DIECI GIORNI DI APPUNTANENTI UNICI TRA DANZA, TEATRO, CIRCO CONTEMPORANEO E ARTI VISIVE
CON UN PUBBLICO NUMEROSO ED EMOZIONATO DI TORNARE AD ASSISTERE A SPETTACOLI DAL VIVO
DOMENICA 13 GIUGNO:
_ LO SPETTACOLO ON LINE TMDELLA COMPAGNIA BELGA ONTROEREND GOED (prima italiana/versione italiana)
_LA REALTÁ VIRTUALE DI PHENOUMENON 360° DELLA COMPAGNIA T.H.E DANCE COMPANY Di SINGAPORE (prima europea)
_LA RASSEGNA VIDEO ALLO SPAZIO CINEMA DEL TEATRO DELLE MUSE (CINEMUSE) SI CONCLUDE DOMENICA 13 GIUGNO
con alle ore 18:00 Divina Commedia (Totale serata 175’) Inferno (96’) Purgatorio (73’) Paradiso (6’).
APERTA FINO AL 27 GIUGNO :
_La Mostra Attore, il nome non è esatto.Il Teatro di Romeo Castellucci – Socìetas Raffaello Sanzio nelle foto di Luca Del Pia allo Spazio espositivo del Teatro delle Muse
AL MUSESHOP SONO IN VENDITA: IL LIBRO ATTORE, IL NOME NON È ESATTO edito da Cronopio, LA CARTOLINA SPEDIBILE DELLA MOSTRA E I GADGET DEL FESTIVAL
Si conclude la 42° edizione di INTEATRO Festival. Gli artisti coinvolti nell’edizione 2021 sono stati (in o.a.): AzkonaToloza (Barcellona), Alessandro Carboni, CollettivO Cinetico, Duo Kaos, Nicola Galli, Ontroerend Goed (Gent), Ludovico Paladini, Sanpapiè, Alessandro Sciarroni, Sotterraneo, T.H.E Dance Company (Singapore).
10 gli spazi allestiti per 13 titoli di 12 compagnie italiane e straniere tra Ancona e Polverigi.
8 gli spettacoli prodotti e co-prodotti da Marche Teatro, con 6 prime italiane, 1 prima europea, per un totale di 158 repliche.
Tra gli spettacoli anche due singolari esperienze: il progetto online TM della compagnia Ontroerdend Goed ePheNoumenon 360° di T.H.E Dance Company di Singapore, primo spettacolo di danza in realtà virtuale. Inoltre, per tutta la durata del Festival la personale dedicata al celebratissimo regista Romeo Castellucci, con una mostra fotografica firmata da Luca del Pia, una rassegna di spettacoli in video e l’incontro con l’Artista per la presentazione del libro “Attore il nome non è esatto”.
La personale dedicata a Romeo Castellucci si chiuderà: il 22 e 23 aprile 2022 con la presentazione, in esclusiva regionale, al Teatro delle Muse, del nuovo spettacolo Bros.
Il Festival è iniziato con un intenso weekend nel magnifico Parco di Villa Nappi a Polverigi dove, all’aperto, tra i bagliori del tramonto, sono stati presentati gli spettacoli: Turning Orlando’s version, Dialogo terzo: in a landscape con CollettivO Cinetico e Save the last dance for metutti firmati da Alessandro Sciarroni. Hanno percorso le vie del paese i danzatori della compagnia Sanpapiè con A[1]BIT_Open Sky, mentre Alessandro Carboni ha presentato, in luce diurna nel cortile di Villa Nappi, l’installazione performativaAs if we were dust
Lo spazio del Teatro della Luna ha invece ospitato la prima di Nicola Galli Il mondo altrove eTales of FreeDoom, riuscita opera prima, ancora in forma di studio, di Ludovico Paladini.
Soddisfazione per il ritorno in presenza di un pubblico numeroso, attento ed emozionato di tornare finalmente ad assistere a spettacoli dal vivo.
Il programma di Ancona che si è svolto interamente al Teatro delle Muse, ha presentato sul piazzale del Teatro l’originale Europeana firmata da Sotterraneo insieme ad “Atlante Linguistica della Pangea” al salone delle feste. Nella sala grande del Teatro delle Muse la prima nazionale di Duo Kaos Horizonte spettacolo poetico di circo contemporaneo e sempre in prima nazionale la compagnia di Barcellona AzkonaToloza in Teatro Amazonas.
