Firenze, 30 Settembre 2020. La Commissione europea ha avviato una valutazione d’impatto sull’uso delle monete da 1 e 2 centesimi. Ciò comprende una consultazione aperta, che è disponibile per contributi dal 28 settembre, che durerà 15 settimane (1), per coinvolgere un’ampia gamma di soggetti interessati, tra cui altre istituzioni, autorità nazionali competenti, consumatori e società civile”.
C’è da ricordare che in Italia, dal 1 gennaio 2018, non vengono più coniate le monetine da 1 e 2 centesimi (2), ma quelle che erano in circolazione, e quelle che sono coniate in altri Paesi della zone euro hanno, ovviamente, valore e vengono utilizzate. Per i prezzi, sempre dal 1 gennaio 2018, la nostra autorità monetaria nazionale ha consigliato l’arrotondamento per eccesso o per difetto (10,52 che diventa 10,50, 10,58 che diventa 10,60). Il Garante sui prezzi a avrebbe dovuto sorvegliare su cosa accade, ma non siamo riusciti a trovare una relazione in merito (3).
Noi auspichiamo che la cancellazione dei centesimi non divenga realtà. Non solo, ma auspichiamo che si torni indietro anche sulle decisioni nazionali in corso. Ci sembra che la conseguenza non potrà che essere un aumento dei costi per i consumatori.
In un Paese come gli Usa sono secoli che i centesimi di dollaro esistono, e nessun problema si e’ mai posto con soluzioni così drastiche. Perche’ si deve porre in Europa? La risposta a questa domanda ci sembra comunque secondaria, come invece secondari non sono gli effetti di questi provvedimenti. Non crediamo di essere degli estremisti se sosteniamo che tutti i prezzi subiranno di conseguenza un arrotondamento ai 5 centesimi successivi, ma non solo: sara’ un’ottima occasione per ritoccare ulteriormente i prezzi perche’, in un contesto di importi precisi, saranno pochi i dettaglianti che, per esempio, continueranno a tenere prezzi in cui compaiono i 5 centesimi, ovviamente andando verso il rialzo (non abbiamo mai visto un effetto al ribasso…): 10,52 o 10,54 non saranno portati a 10,50 o 10,55 ma a 10,60 (come invece dovrebbe essere solo per 10,58).
A questo aggiungiamo il fatto che i pagamenti elettronici sono sempre più diffusi (per esempio quelli dei carburanti) e questo in qualche modo impedisce gli arrotondamenti di cui sopra, evitando il fastidio degli spiccioli.
Siamo consapevoli che le grandi differenze sono possibili, anche per 1 centesimo, a livello di grandi business, ma se facciamo 1+1 di tutti i centesimi che potenzialmente ci possono essere sottratti in più per l’arrotondamento, anche i bilanci annuali del più modesto consumatore ne subirebbero un danno di qualche centinaio di euro.
Per questo motivo invitiamo ad intervenire nella consultazione online della Commissione europea esprimendo la propria posizione: https://ec.europa.eu/info/law/
1 – https://ec.europa.eu/info/law/
2 – https://www.aduc.it/articolo/s
3 – https://www.mise.gov.it/index.