2021-01-29 – La RU486 non si tocca, solo nel 2009 le donne hanno ottenuto questo diritto, di evitare dolorose e pericolose operazioni ed ora vogliono togliercela così come la legge 194 che nacque per mettere fine alle “mammane”, agli infusi al prezzemolo che provocavano emorragie spesso mortali o a pseudo interventi con un ferro da calza, che spesso sfociavano in setticemia: le donne morivano perché impossibilitate a scegliere cosa poter fare col loro corpo, soprattutto quelle più povere culturalmente o economicamente.
L’aborto, questo è il passaggio non chiaro ad alcuni, non è una passeggiata o una scelta scellerata ne frutto di una vita dissoluta o superficiale, ma rappresenta un percorso doloroso dove spesso chi lo vive deve affrontare umiliazione e solitudine. Si tratta, sostanzialmente, di una scelta sofferta e personale che nessuno, e ribadiamo nessuno, può permettersi di giudicare o strumentalizzare.
La legge 194 ha bisogno di strutture moderne e all’avanguardia e sebbene l’aborto sia sempre meno praticato, nonostante l’inconsapevolezza della destra regionale, non per questo devono venir meno le sue tutele.
Le dichiarazioni del sig. Ciccioli, che rasentano il manifesto della razza del 1938, sono per noi totalmente inaccettabili, così come il silenzio delle donne di maggioranza cui il consigliere è espressione: : proprio per questo abbiamo deciso di creare un coordinamento permanente di donne democratiche sambenedettesi attraverso il quale avvieremo fin da subito un confronto con le altre forze politiche locali sulle questioni di genere e rimarremo sempre vigili e attente a fornire un’informazione leale e corretta nonché a denunciare e smascherate ogni tipo di campagna di stampo fascista, reazionaria e soprattutto irrispettosa nei confronti delle donne.
Anna Rosa Cianci
Elisa Marzetti
Tiziana Del Giovane
Maria Rita Morganti
Rossella Portelli
Licia Mascitti
Diana Palestini
Manuela Casciotti
Arianna Evangelisti
Rita Cameli
Chiara Feliciani
Anastasia Guarnieri
Sandra Pirri
Giuseppina Crescenzi