Il Teatro delle Muse è stato letteralmente “occupato” da una molteplicità di iniziative di teatro, danza, arti visive, cinema.
INTEATRO Festival è curato da Velia Papa (direttore di MARCHE TEATRO) ed è sostenuto da Comune di Polverigi, Comune di Ancona/Assessorato alla Cultura, Regione Marche/Assessorato alla Cultura, Ministero dei Beni e delle Attività Culturali, Camera di Commercio delle Marche; TreValli.
_Fino a domenica 13 giugno, online lo spettacoloTM, al suo debutto nella versione italiana, prodotta da Marche Teatro.
Gli orari delle repliche si ripetono tutti i giorni fino al 13 giugno: ore 17.00, 17.10, 17.25, 17.35, 17.50, 18.00, 18.15, 18.25, 18.40, 18.50, 19.05, 19.15. Per acquistare il biglietto di TM:https://www.marcheteatro.it/negozio/tm-biglietti/
_Fino a lunedì 14 giugno proseguono alla Sala Talia del Teatro negli orari 11, 16, 20 la performance in realtà virtualePheNoumenon 360°di T.H.E Dance Company. Inteatro Festival propone questo spettacolo VR in prima europea.
_La rassegna video dedicata agli spettacoli di Romeo Castellucci, allo spazio cinema del teatro delle muse (cinemuse) si concludedomenica 13 giugno con alle ore 18:00 Divina Commedia (Totale serata 175’) Inferno (96’) Purgatorio (73’) Paradiso (6’).
È aperta fino al 27 giugno:
_La Mostra Attore, il nome non è esatto. Il Teatro di Romeo Castellucci – Socìetas Raffaello Sanzio nelle foto di Luca Del Piaallo Spazio espositivo del Teatro delle Muse
il libro Attore, il nome non è esatto edito da Cronopio, la cartolina spedibile della mostra foto grafica e i gadget del festival (borse, magliette, quaderni e giochi) saranno in vendita al museshop (il negozio del teatro) in via gramsci 2a.
Alessandro Carboni
As if we were dust
ricerca, coreografia e performance Alessandro Carboni
produzione Formati Sensibili 2017 in collaborazione con Festival Danza Urbana, Bologna
Vincitore Danza Urbana XL 2017
As If We Were Dust è un archivio immateriale di dati e percezioni che utilizza il gesto coreografico come strumento cartografico e di indagine dei processi di trasformazione dello spazio urbano. È la trasposizione sulla scena dell’insieme di forme, patterns e dispositivi che regolano la città contemporanea in quanto corpo fluido, entità stratificata dove si intrecciano sistemi di relazione in continuo divenire.
Attraverso un lento processo di manipolazione e riposizionamento di un complesso organico di mattoni disposti lungo percorsi ortogonali, il corpo misura le distanze, delinea le forme che emergono tra i vuoti, configura sistemi ordinati, li scompone, li distrugge, si amalgama alle tracce di polvere e ai residui lasciati nello spazio. Le misurazioni raccolte, rielaborate in tempo reale in flussi di posture, compongono una partitura coreografica capace di generare nuove modalità di esplorazione dello spazio. Il discorso che si innesca tra lo spazio, il corpo e la matrice architettonica rappresentata dal mattone – paradigma della memoria e luogo di incontro (“archetipo urbano” secondo l’accezione augetiana) – svela le tracce di un passato individuale e collettivo, evoca la costante mutevolezza del mondo e rende manifesta la sua intricata tessitura.
Sotterraneo
Atlante linguistico della Pangea
9_10 giugno ore 20 | Ancona_Teatro delle Muse_Salone delle feste
anteprima
concept e regia Sotterraneo
in scena Sara Bonaventura, Claudio Cirri, Lorenza Guerrini, Daniele Pennati, Giulio Santolini
scrittura Daniele Villa
luci Marco Santambrogio
costumi Eleonora Terzi, Laura Dondoli
sound design Mattia Tuliozi
elementi scenici a cura del Laboratorio di Emilia Romagna Teatro Fondazione
macchinista costruttore Sergio Puzzo
grafica Lorenzo Guagni, Jacopo Jenna
responsabile produzione Eleonora Cavallo
produzione Sotterraneo
contributo ERT – Emila Romagna Teatro, Fondazione CR Firenze
sostegno Regione Toscana, Mibac
residenze artistiche Centrale Fies_art work space, La Corte Ospitale, Elsinor/Teatro Cantiere Florida, Laboratorio Nove, Associazione Teatrale Pistoiese
Nel mondo esistono “parole intraducibili”, concetti complessi raccolti in vocaboli unici che non esistono in altri idiomi.
