Genti Tavanxhiu, “Ver sacrum” al Polo Museale di Castignano

Genti Tavanxhiu, “Ver sacrum” al Polo Museale di Castignano

Artista Genti Tavanxhiu, e la sua nuova Mostra d’Arte “Ver sacrum”, Polo Museale di Castignano (AP), 31 Ottobre 2020 – 8 Gennaio 2021.

 

di Blerina Mali

 

Castignano – “Ver Sacrum – la primavera sacra” è la quarta mostra personale dell’artista Genti Tavanxhiu durante questo 2020. L’ artista Genti Tavanxhiu presenterà la sua nuova collezione d’autunno 2020. Si trata di una serie di opere inedite ed interessante, un ciclo di lavori che trascendono sul emozione e spiritualità. Questa volta, il nostro viaggio vi porta a Castignano, tra le colline Picene, a visitare il polo museale d’arte sacra, frutto dell’appassionato collezionista Don.Vincenzo Catani, fondatore e curatore del Museo.
A Castignano (AP) a partire dal 31 di Ottobre troverete due sorprese che non vi aspettate. Uno è Il polo Museale che contiene una serie di opere d’arte rare e preziose, tra quelli un prezioso Tabernacolo risalente al 1570 la cui decorazione pittorica è attribuita al grande pittore El Greco. Partendo proprio da un dipinto del El Greco, l’artista Genti Tavanxhiu trovò l’ispirazione per realizzare una sua nuova opera. La cover di El Greco realizzata dall’artista Genti Tavanxhiu, verrà presentato al pubblico affianco a quello del EL Greco. Questo è il nostro primo passo verso la mostra d’arte “Ver Sacrum” del Artista Genti Tavanxhiu. In seguito incontriamo le altre opere; la Madonna di Scutari dove l’artista omaggia la sua città natale rivisitando completamente la forma e il contenuto dell’immagine votiva dove prende posizione uno schema proprio con concetti estetici completamento nuovi e rivoluzionari nell’Arte figurativa, e si prosegue con la Maddalena un quadro criptato pieno di simbologia ed esoterismo, per finire con una serie di lavori a tema di dimensione e forme insolite. L’impatto visivo di fronte a queste opere in dimensioni e certamente forte poiché si tratta di una esplosione di colori. Pensato e progettato per un motivo preciso che riporta l’attenzione sull’Arte Sacra con una tendenza di lettura in chiave contemporanea, applicando sopra un registro totalmente personale di carattere mediterraneo. Vedere i particolari che al primo impatto sembrano difficile, rivela l’attenzione dell’ artista sulla spiritualità del opera. Occhi che ti guardano fissi condensano l’aria di presenza. Le figure, in particolare quelle sulla cover di El Greco, composte di diversa natura, come l’angelo del bene, illuminato da tagli di colore, nella quale i tratti sommatici sono scomparsi di proposito per raccontare meglio la natura della materia, per poi scendere sul l’altro lato, dove l’angelo del male composto di colori di un cosmo in caos, smorfioso, descrive nell’immaginario i due lati opposti con la figura di Gesù drammatica e centrale, rilevata dalla deposizione, pronta per essere trasferita ( Ascesa) su una dimensione divina, ma pur sempre potente, disegnata con segni violenti per meglio descrivere l’accaduto, con un fulcro centrale visivo di presenze attraverso un gioco di sguardi. La presenza di una Entità centrale come motore visivo include ad una riflessione profonda. Da collegare assolutamente anche la linea che l’arte sacra, ha poderosamente applicato sulle Icone. Ricche di misticismo, rapporti di una geometria sacra, preghiere che inducono il processo di lavoro sul spirituale per poi spingersi con la fantasia verso il magico mondo Platonico, ”Timeo”, composto da due mondi, quello superiore delle ide e quello inferiore della materia in un conflitto perenne, diretto magistralmente da Demiurgos, la figura centrale del creatore che da sempre si riferisce l’Artista. Una liberazione da canoni per una nuova estetica devozionale, immagini che si legano ad emozioni antiche ed attuali, spazio pittorico che sa di contemplazione, l’arte che diviene una espressione d’amore, ci consente di trovarci e perderci nello stesso tempo, senza spiegazioni. L’arte è unica che ci fa vedere il mondo da una prospettiva diversa. Ci apre la nostra fantasia e alla fine ci dona un attimo di felicità. “Frammenti, piccoli pezzi, sogni, emozioni, ansie, moduli, tasselli di un grande mosaico composto nel tempo, formano un trama che viaggia tra le due sponde del Adriatico popolata da miti e leggende. Nonostante il mio percorso artistico abbia attraversato il globo terreste, c’e sempre stata un grande attrazione viscerale per la magia dei luoghi. Trattare la materia come fenomenologia e un atto che appartiene ad un dio minore, ma si continua a percorrere un sentiero alla ricerca di una entità di puro spirito, elevandosi verso i cieli tramite un attacco silenzioso e lento. Percorso assai difficile, il camino nella creatività artistica, continua ad essere un sfida poderosa.. C’e stato in tutti i miei viaggi (provenienza) un accumulo della cultura che ha generato una forma espressiva mista. In parte dovuto ad una sorta di scambio, percepita traverso la natura visiva e dal altra parte l’inconscio ha modellato lavorando su una forma fenomenologica la natura della mia opera. Col tempo la