Osservatorio specializzazione intelligente

Osservatorio specializzazione intelligente

01/02/2021

VERSO LA STRATEGIA REGIONALE DI SPECIALIZZAZIONE INTELLIGENTE 2021-2027: ALLA LOCCIONI INSEDIATO L’OSSERVATORIO REGIONALE. ACQUAROLI: “SENZA CAMPANILISMI, VERSO IL FUTURO”. CARLONI: “VALORIZZARE I FONDI EUROPEI E DEL RECOVERY FUND”

 

Rafforzare il sistema produttivo, contrastare le conseguenze economiche e occupazionali della crisi pandemica, riqualificare e diversificare le filiere produttive regionali. Sono le sfide che la strategia Ue della specializzazione intelligente pone alle Marche, in vista della nuova programmazione 2021-2027. I temi sono stati affrontati in occasione dell’insediamento dell’Osservatorio regionale sulla specializzazione intelligente, convocato dalla Regione presso la Loccioni di Angeli di Rosora. La strategia (tecnicamente S3) è lo strumento di indirizzo che le Regioni devono adottare per concentrare gli interventi di ricerca industriale e di innovazione verso gli ambiti a maggiore potenziale di innovazione e crescita delle proprie realtà locali. Possono rafforzare le eccellenze esistenti o investire sul potenziale futuro dei territori, coinvolgendo i protagonisti del mondo della ricerca e dell’innovazione. “Dobbiamo guardare al futuro e alle opportunità di crescita che offre – ha evidenziato il presidente Francesco Acquaroli – Occorre intercettare le energie migliori per recuperare il tessuto produttivo che rischia di essere risucchiato dalla crisi pandemica ed economica in corso. Abbiamo una visione per le Marche che vede protagonisti i territori e che si basa principalmente sul fare squadra e sinergia, per la programmazione del futuro. Partendo dal valore dell’esperienza, di chi ha saputo svilupparsi pur nelle difficoltà, perché ciò può creare emulazione”. In un momento come quello che stiamo vivendo, ha concluso il presidente, “non sono ammessi campanilismi né egoismi. La giornata di oggi guarda proprio a questo: la competitività e l’innovazione possono creare quella nuova occupazione che oggi è messa in crisi dalla pandemia”. Concetto ribadito dal vicepresidente Mirco Carloni, assessore alle Attività produttive: “Abbiamo una grande responsabilità, ma anche una grande opportunità per delineare, da oggi, le Marche che saranno. Con questa iniziativa odierna si apre il confronto per individuare quelle che potranno essere, potenzialmente, le aree migliori per promuovere trasferimento tecnologico e ricerca. Per aiutare le nostre imprese a crescere e a essere competitive”. Carloni ha evidenziato che “dovremo valorizzare la grande opportunità offerta dai finanziamenti che arriveranno col Por (fondi europei, per cifre superiori a 500 milioni di euro), ma anche con il Recovery Fund. Per cui è obbligatorio, prima, fare un’analisi da condividere con tutti i soggetti del territorio e del mercato. La velocità con cui usciremo dal Covid dipende dal vaccino, ma le modalità con cui dopo il Covid avverrà la ripresa economica dipendono da noi. Dobbiamo essere capaci di individuare i temi veri su cui puntare, senza disperdere le energie, sviluppando le filiere, puntando a trasformare la nostra micro impresa in un’impresa altamente innovativa e competitiva”. I punti fermi, da cui partire per concretizzare ogni strategia – è stato evidenziato dai lavori dell’Osservatorio – poggiano sui versanti industriale e dei servizi, considerando i dati disponibili del tasso di variazione delle imprese attive. Il primo segnala che i settori marchigiani, cresciuti più della media nazionale, sono quelli delle industrie alimentari e delle bevande, prodotti chimici, farmaceutici, lavorazioni della gomma e plastica, la metallurgia. Il secondo evidenzia una crescita più marcata della nazionale, nel campo delle attività associative e di assistenza sociale, servizi postali e di corriere, ricerca e sviluppo, gestione dei rifiuti. La strada da intraprendere, nel corso del nuovo periodo di programmazione, deve privilegiare investimenti su tre versanti: rafforzare la capacità innovativa dei sistemi produttivi rappresentativi delle Marche (tra gli altri: edilizia, mobile e arredo, elettrodomestici, illuminazione, calzature, confezioni, pelletterie, cantieristica, elettronica, ingegneria), quelli portatori di innovazione sociale (prodotti e servizi per la cultura e l’educazione, agrifood e salute), quelli ad applicazione trasversale (servizi alle imprese, alla persona e alla comunità).

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