In lingua inuktitut, la parola iktsuarpok significa il senso di aspettativa che ti spinge ad affacciarti ripetutamente alla porta per vedere se qualcuno sta arrivando”; in giapponese tsundoku significa “impilare un libro appena comprato insieme agli altri libri che prima o poi leggerai”; in bantu la parola ubuntu significa “posso essere una persona solo attraverso gli altri e con gli altri”. Sotterraneo ha selezionato decine di questi vocaboli – universali e culturospecifici al tempo stesso – e ha dialogato online con altrettanti parlanti madrelingua sul significato e l’uso di queste parole nella cultura di provenienza. Queste brevi “lezioni di intraducibilità” sono divenute la traccia per uno spettacolo che mette in scena le parole stesse, trasformando un piccolo dizionario in una sorta di drammaturgia atipica. L’intero spettacolo inoltre è attraversato dall’impossibilità di dar corpo ad alcuni concetti a causa delle limitazioni Covid, che da pure restrizioni si trasformano in una risorsa scenica in grado di mettere in campo un pensiero sulle relazioni umane e l’incomunicabilità, ora che la nostra specie è posta di fronte alla necessità di cooperare davvero su scala globale.
AzkonaToloza Teatro Amazonas
di AzkonaToloza
con Laida Azkona Goñi, Txalo Toloza–Fernández
voci fuori campo Valentino Werner, Tanya Beyeler
colonna sonora originale e audio Rodrigo Rammsy
disegno sonoro Juan Cristóbal Saavedra
luci Ana Rovira
video MiPrimerDrop
scenografia Xesca Salva e MiPrimerDrop
costumi Sara Espinosa
illustrazioni Jeisson Castillo
fotografia Tristán Pérez-Martin
assistente alla regia Raquel Cors
ricerca documentaria Leonardo Gamboa
relatore Pedro Granero
traduzione portoghese Livia Diniz
traduzione tukano João Paulo Lima Barreto
traduzione, sovratitoli Ilaria Carnevali
direttore di produzione Elclimamola
produzione spagnola Helena Febrés
per la versione italiana:
produzione Marta Morico
organizzazione Alessia Ercoli, Emanuele Belfiore
responsabile comunicazione, ufficio stampa Beatrice Giongo
grafica Fabio Leone, Lara Virgulti
Una produzione MARCHE TEATRO, Thèàtre Garonne – scène européenne de Toulouse, AzkonaToloza
Teatro Amazonas è un progetto a cura di AzkonaToloza. Festival Grec de Barcelona, Théàtre de la Ville – Parigi Festival D’ Automne a Parigi, Teatre Garonne – scène européenne, MarcheTeatroInteatro Festival e Antic Teatre di Barcellona. In collaborazione con DNA creación 2019, Azala Espioza, El Garner – Mercat de las Flores, La Caldera, Teatro Gayarre, Nave, Centro del creación e In-nova Cultural promosso per la Fundación Bancaria Caja Navarra e Obra Social “la Caixa”, LABEA Laboratorio de arte y ecologia.
Teatro Amazonas: Il più grande delirio del mondo
Teatro Amazonas è uno spettacolo di teatro-documentario nato nell’ambito della docu-serie Pacifico, centrata sulle nuove forme di colonialismo, sulle burtalità inflitte al territorio e ai popoli originari dell’America Latina e sulla stretta relazione con lo sviluppo della cultura contemporanea.
Attraverso una serie di protagonisti, luoghi e racconti, tutti uniti dal medesimo desiderio di grandezza, Azkona&Toloza propongono una testimonianza che attraversa gli ultimi cinque secoli della storia del territorio amazzonico brasiliano.
L’Amazzonia è un luogo da sempre descritto dall’occidente come un’enorme distesa deserta, disabitata e selvaggia, sebbene migliaia di indigeni vivano sulle sue rive e all’interno della fitta vegetazione. Un luogo impenetrabile, esotico e rigoglioso, caotico, folle e senza leggi. Un paradiso da sempre sognato da esploratori, conquistatori e avventurieri, pieno di tesori da scoprire e risorse da esportare. Una distesa verde attraversata da un enorme corso d’acqua a forma di anaconda. Un luogo in cui il verde e l’azzurro sono la stessa cosa.
