortunio; 
  2. l’inclusione delle denunce di infortunio da Covid-19, avvenute nell’ambiente di lavoro o a causa dello svolgimento dell’attività lavorativa e/o in itinere, sta avendo un impatto significativo nell’aumento dei decessi registrati. 

Concludendo occorre più prevenzione, formazione, partecipazione, piena applicazione dei protocolli definiti tra le parti sociali sul Covid, e sanzioni severe nei casi di incidenti reiterati, argomenti importanti per una vera e propria politica della sicurezza. 

Servono più controlli poiché oggi vengono effettuati solo nel 5% delle imprese anche in relazione ai protocolli sopra ricordati. 

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