La progettazione è stata interamente effettuata dalla Scuola di Architettura e Design “E. Vittoria” dell’Ateneo
Camerino, 8 settembre 2020 – CHIP, acronimo di “Chemistry Interdisciplinary Project” nonché nome che ricorda la forma dell’edificio: è questo il nome del nuovo centro di ricerca che l’Università di Camerino sta costruendo, un edificio realizzato con innovative tecniche di costruzione per garantirne la sicurezza in caso di sisma, attraverso un progetto interamente a cura dei docenti della Scuola di Architettura e Design “E. Vittoria” di Unicam.
Il progetto più grande, nato immediatamente dopo gli eventi sismici del 2016, riguardava l’attivazione di un nuovo polo internazionale per la ricerca e l’innovazione, dove le varie discipline potessero contaminarsi e ricercatori di tutto il mondo, con particolare attenzione ai giovani ricercatori, potessero crescere in un costante e proficuo contesto di scambi culturali e di iniziative originali ed interdisciplinari: ora i sogni stanno diventando realtà dal momento che stanno per concludersi i lavori per la realizzazione del nuovo centro di ricerca, nel quale troveranno principalmente spazio docenti e ricercatori della sezione di Chimica.
La realizzazione dell’edificio è stata possibile anche grazie al cofinanziamento da parte della Regione Marche tramite i fondi della Protezione Civile nazionale. L’intero progetto è stato presentato stamattina nel corso di una conferenza stampa tenuta proprio all’interno del cantiere, alla quale hanno partecipato il Rettore dell’Università di Camerino prof. Claudio Pettinari, il Prorettore vicario con delega alla Ricostruzione prof. Graziano Leoni, i progettisti prof. Andrea Dall’Asta e prof. Luigi Coccia, docenti della Scuola di Architettura e Design.
“E’ stato un percorso lungo – sottolinea il Rettore Unicam Claudio Pettinari – per il quale voglio ringraziare la Protezione Civile nella persona del dott. Angelo Borrelli, che ci ha sempre sostenuto, e quella regionale che ci ha accompagnato in questo progetto: un percorso lungo, ma che ci consente ora di guardare al futuro in maniera diversa, recuperando una buona parte dei metri quadri che abbiamo perso a causa del sisma. Potremo ora dare ai nostri ricercatori la possibilità di usufruire di laboratori idonei e sicuri, dove poter portare parte delle attrezzature che in questo momento non stiamo utilizzando e quelle presenti in edifici che stiamo sistemando”.
In uno spazio di circa 7.000 mq, in una struttura con una forma che ricorda un “chip”, saranno collocati 44 laboratori e altrettanti uffici, alcune sale studio e un’aula per piccole conferenze.
L’edificio sarà isolato sismicamente per ottenere un elevatissimo livello di protezione dei laboratori, all’interno dei quali saranno quotidianamente svolte attività molto delicate, con l’utilizzo di sofisticate apparecchiature scientifiche.
Ed è proprio per garantire la massima sicurezza in caso di sisma, che il team progettuale ha realizzato un edificio con isolamento sismico alla base e sovrastruttura in acciaio con controventi, pensato per resistere a scosse molto intense, come è stato verificato nel corso di una prova di spinta effettuata nei primi giorni del mese di luglio. Attraverso un dispositivo di spinta appositamente progettato, l’edificio è stato “spostato” di circa 30 cm ed è stato poi lasciato libero di vibrare, proprio come succederebbe in caso di sisma, e tutto ha funzionato alla perfezione.
“L’esecuzione della prova – ha sottolineato il professor Dall’Asta – ha richiesto l’utilizzo di strumentazione complessa (martinetti, celle di carico, trasduttori di spostamento, accelerometri, sensori ambientali…) e una decina di ricercatori Unicam sono stati coinvolti nella progettazione della prova, nella sua esecuzione e nell’interpretazione dei dati. L’idea di poter simulare su una struttura gli effetti di un terremoto di intensità estrema è un’idea di grande valenza scientifica e grazie al costante monitoraggio, consente di ottenere informazioni e dati significativi per chi continuerà a studiare questi sistemi. Il sistema di monitoraggio sarà attivo anche in caso di terremoto e potrà controllare l’efficacia del sistema immediatamente dopo il sisma”.
“Si è trattato di una prova importante – ha proseguito il prof. Dall’Asta – la più importante prova di spinta su un edificio isolato, sia per quanto riguarda le dimensioni dell’edificio sia per quello che riguarda il livello di sollecitazione al quale lo abbiamo sottoposto. Fondamentale è stato poter lavorare con una squadra di giovani, ricercatori, assegnisti, dottorandi, perché in queste occasioni non basta il talento né la competenza, ci vogliono l’entusiasmo e la passione che solo loro hanno”.
Il Polo dovrà occuparsi di soluzioni nel campo dei nuovi materiali, dell’agroalimentare, della salute e benessere, dell’edilizia sostenibile, del recupero e della valorizzazione dei beni culturali. Il Centro porrà anche l’attenzione sulle evoluzioni dello scenario mondiale nell’ambito delle smart cities. Le collaborazioni già avviate tra Unicam e CNR, ISPRA, INFN, centri di ricerca e università nazionali ed internazionali costituisce, inoltre, una base ottimale per la promozione di proposte di ricerca nell’ambito europeo.