AZKONA & TOLOZA
Situata a metà strada fra il Mar Mediterraneo, i Pirenei e il Deserto di Atacama, la compagnia Azkona&Toloza è composta da una coppia di artisti dedicati alla realizzazione di progetti di “arti performative” (artes viva). Interessati alle infinite possibilità offerte dalla poesia e dall’antropologia visiva, dalla videocreazione “lo-fi”, dalla performance e dal movimento.
CollettivO CineticO & Alessandro Sciarroni
Dialogo Terzo: IN A LANDSCAPE
coreografia e regia Alessandro Sciarroni
azione e creazione Simone Arganini, Margherita Elliot, Carmine Parise, Angelo Pedroni, Francesca Pennini, Stefano Sardi
luci Alessandro Sciarroni
musiche John Cage, Stefano Sardi
abiti Ettore Lombardi
tecnica Stefano Baraldi
coproduzione CollettivO CineticO Aperto Festival – Fondazione I Teatri di Reggio Emilia Teatro Comunale di Ferrara Operaestate Festival Veneto/CSC MARCHE TEATRO Teatro di Rilevante Interesse Culturale Centrale Fies / Art Work Space con il sostegno di MIBACT Regione Emilia Romagna
In questo terzo capitolo del progetto “Dialoghi” della compagnia Collettivo Cinetico, guidata da Francesca Pennini, Alessandro Sciarroni compone un brano coreografico il cui titolo prende ispirazione dall’omonimo brano di John Cage composto per “quietare la mente e disporla agli influssi divini”.
Come in altri lavori, “In a landscape” intende ricucire una relazione empatica con lo spettatore, quasi una nuova forma di tenerezza, attraverso qualcosa di leggero e misterioso nell’ostinazione della ripetizione, qualcosa che sembra avere un’energia opposta rispetto alla pazienza, alla fatica, e all’ostinazione dell’azione che stanno compiendo. “Gli interpreti” dice Sciarroni “mi sembrano delle figure tutte tese verso ciò che pare somigliare ad un sentimento di serena determinazione che tende ad una sparizione: un’estinzione volontaria del soggetto. Un atto d’amore estremo. La scelta di una dipartita definitiva. Ma ammetto che il mio sguardo non sia oggettivo”.
Duo Kaos
Horizonte
di Duo Kaos
con Giulia Arcangeli e Luis Paredes Sapper
consulenza artistica e drammaturgica Giacomo Costantini
luci Lucio Diana
costumi Stefania Cempini
musiche Guglielmo Diana
coordinamento area palcoscenico Roberto Bivona
responsabile allestimento tecnico Mauro Marasà
fonico Jacopo Pace
programmatori luci Franco Mastropasqua, Michele Stura
elettricista Roberto Cammarata
macchinista Leonardo Buschi
modellistica e confezione costumi Raela Cipi
direttore di produzione Marta Morico
organizzazione e produzione Emanuele Belfiore, Alessia Ercoli
assistente di produzione Claudia Meloncelli
responsabile comunicazione e ufficio stampa Beatrice Giongo
promozione Benedetta Morico
comunicazione e webmaster Fabio Leone
grafica e social Lara Virgulti
produzione MARCHE TEATRO / Duo Kaos
con il sostegno di Spazio Agreste, Cirkolistico asd
In HORIZONTE circo contemporaneo, danza e arti visive si mescolano per creare atmosfere oniriche che trasportano lo spettatore in un viaggio ancestrale nei luoghi perduti della memoria.
Lo spettacolo nasce dall’incontro di due artisti poliedrici e di talento, animati dal desiderio di esplorare il senso della trasformazione e del cambiamento, il valore dell’esperienza nel superamento del conosciuto e l’importanza dell’abbandono, attraverso l’immaginazione, delle nostre certezze.
Il linguaggio e le tecniche del circo, il valore simbolico dei particolari elementi di scena e la ricerca di musiche e sonorità originali sono gli elementi espressivi di una poetica evocativa, animata dal desiderio di accompagnare il pubblico in un intenso percorso visivo e sensoriale, capace di toccare trasversalmente le tante e diverse sensibilità.
