Inserimento lavorativo delle persone con disabilità: “con Inail, ricomincio dal mio lavoro”

Inserimento lavorativo delle persone con disabilità: “con Inail, ricomincio dal mio lavoro”

LA SITUAZIONE DEI DISABILI TITOLARI DI RENDITA INAIL AL 31/12/2020 NELLE MARCHE E NELLA PROVINCIA PICENA

DI GUIDO BIANCHINI GIA’ PAST PRESIDENT COMITATO CONSULTIVO PROVINCIALE INAIL ASCOLI PICENO

Secondo i dati dell’INAIL nel nostro paese, al 31 dicembre 2020, ci sono 565.924 disabili titolari di rendita di cui 483.964 uomini e 81.978 donne.

Nella regione Marche sono complessivamente 26.056 con una percentuale del 16.96% sul dato nazionale; 21.537 sono uomini e 4.519 donne.

I dati evidenziano, sia in valore assoluto, sia in percentuale, il tipo di disabilità, con una netta prevalenza di quella motoria (8.13% il doppio di quella nazionale) seguita da quella psico sensoriale (4.4% anche qui il doppio di quella nazionale).

Nella nostra PROVINCIA i Disabili Titolari di Rendita INAIL, al 31/12/2020, sono 5.456; 2948 con disabilità motoria e 1.157 psico sensoriale.5.456 di cui 4.343 Uomini e 1.113 Donne.

Più specificatamente 2.498 sono da disabilità motoria, 1.157 psico sensoriale, 144 cardio respiratoria e 1.207 di altra tipologia.

Circa l’età, le classi 54-64 anni presentano 1.324 titolari e gli over 65 sono 3.763 anche qui prevale la disabilitò motoria e psico sensoriale.5.456 di cui 4.343 Uomini e 1.113 Donne.

Più specificatamente 2.498 sono da disabilità motoria, 1.157 psico sensoriale, 144 cardio respiratoria e 1.207 di altra tipologia.

Il grado di disabilità: il livello medio (grado 11/33%) è il più nutrito con 4.286 titolari; grave (34/66%) 1.012; molto grave (67/99%) con 119 titolari e assoluto (100%) 39.

Motoria

Psico Sensoriale

Cardio Respiratoria

Altre

TOTALE

ITALIA

288.591

117.627

28.606

131.100

565.924

MARCHE

12.500

6.828

1.541

5.187

26.056

Mentre complessivamente 4.189 sono generati da infortuni e 1.251 da malattie professionali.

Circa i settori 1.485 sono disabilità del settore agricolo (1.172 infortuni e 313 malattie professionali); 3.871 dell’industria (2.942 da infortuni e 929 da malattie professionali); 47 per conto dello stato di cui 35 da infortuni e 9 da malattie professionali.

COMMENTO

Con crisi economica e la pandemia i lavoratori disabili rischiano di essere ulteriormente discriminati, di perdere il lavoro o essere costretti a rinunciarvi proprio per le difficoltà di conciliazione.

I rischi per questi lavoratori sono il licenziamento, o le dimissioni volontarie, poiché, spesso, il loro l’impegno lavorativo, secondo le imprese, non è compatibile con il lavoro.

I dati statistici ricordano che a livello nazionale sono segnalate, in media, 20 casi di discriminazione il giorno.

Spesso il sindacato, dopo attente verifiche, anche con le RSU aziendali, cerca di rimuovere il problema ed estrema ratio ricorre alle vie legali.

Si ricorda che la nostra normativa sull’inserimento lavorativo delle persone disabili è una delle migliori d’Europa poiché si fonda su percorsi individuali di rinserimento, ma è la sua applicazione pratica che non funziona.

Inoltre sia il lavoratore disabile, sia il lavoratore con carichi di cura, non hanno diritto all’indennità di disoccupazione (Naspi) in caso di dimissioni, né sono tutelati a livello previdenziale per i periodi di assistenza prestata al di fuori del rapporto di lavoro.

Da tempo si rivendica:

  • Il divieto di licenziamento,

  • La convalida delle dimissioni volontarie,

  • Il monitoraggio delle discriminazioni,

  • Il diritto all’indennità di disoccupazione.

È in corso la nuova campagna INAIL per promuovere misure di sostegno alla continuità lavorativa dei disabili al lavoro e/o al loro impiego in una nuova occupazione.

Lo slogan dell’iniziativa – “Con Inail, ricomincio dal mio lavoro” – è un riferimento esplicito all’importanza del reinserimento professionale nel percorso di ritorno alla vita sociale dopo un infortunio o una malattia.

L’Istituto mette a disposizione misure e risorse dedicate per garantire la continuità lavorativa o l’inserimento in una nuova occupazione dei propri assistiti con disabilità causate da infortuni sul lavoro o malattie professionali.

Infine si ricorda come il tema della disabilità è una delle priorità trasversali del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) elaborato dal governo, che punta sul programma Next Generation EU per rimuovere i fattori economici, sociali e infrastrutturali che incidono negativamente sulla vita dei disabili.

Nel documento inviato alla Commissione europea, è precisato che nell’ambito della riforma delle politiche attive del lavoro e della formazione professionale, alla quale sono stati destinati 4,4 miliardi di euro per il triennio 2021-2023, un’attenzione specifica sarà dedicata proprio all’inserimento lavorativo delle persone con disabilità.

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