RASSEGNA “DIALOGHI FORMATIVI”. DISPERSIONE SCOLASTICA. NUOVA PIAGA NEI PERCORSI DI FORMAZIONE DEI GIOVANI. COME EVITARLA. QUALI MODI PER RECUPERARE UN ITER CHE PORTI I GIOVANI AD UNA PROFESSIONE. SE NE PARLA NELL’INCONTRO WEB CON GLI ESPERTI EDUCATIVI ALESSANDRO RANIERI E MAURO DEL BENE. Giovedì 29 Aprile.
Fermo – Quello della dispersione scolastica è un fenomeno che purtroppo non cenna a diminuire. Anzi molto probabilmente vedrà un ulteriore aggravamento quando, dopo questo periodo di pandemia con la didattica principalmente a distanza, si tornerà a riprendere i normali ritmi scolastici in presenza. Chi era già in difficoltà prima rischia di rimanere sempre più indietro e quindi potrebbe andare verso l’abbandono. Ma come evitare questa problematica che si aggrava sempre più e rappresenta una piaga nel sistema scolastico? Quali altre strade si possono offrire ai giovani che abbandonano il normale percorso educativo-formativo? Una tematica complessa e delicata che sarà affrontata nell’incontro web “Non è mai troppo tardi” di giovedì 29 aprile alle ore 19.00, seguibile in diretta sulla pagina facebook di Wega (facebook.com/wegaimpresasociale) e sul canale youtube di Wega Formazione, associazione che organizza l’evento, nell’ambito della rassegna “Dialoghi Formativi”. Ospiti saranno il coordinatore dell’Ambito Territoriale Sociale XIX di Fermo Alessandro Ranieri e Mauro Del Bene, docente scolastico e counselor. Si confronteranno con il pedagogista Filippo Sabattini, il presidente Wega Domenico Baratto, il giornalista Raffaele Vitali. <Ci fa piacere affrontare questa tematica molto delicata e attuale – dice Baratto – poiché parleremo di un tema a noi molto caro, visto che Wega da anni lavora sulla rimotivazione dei ragazzi in dispersione scolastica e sul riorientamento al lavoro. E’ un aspetto che durante questa pandemia è silente, ma quando tutto ripartirà avremo purtroppo numeri peggiori dei precedenti. Parleremo delle misure e dei percorsi di contrasto e recupero. I ragazzi che lasciano la scuola rimangono spesso abbandonati a sé stessi, senza alternative, e quì occorrono progetti ad hoc per recuperarli, dar loro nuove motivazioni e stimoli, costruire percorsi formativi alternativi che possano professionalizzare subito e facilitare l’inserimento nel lavoro>. Occorre soprattutto un’attenzione particolare personale al giovane che abbandona il percorso scolastico ufficiale, poiché può nascondere più sensibilità, fragilità di carattere e difficoltà familiari e di adattamento sociale, che spesso limitano l’espressione delle proprie potenzialità.