Duo Kaos è una compagnia italo guatemalteca nata nel 2009 dall’incontro tra gli artisti di circo e teatro Giulia Arcangeli e Luis Paredes.
Dallo spettacolo per la strada al teatro, ogni volta che Duo Kaos va scena, un nuovo mondo immaginario prende vita, l’inconfondibile teatralitá poetica di Giulia e Luis si unisce ad uno stile acrobatico elegante, originale ed evocativo.
Nicola Galli
Il mondo altrove
concept e coreografia Nicola Galli
danza Margherita Dotta, Nicola Galli, Nicolas Grimaldi Capitello, Silvia Remigio
musica Giacinto Scelsi, 3/4 had been eliminated
oggetti scenici Giulio Mazzacurati
maschere e costumi Nicola Galli
produzione TIR Danza, stereopsis
co-produzione MARCHE TEATRO / Inteatro Festival, Oriente Occidente
residenze artistiche DID Studio / Ariella Vidach, Centro di Residenza della Toscana (Armunia – CapoTrave / Kilowatt)
con il sostegno di Rete Almagià
Il mondo altrove è una creazione coreografica in forma di rituale danzato, che celebra secondo una logica scenica il moto di un mondo inesplorato.
Nel tracciare un percorso ideale tra Occidente e Oriente, il lavoro è liberamente ispirato ai rituali indigeni dell’America del Sud, ai simboli e alle tradizioni del teatro N? giapponese, e all’ossessiva, per certi versi mistica ed eccentrica, ricerca musicale del compositore Giacinto Scelsi intorno all’idea sferica del suono.
Dalla porta centrale – che domina lo spazio e cela un altrove – avanzano quattro figure sciamaniche finemente adornate per condurre una cerimonia magica e senza tempo.
Ontroerend Goed TM
spettacolo on line
debutto versione italiana
regia Alexander Devriendt
testo Alexander Devriendt, Angelo Tijssens, Aurélie Lannoy, Karolien De Bleser, Samir Veen
scene/design David Williamson, Nick Mattan
costumi Nick Mattan
fotografia Guinness Frateur
video David Williamson, Angelo Tijssensepijn, Pepijn Mesure,
UX creato da Upian su Ohyay, Adélaïde Desnoë, Gregory Trowbridge, Sébastien Brothier, Viktor Brothier
suono Senjan Jansen
con Gennaro Apicella, Giulia Eugeni, Francesca Gabucci, Valentina Illuminati, Dario Iubatti, Giacomo Lilliú, Michele Maccaroni, Cecilia Napoli, Arianna Primavera, Michele Ragno, Daniele Vagnozzi
e con Irene Carloni, Roberto Gibertini, Fabio Leone, Lara Virgulti
produzione e organizzazione Marta Morico, Alessia Ercoli, Emanuele Belfiore
assistente alla produzione Claudia Meloncelli
casting e promozione Benedetta Morico
responsabile allestimento tecnico Roberto Bivona
responsabile di sartoria Stefania Cempini
responsabile comunicazione, ufficio stampa Beatrice Giongo
produzione Ontroerend Goed
produzione versione italiana MARCHE TEATRO/Inteatro Festival (IT)
co-produttori Almeida Theatre (UK), ART HAPPENS (BE), Cambridge Junction (UK), Chicago Shakespeare Theater (US), Esplanade – Theatres on the Bay (SG), Espoon Kaupunginteatteri (FI) Feodor Elutine Impresario Moscow (RU), Festival Internacional de Artes Cênicas Porto Alegre em Cena (BR), Festival Mythos (FR), Kunstencentrum Vooruit (BE), Le Carreau – Scène Nationale de Forbach et de l’Est mosellan (FR), L’ESTIVE Scène Nationale de Foix et l’Ariège (FR), Perpodium (BE), RE:LOCATION// by Wildtopia (DK), Richard Jordan Productions (UK)
Staatstheater Mainz (DE), Teatro do Bairro Alto (PT), Theatre Royal Plymouth (UK), Vlaams Cultuurhuis de Brakke Grond (NL)
con il sostegno di IDFA DocLab (NL), National Theatre Immersive Storytelling Studio (UK)
Dal manifesto di TM:
“Sono tempi duri e il mondo è diventato vecchio e cattivo. I politici sono corrotti. I figli non rispettano più i genitori.” Re Nar?m-Sîn dei Caldei – 3800 AC
Oggi una cellula segreta del nostro movimento ha messo in atto con successo una operazione di portata globale. Abbiamo la vittoria in mano e la nostra travolgente marcia è in ascesa. Trionferemo e combatteremo i miscredenti. I nostri fratelli e le nostre sorelle sono tra voi. Discreti. Invisibili.