ricerca si amplificata costringendomi a scendere in profondità per capire meglio di cosa si tratta. Le conclusioni sono di natura artistica –creativa, stimolanti per un produzione sempre nuova, qualcosa che sta nella metamorfosi. A volte vagare completamente nel buio, altre.. appaiono luci intense.” – spiega l’artista Genti Tavanxhiu. Esposizione rimarrà aperta al pubblico fino al 8 di Gennaio 2021 Vi ricordiamo che, chi desidera incontrare l’artista e l’autore delle opere esposte, lui sarà presente in diversi pomeriggi seguendo il programma. Non perdetelo! Passare un po’ del tempo in mezzo alla bellezza dell’arte fa bene al cuore, ti riempie di emozioni e serve a calmare l’anima, specialmente in questi tempi bui in qui ci troviamo. Abbiamo bisogni di colori. Abbiamo bisogno di volare oltre con la fantasia, come quando sogniamo ad occhi aperti tra le pagine di un libro. La Cultura cambierà il mondo.. la cultura non si ferma, e noi iniziamo dal nostro piccolo paese… ovunque esso sia L’Artista Genti Tavanxhiu residente da 28 anni in Italia, e noto per i suoi successi internazionali nel campo della scultura monumentale. Tavanxhiu ha il suo laboratorio artistico tra le bellissime colline, posto d’incanto, nel cuore del Piceno, dove anima le sue opere. Istruzione in diversi paesi ha plasmato la sua performance artistica come genere ibrido. La sua creatività nasce da tutta questa quantità di energia accumulata, formando uno stile con un look di astrazione espressiva, un linguaggio indiretto. L’artista usa una forma pura. Lui preferisce i materiali durevoli per realizzare le sue sculture, come marmo di carrara, travertino ascolano, il rossa del portogallo, graniti e legni. Si distingue per il suo stile astratto minimalista. Usando i simboli e le linee, pur mantenendo la semplicità delle forme, la scultura emana l’energia positiva. Nei ultimi anni si è dedicato abbastanza anche al figurativo, mettendo in mostra la sua sensibilità d’artista in diverse discipline. La sua carriera artistica, lo ha portato in giro per il mondo, dove ha realizzato opere pubbliche, mostre personali, eventi culturali, ottenendo diversi premi e titoli di riconoscimento. Lui ha organizzato, coordinato e diretto dieci simposi internazionali di scultura a Korça (Albania), uno a Elbasan (Albania) e tre simposi in travertino, a Spinetoli (Italia). Ha partecipato a numerosi simposi internazionali. Le sue sculture monumentali sono presenti in molti luoghi pubblici in USA, Albania, Germania, Spagna, Portogallo, Svizzera, Italia, Francia, Romania, Montenegro, Cipro, Turchia, Emirati Arabi Uniti, Cina, Giappone, Egitto, Siria, Iran, Israele e Taiwan. È manager dell’AIESM (International Association for Monumental Sculpture Events) in Albania e agente in Italia, in più è membro dell’ISSA (International Sculpture Symposium Alliance) a Tongling, in Cina. Nel 2018 era parte del Team che presentò la Pavilion dell’Albania presso la Biennale di Architettura di Venezia. È sua l’opera dedicata a Monsignor Schioccheti, parte del patrimonio culturale della città di San Benedetto del Tronto, che è diventato uno dei punti turistici più fotografati. La vela è un monumento in travertino, alta 7.5m, realizzato dall’artista nel 2005. Tantissime le opere di Arte sacra, realizzate dall’artista, per le chiese tra Marche, Umbria e Lazio. Tra le più importante sono La sede Vescovile della Cattedrale di Rieti, le sculture interne della Chiesa di S. Annunziata di Porto D’Ascoli e della chiesa di Vazia (RI). Il 2020 è stato un anno particolare per tutti noi. Ma nonostante tutto Genti è stato presente con le sue opere in due Esposizioni personali. La prima Mostra Personale “Endrrat e Mesdheut” (Sogni del mediterraneo) in Pristina, Kosovo, presso la Galleria Da Vinci nel mese di Marzo, poco prima del lockdown mondiale. Una bellissima esposizione che ha ottenuto successo anche se la situazione creata dalla pandemia aveva gia creato un caos attorno. La seconda Mostra sua personale “Damnation memoriae” in Albania, nella sua città natale dove ha vissuto il periodo della quarantena. L’ arte prodotta in questi mesi diversi dalla nostra quotidianità, hanno fatto si che nell’artista nasceva un’altra forma di bellezza drammatica, espressa nella sua arte, frutto di questo shock mondiale. A terza mostra “Eudaimonia”, presso la Palazzina Azzurra di San Benedetto del Tronto, si è conclusa poco meno di un mese fa. Era un viaggio nel inconscio con le radici che affondavano nella cultura mediterranea, Eudaimonìa, e stata scelta con cura e con una speciale attenzione, diretta ad accentuare alcuni valori tipici. Nello specifico la mitologia occupava gran parte. Asse o pietra chiave, la ricerca stilistica portava verso la composizione della intera sala in talismano e l’artista in un ruolo specifico vestito da Demiurgo. Sala quattro in apparenza isolata, chiusa, frammento nella mostra intera su Palazzina Azzurra, e stata aspersa da uno stile inconfondibile di natura occulta pronta a trasformarsi in uno generatore di energia, come fonte perpetua di luce.

Artista Genti Tavanxhiu 

 

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