Infortuni da Covid-19 nella Regione Marche al 30 settembre 

Infortuni da Covid-19 nella Regione Marche al 30 settembre 

I casi d’infezione da Covid-19 di origine professionale denunciati all’INAIL al 30 settembre sono 54.128, pari a circa il 15% del complesso delle denunce pervenute dall’inizio dell’anno, con un’incidenza del 17,2% rispetto al totale dei contagi nazionali comunicati dall’Istituto superiore di sanità (Iss) alla stessa data e concentrati soprattutto nei mesi di marzo (51,2%) e aprile (33,8%). Rispetto al monitoraggio precedente, al 31 agosto, le denunce in più sono 1.919. 

DI GUIDO BIANCHINI ESPERTO SICUREZZA SUL LAVORO UIL ASCOLI PICENO

I DATI DELLA REGIONE MARCHE 

Periodo di accadimento gennaio – 30 settembre 2020

 

  Marche  Italia  % Marche 
Denunce infortunio sul lavoro da Covid-19  1.461  54.128  2.7 
Con esito mortale  11  319  3.4 

 

Differenze di genere 

  Ancona  Ascoli P.  Fermo  Macerata  Pesaro U.  Marche 
Donne  302  29  77  198  427  1.033  70.7 
Uomini  140  13  51  74  150  428  29.3 
Totale  442  42  128  470  577  1.461   

 

Età 

  Ancona  Ascoli P.  Fermo  Macerata  Pesaro U.  Marche 
18/34 anni  83  22  51  81  239  16.4 
35/49 anni  167  11  49  81  237  545  37.3 
50/64 anni  186  28  55  133  244  646  44.2 
+ 64 anni  15  31  231 
Totale  442  42  128  272  577  1.461   
Inc. su totale  30.2%  2.9%  8.8%  18.6%  39.5%     
Morti  11   

 

Rispetto all’età e differenze di genere: 

  • fascia + 64 anni: 1.2% sono donne;
  • fascia 50/64 anni: 30.9% donne;
  • fascia 35/49 anni: 26.8% donne;
  • fascia 18/34 anni: 11.8% donne.

 

Rispetto alla data di rilevazione del 31 agosto le denunce di infortunio sul lavoro da Covid-19 sono Aumentate Di 15 Casi, (Dei Quali 10 Avvenuti A Settembre, I Restanti Riconducibili A Mesi Precedenti);

Gli eventi mortali non si sono incrementati.

Le professioni:  

– tra i tecnici della salute l’89,4% sono infermieri;

– tra le professioni qualificate nei servizi sanitari e sociali sono tutti operatori socio sanitari;

– tra il personale non qualificato nei servizi di istruzione e sanitari, i due terzi sono ausiliari ospedalieri.

– tra le professioni qualificate nei servizi personali ed assimilati il 61,8% sono operatori socio assistenziali;

L’attività economica:  

– la gestione Industria e servizi registra il 98,6% delle denunce, seguono la gestione per conto dello Stato (0,6%) e l’Agricoltura (0,5%);

– il 43,9% delle denunce (codice Ateco) è del settore della “Sanità e assistenza sociale”; in particolare l’assistenza sanitaria (56,6%), i servizi di assistenza sociale residenziale (25,6%) e l’assistenza sociale non residenziale (17,8%); le professionalità più colpite sono infermieri, medici, operatori socio sanitari e operatori socio assistenziali;

– l’Amministrazione pubblica registra il 2,1% dei casi, la metà dei quali vigili urbani;

– il settore “Trasporto e magazzinaggio” registra il 2,0% delle denunce: in particolare corrieri, conduttori e impiegati.

– il settore “Noleggio e servizi alle imprese” registra l’1,8% delle denunce codificate: oltre la metà ha coinvolto gli addetti alle pulizie negli ospedali, negli uffici e nei ristoranti. 

I decessi:  

principalmente sono tecnici della salute, professionisti qualificati nei servizi sanitari e sociali, conduttori di veicoli.

Che cosa dire di questi numeri? Su che cosa riflettere? 

I dati di questi giorni sulla pandemia confermano che siamo, purtroppo, alla cd seconda ondata. 

La situazione è tornata fortemente critica, dobbiamo applicare con grande cura tutte le disposizioni di tutela. 

Nel campo delle attività lavorative è vitale la corretta applicazione dei Protocolli sottoscritti tra Governo e Parti sociali e recepiti nei vari DPCM. 

È importante prevenire la diffusione dei contagi nei luoghi di lavoro ovvero: sanificare gli ambienti di lavoro, sviluppare ulteriormente il ricorso al lavoro agile, ove possibile, una gestione diversa degli orari di lavoro negli accessi di entrata e uscita, e della stessa organizzazione del lavoro per garantire il distanziamento sociale, dotare i lavoratori di tutti i dispositivi di protezione individuali necessari, un ruolo attivo e partecipativo del RLS e del medico competente. 

Inoltre è necessario che in ogni azienda siano applicate concretamente tutte le misure di sicurezza presenti negli specifici protocolli aziendali da discutere e condividere con gli RLS. 

E’ opportuno comprendere che cosa possiamo concretamente fare per evitare di ammalarci sui luoghi di lavoro. 

Sono altresì indispensabili i controlli delle istituzioni competenti: ovvero ASUR, Dipartimenti di Prevenzione, SPSAL, e Ispettorato del lavoro. 

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