Siamo tanti
Siamo ovunque
Siamo TM*
Non vediamo l’ora di conoscerti.
E speriamo che entrerai a far parte del nostro movimento globale.”
Dieci anni dopo The Personal Trilogy (The Smile off your face, Internal &, A Game of You) Ontroerend Goed presenta un nuovo spettacolo individuale. Questa volta la performance è stata pensata appositamente per essere vissuta online. Riunendo pubblico, teatri e attori da tutto il mondo per offrirvi un appuntamento unico e personale.
Per partecipare a questa esperienza artistica per una persona alla volta sono richiesti un computer con una buona connessione internet, audio, microfono e una webcam.
Ontroerend Goed è una straordinaria “azienda” belga il cui trucco preferito è trasformare gli spettatori in partecipanti. (The Guardian)
Sanpapié
A[1]BIT_Open sky
site specific itinerante
regia e coreografia Lara Guidetti
assistente alla coreografia Matteo Sacco
testi e voce Marcello Gori
interpreti Fabrizio Calanna, Sofia Casprini, Stefano Cortinovis, Luis Fernando Colombo, Matteo Sacco, Lara Viscuso
musica 1-Bit Symphony di Tristan Perich
produzione Sanpapié in collaborazione con MilanOltre, Festival Exister, DANCEHAUS più
spettacolo selezionato da NEXT ed. 2019/2020, progetto di Regione Lombardia in collaborazione con Fondazione Cariplo
Il progetto A[1]BIT esplora la relazione tra individuo, comunità e spazio abitato. L’uso delle cuffie modifica l’esperienza individuale dello spazio attraversato cogliendo dettagli ed escludendone altri, creando un viaggio personale nello spazio pubblico.
La 1-Bit Symphony di Tristan Perich è la colonna sonora condivisa utile ad edificare una comunità attraverso piccoli riti collettivi in forma danzata. I danzatori si muovono in funzione dello spazio e del piccolo gruppo di spettatori che si trova ad essere, inconsapevolmente, parte del disegno coreografico. Un testo, ascoltato in cuffia, introduce e contestualizza lo spazio della performance.
Alessandro Sciarroni Save the last dance for me
invenzione Alessandro Sciarroni
con Gianmaria Borzillo e Giovanfrancesco Giannini
collaborazione artistica Giancarlo Stagni
musica Aurora Bauzà e Pere Jou (Telemann Rec.)
abiti Ettore Lombardi
direzione tecnica Valeria Foti
promozione, consiglio, sviluppo Lisa Gilardino
amministrazione, produzione esecutiva Chiara Fava
comunicazione Damien Modolo
produzione corpoceleste_C.C.00#, MARCHE TEATRO Teatro di Rilevante Interesse Culturale coproduzione Santarcangelo Festival, B.Motion, Festival Danza Urbana
In Save the last dance for me Alessandro Sciarroni lavora assieme ai danzatori Gianmaria Borzillo e Giovanfrancesco Giannini sui passi di un ballo bolognese chiamato Polka Chinata. Si tratta di una danza di corteggiamento eseguita in origine da soli uomini e risalente ai primi del ‘900: fisicamente impegnativo, quasi acrobatico, prevede che i danzatori abbracciati l’un l’altro, girino vorticosamente mentre si piegano sulle ginocchia quasi fino a terra. Il lavoro nasce in collaborazione con Giancarlo Stagni, un maestro di balli Filuzziani che ha ridato vita a questa antica tradizione grazie alla riscoperta e allo studio di alcuni video di documentazione risalenti agli anni ’60. Sciarroni scopre questa danza nel dicembre 2018 quando la danza era praticata in Italia solo da 5 persone in tutto.
Il progetto vuole diffondere e ridare vita a questa tradizione popolare in via d’estinzione.
