Matt Sweeney & Bonnie ‘Prince’ Billy “Superwolves”

Matt Sweeney & Bonnie ‘Prince’ Billy “Superwolves”

Etichetta: Domino / Drag City
Brani: Make Worry For Me / Good To My Girls / God Is Waiting / Hall Of Death / Shorty’s Ark / I Am A Youth Inclined To Ramble / My Popsicle / Watch What Happens / Resist The Urge / There Must Be A Someone / My Blue Suit / My Body Is My Own / You Can Regret What You Have Done / Not Fooling 

Matt Sweeney e Bonnie ‘Prince’ Billy, due vecchi amici che sedici anni fa stupirono con il superbo album a quattro mani “Superwolf”, tornano oggi a collaborare riconnettendosi alla positiva esperienza passata, a partire dal titolo del nuovo disco, nel quale i lupi si sono moltiplicati e con essi demoni e fantasmi. “Superwolves” combina in modo magistrale le traiettorie classiche e allo stesso tempo ardite della chitarra elettrica di Sweeney con la voce e le parole del principe Billy, uno di quegli artisti che chiunque abbia frequentato il cantautorato indie americano degli ultimi trent’anni anche solo distrattamente sa riconoscere come un gigante assoluto.
L’alchimia tra i due è salva e si manifesta in tutto il suo splendore in gioielli di struggimento infinito come Good To My Girls o in una dedica sentitamente oscura di Billy a sua figlia Poppy come My Popsicle. Non c’è nulla di troppo in questo disco, tutto è ridotto allo stretto necessario. La maggior parte delle tracce sono solo voce e chitarra, con i due artisti che si rincorrono con un’incredibile gioia creativa.
“L’intesa viene da vite vissute separatamente, dove la musica è il nutrimento principale”, rivela Bonnie ‘Prince’ Billy, “sappiamo che siamo in grado di produrre, ci serve il supporto dell’altro per portare alla luce i linguaggi che ci siamo immaginati”.
“E’ molto stimolante scrivere musiche su cui Will canterà”
, aggiunge Matt Sweeney, “sapere che la voce di Will eleverà la melodia mi fa arrivare più in alto e scavare più a fondo”.
Tutto molto raffinato, tra eco west-coast e folk intimista, raccontando inquietudini più o meno mascherate, sinuose visioni demoniache, paradisi architettati artificialmente. E non manca il momento in cui arriva un po’ di aiuto dall’esterno per Hall Of Death, una spericolata canzone bluegrass in chiave afrobeat scritta insieme al chitarrista e produttore Tuareg Ahmoudou Madassane e registrata con i componenti della sua band: Mdou Moctar alla chitarra, Mike Coltun al basso e Souleyman Ibrahim alla batteria.
“Superwolves” è un disco che regala magia, riflessioni, intimità in ognuno dei suoi quattordici capitoli. C’è da scommettere sin da ora che lo ritroveremo in ogni playlist di fine anno che si rispetti.

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