Coronavirus, i dati denunciati all’Inail: focus su Le Marche

Coronavirus, i dati denunciati all’Inail: focus su Le Marche

EMERGENZA COVID-19, AL 31 DICEMBRE DENUNCIATI ALL’INAIL 131MILA CONTAGI SUL LAVORO (+25.7%) – I DATI DELLA REGIONE MARCHE 

Le infezioni da Coronavirus di origine professionale denunciate all’Inail alla data dello scorso 31 dicembre sono 131.090.

I casi mortali denunciati al 31 dicembre sono 423, +57 rispetto alla rilevazione del mese precedente ovvero 1/3 del totale dei decessi denunciati all’Inail dall’inizio dell’anno.

REGIONE MARCHE 

Nella Regione Marche gli Infortuni denunciati nell’anno sono stati 2.821 (ovvero il 2.2%         del totale); il 70.6% sono donne e  il 29.4% uomini.

I morti 12 (ovvero il 2.8% del totale).

Circa l’età le due fasce che registrano i casi maggiori sono nella fascia 35/49 anni (1078) casi e 50/64 (1204).

Genere  AN  AP  FM  MC  PU  MARCHE 
Donne 640 125 144 407 676 1992 70.6
Uomini 304 73 78 162 312 829 29.4
Età               
18/34 178 28 49 92 132 479 17.0
35/49 370 76 77 190 365 1078 38.2
50/64 379 89 90 272 374 1204 42.7
+64 17 5 6 15 17 60 2.1
TOTALE  944  198  222  569  888  2821  100 
Inc tot 33.5% 6.9% 7.9% 20.2% 31.5% 100%
MORTI  12   

Nella regione rispetto al 30 novembre le denunce sono aumentate di 540 casi (+23.7%), 420 sono accaduti a dicembre.

L’aumento riguarda tutte le province; in termini relativi quelle che hanno registrato una maggiore intensità sono quella di Ascoli Piceno (+31.1%) e Pesaro Urbino (+25.4%). 

Nel 2020 nella regione i mesi più critici sono stati marzo, novembre e dicembre.

Gli infortuni mortali non sono aumentati. 

 

Gli infortuni denunciati hanno interessato le seguenti professioni 

  • 88% sono infermieri;
  • Servizi sanitari e sociali e operatori socio sanitari;
  • Tra gli impiegati 83% sono impiegati e assistenti amministrativi e il 17% addetti di segreteria;
  • Tra le persone qualificate nei servizi personali oltre 2/3 sono operatori socio assistenziali.

Attività economica 

Industria e servizi registra il 97.4% dei casi, per conto dello stato il 2.2%, l’agricoltura lo 0.3% e la navigazione con lo 0.1%.

Con riferimento al codice ATECO il 45.8% riguarda la sanità e assistenza sociale.

I decessi riguardano principalmente i tecnici della salute.

Il commento 

La seconda ondata dell’epidemia, ha avuto un impatto maggiore della prima. 

L’85,7% dei contagi riguarda lavoratori italiani.  

È doloroso registrare i tanti morti sul lavoro, spesso ignorati. 

Dai dati analizzati emerge un dato infortunistico drammatico, soprattutto quelli con esito mortale, che colpiscono in particolare alcuni settori e le donne. 

Sulle cause si ripropone il tema della prevenzione sanitaria e più in generale della tutela delle condizioni di salute dei lavoratori.  

La prevenzione del rischio è un processo complesso che richiede il coinvolgimento di tutti i soggetti coinvolti, a partire dai lavoratori e dai loro rappresentanti e si estende a tutte le fasi dell’organizzazione del lavoro che è essa stessa fattore di rischio. 

È pertanto importante una corretta applicazione e verifica dei protocolli di prevenzione Covid-19 nonché il ruolo dei Comitati che sono utili per contenere il diffondersi della pandemia e seri rischi per la salute dei lavoratori. 

Si ricorda che in Italia il sistema di protezione antinfortunistica esiste; e un diritto di ogni lavoratore rivendicarlo anche in questa drammatica emergenza sanitaria. 

Denunciare l’infortunio da Covid, è un diritto degli interessati che devono prendere coscienza di ciò. 

È importante che sia noto che è possibile accedere alle tutele Inail. 

I numeri crescono anche se le denunce all’Inail sono ancora scarse. 

Dobbiamo evitare la nascita del timore nella denuncia. 

Certo ci sono tanti dubbi, da parte dei lavoratori trattandosi di una tipologia d’infortunio inedita. 

Ma in caso di contagio, la denuncia all’Inail va fatta saranno poi i tecnici del sindacato ad analizzare e valutare le azioni di tutela. 

DI GUIDO BIANCHINI ESPERTO UIL ASCOLI PICENO SICUREZZA SUL LAVORO

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