Ludovico Paladini
Tales of FreeDoom
concept, coreografie, scenografia ed interpretazione Ludovico Paladini
disegno, luci Franco Mastropasqua, Michele Stura
direttore tecnico Roberto Bivona
responsabile allestimento tecnico Mauro Marasà
responsabile di sartoria Stefania Cempini
fonico Jacopo Pace
responsabile servizi di palcoscenico Michele Carelli
macchinista Leonardo Buschi
elettricista Roberto Cammarata
organizzazione e produzione Emanuele Belfiore, Alessia Ercoli
assistente di produzione Claudia Meloncelli
responsabile comunicazione e ufficio stampa Beatrice Giongo
promozione Benedetta Morico
comunicazione e webmaster Fabio Leone
grafica e social Lara Virgulti
produzione MARCHE TEATRO
La performance permette allo spettatore di entrare in un caleidoscopio di immagini e suoni che mutano e si alternano in uno zapping costante. È un invito a cedere al fascino degli opposti, ad ascoltare il suoni del vento tra le foglie, di una lamiera sotto la pioggia battente, delle campane nei prati, il ronzio di una radio lontana.
In un mondo in decadimento è ancora possibile cogliere il fascino della ruggine, il profumo della muffa, il canto degli invisibili… ma è il tramonto o l’alba oltre l’orizzonte?
Una performance di danza che esplora le possibilità di movimento tendendo all’accumulo, a una stratificazione di azioni, oggetti, immagini, che nutre un immaginario figurativo, surreale, emotivo ed intuitivo con una qualità “crafty” ispirata all’arte povera; i materiali utilizzati per costumi e scenografia sono tutti oggetti fatti a mano o riutilizzati.
Alessandro Sciarroni – TURNING_Orlando’s version
invenzione Alessandro Sciarroni
con (5 performers in alternanza) Maria Cargnelli, Francesco Saverio Cavaliere, Lucrezia Gabrieli, Sofia Magnani, Marissa Parzei, Roberta Racis
musica Aurora Bauzà e Pere Jou (Telemann Rec.)
assistenza, training, consulenza coreografica e drammaturgica Elena Giannotti
abiti Ettore Lombardi
casting Damien Modolo
direzione tecnica Valeria Foti
amministrazione, produzione esecutiva Chiara Fava
promozione, consiglio, sviluppo Lisa Gilardino.
produzione MARCHE TEATRO Teatro di Rilevante Interesse Culturale, corpoceleste_C.C.00##
coproduzione Fondazione Matera-Basilicata 2019 e Basilicata 1799, CENTQUATRE-Paris, Snaporazverein
con il sostegno di Dance Reflections by Van Cleef & Arpels, L’arboreto – Teatro Dimora | La Corte Ospitale ::: Centro di Residenza Emilia-Romagna
Il progetto Turning_Orlando’s version è realizzato con il contributo di ResiDance XL – luoghi e progetti di residenza per creazioni coreografiche, azione della Rete Anticorpi XL – Network Giovane Danza D’autore, coordinata da L’arboreto – Teatro Dimora di Mondaino
TURNING_Orlando’s version è una creazione di Alessandro Sciarroni nella quale esplora la pratica della danza classica e in particolare del lavoro in punta. Guidati dal coreografo e dall’artista Elena Giannotti, la ricerca è stata svolta in studio assieme ad un gruppo di cinque danzatori (Maria Cargnelli, Francesco Saverio Cavaliere, Lucrezia Gabrieli, Sofia Magnani, Roberta Racis) e la composizione musicale è stata affidata ad Aurora Bauza e Pere Jou (Telemann Rec.). Orlando rimanda ad una ciclicità tonda, ad una trasformazione circolare, come nel romanzo di Virginia Woolf, ci invita ad attraversare un mistero: evoca il nome di una persona o una località piena di palme in Florida sospesa nell’attesa di un ciclone? Il progetto TURNING_Orlando’s version è un nuovo capitolo di un progetto più grande (TURNING) ispirato ai fenomeni migratori di alcuni animali che al termine della loro vita tornano a riprodursi e a morire nel luogo dove sono nati, in cui il verbo “turning” viene tradotto sia in maniera letterale, attraverso l’azione del corpo che ruota intorno al proprio asse, che filosofico, nel suo significato di evolvere, cambiare sviluppandosi in un viaggio psicofisico emozionale. C’è qualcosa di profondamente legato ad un’animalità selvatica in questo lavoro, alla potenza misteriosa e inevitabile degli animali e dei loro processi di transumanza, vibranti come sagome all’orizzonte.